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Onorevole Roccella,  impressiona la velocità del governo nel varare il "nuovo" ddl Cirinnà, che  è rimasto identico al vecchio decreto legge: una operazione gattopardesca, -così come ha affermato in un post su FB-, che serve soltanto a troncare il dibattito sugli emendamenti in Commissione…

Certamente. La Cirinnà ha annunciato un nuovo disegno di legge, che, nei fatti, è identico al “vecchio” ddl Cirinnà. Si tratta, appunto, di una operazione gattopardesca, che serve soltanto a troncare il dibattito in Commissione. E’ un trucco per bypassare il lavoro in Commissione, dove il vecchio disegno di legge è sostanzialmente bloccato per l’esame dei numerosi emendamenti presentati in gran parte da Ncd. Lo scopo del Pd è andare direttamente in Aula, forzando i tempi. Questa per noi è una violenza che umilia il Parlamento, che si chiama così proprio perché su una proposta di legge prima di tutto si discute, si parla, soprattutto quando il tema - come in questo caso - vede gli italiani profondamente divisi. Il voto è l’ultimo atto di un percorso legislativo, andare in aula senza esaminare gli emendamenti e svolgere un dibattito è semplicemente vergognoso.

Le variazioni sul testo sono di pura forma: non si tocca la stepchild adoption, che legittima l'utero in affitto, resta in piedi la costruzione simil-matrimoniale, con i relativi riferimenti al codice civile, e anche la pensione di reversibilità, negata invece ai conviventi eterosessuali, anche se con figli. Quindi sostanzialmente non è cambiato nulla?

Direi proprio di no. Area Popolare in Commissione al Senato ha chiesto estrema chiarezza su due nodi in particolare: adozioni e utero in affitto, che per noi sono inaccettabili. Nel nuovo ddl Cirinnà rimane la stepchild adoption, che legittima l'utero in affitto, e resta in piedi tutto l’impianto che vuole equiparare le unioni civili al matrimonio. In particolare, è proprio sull'atteggiamento nei confronti delle nuove forme di compravendita dei bambini e di riduzione ad oggetto del corpo femminile, che si misureranno le reali intenzioni della sinistra sulle unioni civili: si tratta di riconoscere diritti ai conviventi o di legittimare, attraverso l’utero in affitto, il nuovo mercato del corpo femminile? La normativa italiana è stata finora ispirata al principio per cui il corpo umano non può essere comprato, venduto o affittato; è su questo che chiediamo risposte chiare alla sinistra.

 Può spiegare cosa è la pratica dell’utero in affitto e la stepchild adoption?

 “Utero in affitto”, “gestazione conto terzi” o “maternità surrogata” sono diverse espressioni usate per spiegare un fenomeno purtroppo in espansione in tutto il mondo: quello di donne bisognose, che, a pagamento, affrontano una gravidanza e un parto sapendo che poi cederanno il neonato a qualcuno che glielo ha commissionato. Si tratta di un vero e proprio mercato del corpo femminile. Chiaramente, il nodo cruciale di questo nuovo mercato è legato alle pratiche di procreazione assistita: avere un figlio, per una coppia omosessuale, vuol dire infatti ricorrere alla compravendita degli ovociti o del seme maschile e, nel caso di una coppia di uomini, all’utero in affitto. Utero in affitto e stepchild adoption sono fortemente legate, perché una volta che una coppia omosessuale ha ottenuto un bimbo in questo modo,  in un paese in cui questa pratica è legale, torna in Italia e chiede che questo venga adottato dal proprio compagno. In sintesi, si tratta di questo: la possibilità, per una coppia omosessuale,  di far adottare al proprio partner il figlio avuto tramite utero in affitto, in modo da risultare “mamma” e “papà”, o meglio, genitore uno e due, di quel bimbo.

In Italia la maternità surrogata è vietata per legge, ma purtroppo le sanzioni attualmente previste - limitate agli operatori, ai medici, e in generale a chi pubblicizza e organizza queste pratiche, ma non a chi ne usufruisce - sono del tutto ignorate. Ne è una prova lampante la denuncia dell’Associazione ProVita nei confronti di una rete che opera a Milano per realizzare la maternità conto terzi. Per questo alcuni senatori di Ncd hanno presentato un pacchetto di emendamenti al testo sulle unioni civili, per rafforzare le sanzioni ed estenderle anche a chi  fa direttamente ricorso all’utero in affitto. Questa pratica di sfruttamento del corpo femminile dovrebbe essere sanzionato a livello internazionale, proprio per tutelare i diritti dei più indifesi, i bambini e le gestanti a pagamento.

Quali sono le iniziative da mettere in atto per fermare questa legge ingiusta e liberticida?

La battaglia parlamentare ci vede in minoranza, perché in soccorso al Pd c’è non solo Sel e il Movimento 5 stelle, ma anche una parte di Forza italia e del gruppo di Verdini. Noi la condurremo fino in fondo con tutti gli strumenti a disposizione, ma se la maggioranza ricorre, come sta facendo, a forzature e trucchi, lo spazio di manovra è limitato. Per molti di noi, però, è in gioco qualcosa di irrinunciabile: Ratzinger, a ragione, parlava di principi non negoziabili. Ecco: questa non è una battaglia come le altre, è una frontiera, l’ultima frontiera dell’eccezione italiana, secondo la formula coniata da papa Giovanni Paolo II. Se passa il matrimonio gay (perché di matrimonio si tratta, nonostante si chiami “unione civile”) e se si destruttura la filiazione naturale con l’utero in affitto, dopo che la Consulta ha ammesso la fecondazione eterologa, la mutazione antropologica è sostanzialmente completata. Io credo che alcuni parlamentari - e certamente lo farò io - ne trarranno fino in fondo le conseguenze.

a cura di Don Salvatore Lazzara

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