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Dopo l’ondata di indignazione generale per la morte del piccolo Aylan con la faccina rivolta verso la sabbia, non sono mancati nella spirale dell’emozione generale, innumerevoli interventi, da parte di quanti nel tempo hanno causato il disastro in medioriente. Ora, tutti battendosi il petto non fanno altro che parlare di: “accoglienza”, “questione umanitaria”, “fratelli in pericolo”. Dimentichiamo un dato fondamentale: quelli che si indignano per il bimbo fotografato senza vita, in tv e nei mezzi di comunicazione,  sono gli stessi che non tolgono le sanzioni alla Siria. Nel web circolano centinaia di migliaia di foto raccapriccianti, raffiguranti bambini cristiani e yazidi, sgozzati sotto gli occhi dei genitori impotenti. Eppure nessuno ha detto qualcosa per difendere il diritto alla vita di quei poveri innocenti!

Ricordiamo la politica portata avanti dall’occidente, incapace di tutelare la propria identità, e che nel tempo ha favorito lo sviluppo dello stato islamico e la destabilizzazione dei paesi mediorientali.  Non possiamo dimenticare i continui appelli delle gerarchie religiose regionali, le quali, hanno chiesto a gran voce di stabilizzare le zone calde, per non far fuggire le minoranze dai paesi a rischio. Le vere bestie da combattere sono i tagliagole dell'Isis che uccidono uomini, donne e bambini nell'indifferenza e nel silenzio dell'Europa. Non è umanità restare inermi davanti ai massacri, alle torture, alla riduzione in schiavitù delle bambine indifese, piuttosto che commuoversi con le lacrime da coccodrillo dinanzi alla foto del piccolo Aylan. Non è umanità accogliere chi riesce a scappare e lasciare morire chi non riesce a farlo.  

1) Perchè dunque, non appoggiare l’esercito arabo-siriano, a combattere l’isis, invece di ostacolarlo, come stanno facendo gli Stati Uniti alla notizia dell’aiuto mandato dalla Russia per sconfiggere i terroristi dello stato islamico?

2) Come mai non vengono fermati i finanziatori dell’isis?

3) E’ vero che la rivista Limes aveva scritto che lo stato islamico stava pianificando una nuova invasione? Ciò che sta succedendo in Ungheria sta in questo contesto?

Venerdi mattina un primo contingente di 40 soldati della fanteria di marina russa e' sbarcato nella base navale russa di Tartous. Ufficialmente questo primo gruppo di soldati russi avra' il compito di addestrare le unita' delle Forze di Difesa Nazionale siriane nelle province di Latakia, Tartous e Homs. Nonostante la propaganda diffusa in occidente dall'opposizione siriana, le truppe russe non verranno impiegate in combattimento ma supporteranno in compiti di addestramento ed intelligence le Forze armate siriane. Questo primo contingente e' attualmente stanziato nelle citta' di Slunfeh, Jableh (Latakia) e Homs.

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L’Europa e gli Stati Uniti con gli alleati dei paesi del golfo, -commenta Antonio Scandaluzzi-,   stanno rispondendo con il solito buonismo affaristico che ci condannerà all'islamizzazione. Quando Al-Baghadi parla lo fa con ragion veduta. Hanno aperto un nuovo canale, gli islamici del califfato offrendo milioni di dollari a scafisti turchi e alla stessa Turchia che poi li utilizza a sua volta per cercare di eliminare i curdi che stanno sul confine più sfortunato del mondo che è quello turco-iracheno-siriano. Non c'è niente di drammatico, è tutto pianificato studiato nei minimi dettagli. Milioni di persone che invadono un'Europa impossibilitata ad accoglierli e con il solo scopo che gli jihadisti al loro interno, sfruttando il caos che inevitabilmente si crea e svia l'attenzione delle forze di sicurezza, abbiano tutto lo spazio e il tempo possibile per l'effettuazione di attentati e di attacchi ai posti di potere e ai luoghi civili dell'Europa. L'unico che ha capito cosa sta succedendo è Orban, il primo ministro ungherese, che quando ha letto i dispacci del Daesh, su questo piano, programmato in primavera ha cercato di tappare il buco della nave che stava per sprofondare con il reticolato al confine con la Serbia!" I guai sono serissimi e l'invasione è appena all'inizio. Sulle coste libiche e intorno ad Alessandretta sono stipati circa 4 milioni di persone che l'Isis si prepara a mandare dall'altra parte del Mediterraneo. L'Europa deve capire che questo è un atto di guerra, il tentativo di sovvertire l'equilibrio demografico di un intero continente per la conquista del potere tramite attentati delle migliaia di jihadisti che si infiltreranno.

Qui è questione di politica estera mondiale urgente. Non bastano più respingimenti e centri di accoglienza in Nord Africa. Qui bisogna capire che è ora che l'Occidente smetta di flirtare con quei governi che sostengono moralmente ed economicamente lo stato islamico: il Qatar, gli Emirati Arabi, la Turchia, la Nigeria, l'Arabia Saudita, gli Stati del SubSahara ed è ora che a Bruxelles scelgano con chi parlare in Libia e per me l'unico interlocutore è il governo di Tripoli, l'unico ad opporsi realmente agli islamici del Califfo. Finché l'Occidente, anche a costo di perderci affari da miliardi di dollari con questi stati canaglia, non adotterà una politica differente e inflessibile, il Daesh si rafforzerà e l'invasione, di cui siamo solo all'inizio, ci inonderà senza ostacoli. E la storia del bambino morto sulla spiaggia in Turchia? Propaganda studiata dai terroristi per accattivarsi le simpatie dei buonisti di sinistra e di destra europei. Se ogni giorni facessimo delle foto sulle spiagge libiche ne troveremo 50 di questi poveri bambini, vittime di una invasione strumentale ai loro piani di potere". 

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“Il Vecchio Continente si è dunque convertito all’accoglienza incondizionata? Così sembrerebbe. Eppure, se da un lato non ci si può che rallegrare per quanti sono fuggiti da morte certa, dall’altro – ad una riflessione appena più attenta – i conti non tornano. Infatti l’Europa che oggi quasi aborrisce le frontiere, non è la stessa i cui Stati, ieri, si sono resi responsabili della guerra in Libia? E se sì, dove sono le scuse per quell’orrore che tante fughe di disperati, e dunque tante vittime (pure) sul Mediterraneo ha causato, tenendo presente che nel 2010 v’erano appena 4.406 sbarchi, meno 88% dall’anno prima? «In Siria e in Libia qualche errore la comunità internazionale l’ha pur fatto», ha timidamente dichiarato Renzi alla Festa nazionale dell’Unità. Capito? «Qualche errore», nulla di più.

E la Germania, che ora si atteggia nuova guida morale dell’Europa, non è lo stesso Paese il cui Governo si è finora ben guardato dal rispondere all’appello-denuncia pubblicamente rivoltogli contro l’embargo alla Siria per sanzioni – che l’Unione europea fieramente appoggia ed elenca (cfr. The European Union and Syria, doc. 131018/01: 5/2/2015) – in teoria rivolte a personaggi del regime, ma le cui conseguenze, manco a dirlo, gravano anzitutto sull’affamato popolo siriano, chissà come mai, ora in fuga? Continuando, come mai i governati europei e le autorità occidentali tutte ora convertite – sarebbe, ironicamente, il caso di dirlo – sulla via Damasco, non solamente combattono (quasi) solo a parole, per il momento, l’Isis, ma non si rendono conto che, oltre ad accogliere i siriani in fuga, si dovrebbe quindi evitare che i siriani fuggano, cosa che, al di là di difficoltà logistiche legate all’accoglienza, concretizza sempre il rischio – sollevato dal giornalista siriano Mustafa al-Mikdad – della perdita di risorse capaci, domani, di ricostruire il Paese?

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Nella consapevolezza che le risposte a simili domande faticheranno a breve ad arrivare, sempre che un giorno poi arrivino, è a questo punto il caso di riportare fedelmente le parole di un appello che – possiamo contarci – la grande stampa non divulgherà affatto. "Ai governi occidentali dico che il punto centrale non è accogliere e ospitare i profughi, ma fermare il conflitto alle radici. Tutti devono essere coinvolti, dall’occidente alle nazioni arabe, dalla Russia agli Stati Uniti. Questo è ciò che aspettiamo, la pace. Non parole sui migranti e discorsi sull’accoglienza". Sono frasi del patriarca Gregorio III Laham, non di Matteo Salvini o di qualche altro sospetto nazistoide. Ciò nonostante state pure sicuri che – come si diceva – non troveranno né visibilità, né ascolto. Perché la giostra del buonismo gira ora a mille e con la massima copertura mediatica, come ciascuno può constatare, ed interromperla vorrebbe dire guastare il falso mito della buona Europa. Un peccato mortale.

Il video propone le parole pronunciate dal Premier Renzi, sulla questione degli immigrati. E' lecito chiedersi: come mai non è stato tolto l'embargo alla Siria, che permetterebbe un controllo ed un aiuto più importante al popolo siriano? Senza le sanzioni, il flusso migratorio diminuirebbe! E' più facile parlare piuttosto che agire concretamente per salvare il medioriente dagli interessi di quanti non hanno a cuore la stabilità della zona, ma soltanto la tutela dei personali interessi economici e geopolitici.  Ecco le parole del presidente del Consiglio: “Non c'è il Pd contro le destre, ci sono umani contro le bestie. Dobbiamo tornare a essere umani”, dice riferendosi ai profughi. E ai militanti del Pd che l’ascoltano: “Basta dire no, c'è chi dice sì e crede nell'Italia. Noi siamo l’Italia che dice sì”. Gli immigrati non si aiutano con i comizi, ma con la Verità". 

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Don Salvatore Lazzara

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