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Qual è la strategia di Renzi sul nuovo DDL Cirinnà? Come mai il governo ha accelerato la discussione, senza passare dalla commissione, in esplicita violazione dell’articolo 72 che stabilisce: “ogni disegno di legge, presentato ad una Camera, è secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una Commissione e poi dalla Camera stessa, che l’approva articolo per articolo e con votazione finale”.

A Renzi in persona non interessa nulla di unioni civili né di stepchild-adoption. Si pronuncia solo se chiamato pubblicamente a farlo e sol perché le associazioni LGBT premono su alcuni esponenti del Pd che a loro volta pongono la questione all’interno del partito. Questo cinismo opportunista però è molto grave e irresponsabile (certamente non cristiano), perché stiamo parlando del diritto di famiglia, una parte delicatissima dell’ordinamento che incide sulle fondamenta della società: matrimonio, adozione, genitorialità, filiazione. L’arrivo delle unioni civili in Aula senza passaggio in Commissione è gravissimo, ma è un atto sostanzialmente propagandistico per calmare le fregole degli elettori LGBT. La questione politica resta rovente, la partita è del tutto aperta e peraltro soggetta alle altre intemperie della legislatura. Ncd, forza di Governo, è a un punto di svolta: Giovanardi e Roccella hanno detto che non si sentono più in dovere di votare la fiducia, e Gaetano Quagliariello ha chiesto espressamente di chiudere il “capitolo Renzi”. Le associazioni devono continuare a premere su questi rapporti di forza per far pendere la bilancia a favore della famiglia.

Nonostante gran parte del popolo italiano sia per il riconoscimento dei diritti individuali (ampiamente recepiti dall’ordinamento), non accetta la totale parificazione al matrimonio e all’adozione di un bambino da parte di due omosessuali. Da dove nasce questa nuova “urgenza” del Governo?

Ogni tanto esce un sondaggio che dà gli italiani favorevoli alle “unioni civili”. Ma le unioni civili non sono un istituto giuridico tipico, il loro contenuto cambia da Paese a Paese e negli ultimi mesi lo stesso ddl Cirinnà ha subito significativi mutamenti. Può essere la totale equiparazione delle coppie omosessuali alla famiglia (modello Cirinnà) o l’accorpamento dei diritti individuali già largamente riconosciuti (modello Sacconi o Caliendo). Cioè tutto e il contrario di tutto. Come regolarsi allora? Noi sappiamo due cose per certo: il 60% degli italiani è contrario al matrimonio gay, e oltre l’80% alle adozioni gay. La Cirinnà dice che il ddl oggi in discussione ha “tutti i diritti del matrimonio”, e allora è il matrimonio, e la stepochild-adoption, cioè la legittimazione dell’omogenitorialità che gli italiani non vogliono. Ergo, queste unioni civili sono contrastate oggi da una fetta di italiani tra il 60 e l’80%. Il punto è fargli sapere di cosa si tratta, cosa che i grandi media si guardano dal fare. Non esiste dunque nessuna urgenza, se non quella di accontentare quella minima percentuale di elettorato LGBT.

Perché Alfano continua ad essere “ambiguo” sulla questione del matrimonio tra persone dello stesso sesso, sull’utero in affitto e sulle adozioni?

In questi giorni Alfano si è espresso abbastanza chiaramente contro ogni parificazione delle unioni civili al matrimonio e contro le adozioni gay. Non possono nascondere però che si è trattato di un’incursione mediatica isolata negli ultimi mesi, il che fa pensare che il segretario di Ncd non è disposto a mettere in discussione il rapporto con Renzi per salvare il matrimonio ad ogni costo. Questo mette in difficoltà parecchi esponenti del suo stesso partito, che invece sono sempre in trincea a metterci la faccia. Credo che questa situazione porterà a breve ad una qualche svolta o chiarimento, con conseguenze nel panorama politico e partitico attuale. 

Quali prospettive per il futuro?

Per il futuro immediato, sabato 17 ottobre dalle 9:30 alle 13 La Manif Pour Tous Italia anima al Teatro Adriano di Piazza Cavour a Roma la grande convention “Generazione Famiglia” (l’ingresso è libero), per rilanciare in Italia un grande movimento popolare per la famiglia, il matrimonio, i diritti dei bambini e soprattutto la libertà educativa della famiglia. In tal senso infatti presenteremo una grande strategia nazionale anti-gender: tre azioni clamorose e mirate che coinvolgeranno migliaia di famiglie e genitori in tutta Italia. L’ideologia del Gender si combatte innanzitutto evitando che infetti le nuove generazioni, che sono il futuro e la nostra riserva d’umanità. Avremo ospiti Torriero, Veneziani, Fusaro, Servidori, Gandolfini, Miriano, Gotti Tedeschi, Meluzzi, Adinolfi, Roccella, Volontè, e la presidente de La Manif Pour Tous francese Ludovine De La Rochére. Più in generale, l’intero Comitato Difendiamo I Nostri Figli sta considerando l’eventualità di una nuova, grande manifestazione di piazza a Roma, per rispondere all’intollerabile forzatura sulle unioni civili e dire una volta per tutte che i bambini hanno bisogno di una mamma e un papà, e non di surrogati affettivi. 

a cura dello staff alla querciadimamre.it

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