Giovanni11

Tre icone, più delle altre, si legano al ricordo di Karol Wojtyla, papa Giovanni Paolo II: quella della sua presentazione davanti ai fedeli, dalla finestra della basilica di san Pietro, il 16 ottobre del 1978 e il suo “se sbaglio mi corrigerete”; quelle, terribili, dell’attentato nella stessa piazza, i colpi esplosi da Ali Agca, il 13 maggio del 1981, e, infine, quelle dolorose dell’annuncio della sua morte: “Carissimi fratelli e sorelle, alle 21.37 il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla Casa del Padre…”. Era il 2 aprile del 2005, esattamente undici anni fa; la fine di un lungo Pontificato 27 anni, fatto di una catena di tantissime altre immagini significative e fondamentali nella storia della Chiesa. Come il monito ai mafiosi, sulla spianata dei templi, il 3 agosto 2007 a Agrigento: “Pentitevi, verrà un giorno il giudizio di Dio”. Un Papa alieno all’iconografia classica, amante dello sport, il pontefice amato dai giovani, per i quali istituì, nel 1985 la Giornata mondiale della gioventù, con milioni di ragazzi a riempire le piazze dei vari continenti. Fu apostolo in tutto il mondo, coi suoi 104 viaggi per portare ovunque la voce di Cristo: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Non abbiate paura!”, e il suo amore, particolare, per Maria, la madre i Gesù: “Ti rinnovo, per le mani di Maria, Madre amata, il dono di me stesso, del presente e del futuro: tutto si compia secondo la tua volontà perché possiamo con Te procedere sicuri, verso la casa del Padre. Amen!”.

Un pellegrinaggio, nel mondo contro i vizi della società moderna, contro gli eccessi del capitalismo e le brutalità del totalitarismo comunista, che contribuì a abbattere. “Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro”, disse. “Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti”. Infine la malattia e la volontà ferrea di proseguire la sua missione fino all’ultimo, di portare la sua croce fino alla fine, nonostante le sempre più evidenti difficoltà a muoversi, a parlare. L’ultima apparizione in pubblico avvenne il 30 marzo del 2005, ma il grande Comunicatore della fede, Giovanni Paolo II, non riusciva a farsi capire e non nascose un moto di stizza; il 2 aprile successivo, era un sabato, vigilia della festa della Divina Misericordia nella seconda Domenica di Pasqua, l’annuncio della morte. Di seguito proponiamo alcuni spunti di riflessione di Benedetto XVI in occasione dell’anniversario della morte di Papa Giovanni Paolo II:

Nel Libro della Sapienza, ci è stato ricordato qual è il destino finale dei giusti: un destino di felicità sovrabbondante, che ricompensa senza misura per le sofferenze e le prove affrontate nel corso della vita. "Dio li ha provati - afferma l'autore sacro - e li ha trovati degni di sé: li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come un olocausto" (3, 5-6). Il termine "olocausto" fa riferimento al sacrificio in cui la vittima veniva interamente bruciata, consumata dal fuoco; era segno, pertanto, di offerta totale a Dio. Questa espressione biblica ci fa pensare alla missione di Giovanni Paolo II, che ha fatto dono a Dio e alla Chiesa della sua esistenza e ha vissuto la dimensione sacrificale del suo sacerdozio specialmente nella celebrazione dell'Eucaristia. Tra le invocazioni a lui care ve n'era una tratta dalle "Litanie di Gesù Cristo Sacerdote e Vittima", che egli volle porre al termine del libro Dono e Mistero, pubblicato in occasione del 50° del suo Sacerdozio (cfr pp. 113-116): "Iesu, Pontifex qui tradidisti temetipsum Deo oblationem et hostiam - Gesù, Pontefice che consegnasti te stesso a Dio come offerta e vittima, abbi pietà di noi". Quante volte egli ripeté questa invocazione! Essa esprime bene il carattere intimamente sacerdotale di tutta la sua vita. Egli non ha mai fatto mistero del suo desiderio di diventare sempre più una cosa sola con Cristo Sacerdote, mediante il Sacrificio eucaristico, sorgente di infaticabile dedizione apostolica.

 (…) In effetti, nelle difficoltà della vita è soprattutto la qualità della fede di ciascuno ad essere saggiata e verificata: la sua solidità, la sua purezza, la sua coerenza con la vita. Ebbene, il compianto Pontefice, che Dio aveva dotato di molteplici doni umani e spirituali, passando attraverso il crogiolo delle fatiche apostoliche e della malattia, è apparso sempre più una "roccia" nella fede. Chi ha avuto modo di frequentarlo da vicino ha potuto quasi toccare con mano quella sua fede schietta e salda, che, se ha impressionato la cerchia dei collaboratori, non ha mancato di diffondere, durante il lungo Pontificato, il suo influsso benefico in tutta la Chiesa, in un crescendo che ha raggiunto il suo culmine negli ultimi mesi e giorni della sua vita. Una fede convinta, forte e autentica, libera da paure e compromessi, che ha contagiato il cuore di tanta gente, grazie anche ai numerosi pellegrinaggi apostolici in ogni parte del mondo, e specialmente grazie a quell'ultimo "viaggio" che è stata la sua agonia e la sua morte.

(…) Il nostro pensiero torna con emozione al momento della morte dell'amato Pontefice, ma al tempo stesso il cuore è come spinto a guardare avanti. Sentiamo risuonare nell'animo i suoi ripetuti inviti ad avanzare senza paura sulla strada della fedeltà al Vangelo per essere araldi e testimoni di Cristo nel terzo millennio. Ci tornano alla mente le sue incessanti esortazioni a cooperare generosamente alla realizzazione di una umanità più giusta e solidale, ad essere operatori di pace e costruttori di speranza. Resti sempre fisso il nostro sguardo su Cristo, "lo stesso ieri, oggi e sempre" (Eb 13, 8), che guida saldamente la sua Chiesa. Noi abbiamo creduto al suo amore ed è l'incontro con Lui "che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva" (cfr Deus caritas est, 1). La forza dello Spirito di Gesù sia per tutti, cari fratelli e sorelle, come lo fu per Papa Giovanni Paolo II, sorgente di pace e di gioia. E la Vergine Maria, Madre della Chiesa, ci aiuti ad essere in ogni circostanza, come lui, apostoli infaticabili del suo divin Figlio e profeti del suo amore misericordioso.

2 APRILE 2005: ANNUNCIO DELLA MORTE DI GIOVANNI PAOLO II

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a cura di Don Salvatore Lazzara

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