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Subito dopo il clamore suscitato dai funerali del boss mafioso della Capitale Casamonica, sul web, ma anche nel dibattito pubblico e politico -come sempre avviene per questi casi-, abbiamo ascoltato le posizioni più diverse e disparate. Un misto di accuse alla Chiesa, alla politica, alle forze dell’ordine, hanno messo in luce seri problemi di immagine, governabilità, ma soprattutto di trasparenza ed onestà nell’amministrazione della città nel suo rapporto con i gruppi malavitosi, che come è stato dimostrato in questo caso, hanno superato ogni regola per affermare con segni e simboli la superiorità del loro potere rispetto a quello dello Stato. Giustamente si è parlato di “ferita inferta all’Italia”, “all’onestà della maggior parte dei cittadini”, alla “cattiva gestione della sicurezza”. La vicenda ha fatto emergere spettri inquietanti: che ruolo ha avuto la Chiesa nella faccenda? E la politica? Perché il parroco ha permesso l'affissione di quei manifesti all'esterno della chiesa? E’ possibile che non si è accorto di nulla? Che non sapeva? Quesiti inquietanti, lo stesso sacerdote ha provato a chiarire in un post pubblicato nel sito della parrocchia:

“"Molte le e-mail pervenutemi sul funerale al boss dei Casamonica. Alcune con domande altre con insulti… Provo a dire la mia. Credo di aver fatto solo il mio dovere. Sono un prete, non un poliziotto e nemmeno un giudice. Se una persona viene da me chiedendo di confessarsi, lo confesso; se un’altra si accosta alla comunione gli porgo l’ostia, non gli chiedo la fedina penale, se un signore mi chiede di celebrare il funerale di un suo congiunto lo celebro; non è scritto da nessuna parte che debba indagare chi è, tanto più che l’addetto di sagrestia, compilando il foglio per il funerale, sotto dettatura della persona venuta a prenotarlo, alla voce “notizie che si desidera tenere presenti nella celebrazione eucaristica” ha scritto: “ praticante cattolico”. Se vuoi continuare la lettura della lettera  clicca qui.

La risposta alla sua lettera, può essere confrontata con l’impegno delle “Chiese di frontiera”, nella lotta alla criminalità organizzata secondo le diverse denominazioni: mafia, camorra, sacra corona unita ‘ndrangheta… E’ stata sottolineata chiaramente l’incompatibilità tra Vangelo e vita mafiosa. Diversi vescovi hanno proibito con appositi decreti la celebrazione dei riti esequiali a persone palesemente legate a forme di aggregazione malavitose, definite strutture di peccato anti evangeliche e anti umane. Dunque non ci può essere compatibilità tra Chiesa e mafia. Lo ha ricordato per ultimo Papa Francesco, durante l'indizione dell'Anno della misercordia, invitando i mafiosi a pentirsi e cambiare vita. 

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Il pensiero dell’Arcivescovo di Campobasso Bojano-. I funerali di Vittorio Casamonica sono "un fatto gravissimo, che tuttavia può aiutare la Chiesa a fare un passo in avanti. Fino a comprendere che il male è vicino a noi, e a volte può arrivare fin sotto l'altare". Secondo Bregantini, le esequie show di Casamonica possano aiutare la Chiesa tutta "a guardare con maggiore realismo il territorio che la circonda". "La Chiesa di Roma ha l'occasione di comprendere che il suo territorio non è privilegiato, non è migliore di altri. La mafia, la 'ndrangheta, la camorra sono realtà presenti in tutta l'Italia. E rendersene conto è la prima cosa da fare".   Per il monsignore il parroco romano ha fatto bene a celebrare i funerali, "anche se - dice - io per primo soffro con lui e con tutta la Chiesa di Roma per quanto accaduto. Anche a me in Calabria capitò un caso analogo. I mafiosi usano funerali e processioni in modo violento, per affermare se stessi, imporre la propria forza. In questo senso la Chiesa calabrese molto ha sofferto e ora ha molto da insegnare alle altre Chiese. Sono uscite nuove direttive e questa sofferenza può essere oggi utile a in particolare a Roma, che forse fino a l'altro ieri non pensava di dover vivere la medesima difficoltà. (Fonte: rainews). 

L’intervento di Mons. Pennisi-. "Sono rimasto disgustato nel vedere il video e le foto di un funerale trasformato in una sceneggiata napoletana che aveva come scopo non tanto quello d'invocare la misericordia di Dio su un uomo che aveva tanti peccati da farsi perdonare ma quello di esaltare un capo di un clan di stampo mafioso". Lo dichiara monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, commentando per Famiglia Cristiana i funerali in pompa magna del boss Vittorio Casamonica. Per anni sotto scorta a causa delle minacce e delle intimidazioni, in qualita' di vescovo di Piazza Armerina, Pennisi aveva proibito il funerale pubblico e solenne di un boss di Gela. Dopo essere stato nominato alla guida della diocesi di Monreale, invece, ha stabilito, con decreto, che le Confraternite della sua diocesi non possono accogliere nei loro organigrammi, tra gli altri, gli autori di "reati disonorevoli" e "gli appartenenti ad associazioni mafiose". "Sono rimasto negativamente colpito dagli striscioni appesi alla facciata della Chiesa in cui il defunto veniva rappresentato come un papa con tanto di croce pettorale e come un re che dopo aver spadroneggiato nella capitale doveva regnare in cielo. Erano necessari piu' vigilanza e coordinamento tra pubblici poteri e parrocchia" (Fonte: AGI). 

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L’imbarazzo del Vicariato-. "Imbarazzo" per le "scene hollywoodiane" in occasione dei funerali del boss Vittorio Casamonica. E’ quanto hanno espresso, secondo diverse agenzie di stampa, fonti del Vicariato aggiungendo che all'interno della chiesa “la celebrazione funebre si è svolta regolarmente, senza alcun elemento di disturbo del clima religioso, come era stato sicuramente richiesto dal parroco”. Durante la Messa si è parlato solo di misericordia, di speranza e di pentimento. Quello che è avvenuto all'esterno – hanno aggiunto fonti del Vicariato - è stato fatto senza autorizzazione, anche se non era il parroco ad avere la competenza. Approfondisci la notizia cliccando qui.

La posizione dell'Osservatore Romano-. Da una parte la preghiera per i defunti, dall'altra “lo spettacolo mediatico, l'ostentazione di potere, la strumentalizzazione chiassosa e volgare di un gesto di elementare pietà umana e cristiana come il funerale”. Così l'Osservatore Romano interviene sul funerale di Casamonica parlando di «scandalo». “Non c'è spazio per zone d'ombra”: lo scrive il giornale del Papa, commentando la posizione della Chiesa nei confronti della mafia dopo il funerale di Casamonica. Il quotidiano ricorda la 'scomunica' del Papa per i mafiosi. Sulla presunta “acquiescenza da parte della comunità cattolica”, “nulla di più lontano dalla realtà”.

Sorprende che su questo fronte -commenta Alfredo Mantovano per la nuova Bussola quotidiana -, "sia pure in modo diverso provincia per provincia e diocesi per diocesi - si siano sviluppate negli ultimi anni sensibilità e reazioni in Sicilia, Campania e Calabria, da parte delle Chiese locali e delle persone oneste: lì dove cosa nostra, camorra e ndrangheta  esistono da secoli, sono radicate e hanno formato mentalità e ambienti; e invece questa sensibilità si sia rivelata clamorosamente assente nella Capitale. Sono anni che in quelle regioni Vescovi coraggiosi affrontano la questione con documenti pastorali e/o con decisioni riguardanti singoli casi: basta ricordare, fra gli altri, quanto hanno detto e fatto l’Arcivescovo di Reggio Calabria mons. Morosini, a proposito delle infiltrazioni criminali nelle processioni, o l’Arcivescovo di Monreale mons. Pennisi, che ha imposto per capi mafiosi le esequie al di fuori di edifici religiosi importanti e senza clamore di folla. Spesso le prese di posizione di questi Pastori sono state e sono appoggiate - ciascuno per la parte di propria competenza - dai rappresentanti dello Stato sul territorio, in primis i prefetti, proprio perché la partita non è soltanto religiosa. E questo - lo si ripete - in contesti certamente più difficili rispetto a quello romano, con confratelli di quei Vescovi che hanno evitato di prendere analoghe posizioni, trincerandosi dietro il “non lo so”, “non mi interesso di queste cose”, “non ho visto nulla di strano”.

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La responsabilità della politica-. Sotto la lente di ingrandimento dei media  è passata l’amministrazione capitolina, incriminata di non vigilare abbastanza nell’ordine pubblico: “chissà cosa ne penserebbero Romolo, Numa Pompilio, Tullio Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo circa lo sfarzoso funerale dell'acclamato Re di Roma!!! Loro che si sono fatti il "mazzo" per 243 anni al fine di edificare la Città, dotarla di istituzioni civili e religiose per governare un popolo ancora ad uno stato semibarbarico, costituire, inoltre, un esercito formidabile per difenderla da Sabini, Volsci, Etruschi, Rutuli...Ridendoci su direbbero:"che fortuna che ha quello lì!!! Noi, ai nostri tempi, ci siamo affannati e lui, invece, è nato in un epoca in cui per essere acclamato re di Roma basta avere un pò di agganci e un pò di soldi da spendere, meglio ancora se provenienti da attività illecite in barba alle leggi dello Stato!!!" Ma sarebbe lo scherzo di un momento, perchè l'istante dopo cadrebbero nello sconforto e piangerebbero amaramente pensando a quanto poca dignità hanno le genti che oggi popolano la Città che, più di tutte, ha dato una Civiltà all'Occidente! E io piango con loro, piango per Roma sperando che, un giorno, chi la vive e chi la governa ritrovi quell'antica e perduta dignità!” (Raffaele Vallefuoco).

"Mi stavo chiedendo: quanti elicotteri senza autorizzazione staranno sorvolando in questo momento le città italiane? Peccato che nessuno lo sappia. Se non fosse stato per la rilevanza mediatica dei funerali del boss Casamonica non avremmo mai saputo che un elicottero partito da Napoli ha sorvolato senza autorizzazione Roma e ha lanciato (bontà sua) petali di fiori (e non bombe). Il premier Renzi tace (proprio lui che di solito parla senza sosta) e Alfano chiede informazioni “urgenti” in giro dimenticando di essere lui il Ministro dell'Interno. L'unica cosa certa è che l'inadeguatezza di questo Governo sta facendo vivere all'Italia una pericolosa emergenza sicurezza” (Giorgia Meloni).

“Caso Casamonica: tutti si scagliano contro parroco e chiesa cattolica, poi scopriamo che tutti sapevamo: Comune , prefettura , questura, carabinieri , vigili urbani , e tutti ora praticano lo scarica barile.  E’ vero e tutta colpa del prete...” (Baris Damiano).

Un permesso straordinario firmato dal presidente della prima sezione della Corte d’Appello Giorgio Maria Rossi (nella foto) e trasmesso alla tenenza dei carabinieri di Ciampino. Oggetto: consentire ad Antonio Casamonica, figlio di Vittorio, che è agli arresti domiciliari -  di partecipare ai funerali del padre. Approfondisci la notizia cliccando qui e qui.

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Non poteva mancare il comunicato dei vigili urbani: alle 10 circa abbiamo ricevuto una chiamata in sala radio che avvertiva di una imminente partenza e arrivo di un corteo di circa 600 macchine con annessi e connessi costituenti un corteo funebre,con tanto di carro funebre. A quel punto si è cercato in modo estemporaneo di creare meno disagio possibile al quartiere, anche perché lungo tutto il tragitto eravamo presenti solo noi. Approfondisci la notizia, cliccando qui.

Le scuse del sindaco di Roma: Ignazio Marino si era chiamato fuori, ma ora le imprese di pompe funebri tirano in ballo il Comune di Roma. Stiamo parlando del caso dei funerali di Vittorio Casamonica, il boss romano che è passato a miglior vita tra carrozze barocche, petali di rosa lanciati da un elicottero e manifesti che lo salutavano come nuovo “Re di Roma.” Approfondisci la notizia, e clicca qui.

Funerali Casamonica, l'ira del Vaticano. Al Viminale la relazione Gabrielli: "Una catena di errori gravi"-. Il prefetto di Roma pronto a consegnare ad Alfano un dossier dopo gli approfondimenti chiesti a carabinieri, vigili e Questura. Il ministro: "Lunedì decisioni perchè questo non accada mai più". Il legale della famiglia: "Tutti sapevano". Fonti dell'Arma: "Avvisati uffici competenti e commissariato". Il Copasir: "Con questi controlli può accadere di tutto". Minacciato giornalista nell'eliporto di Terzigno. Apprfondisci la notzia, cliccando qui.

La reazione della famiglia-. Casamonica, lo sfogo dei parenti: "Era il nostro Papa, ci state disonorando". Dopo le polemiche per i funerali hollywoodiani del boss Vittorio Casamonica, capo dell'omonimo clan romano, i parenti si sfogano con i giornalisti. "Noi onoriamo sempre così un defunto, avete scritto senza conoscere settant'anni di storia". Forze dell'ordine e polizia giudiziaria sapevano del funerale di Vittorio Casamonica: lo sottolinea l'avvocato Mario Giraldi, storico difensore della famiglia dei Casamonica, spiegando che il giorno del decesso era stata informata la Corte di appello di Roma. “Il giorno della morte di Vittorio - spiega il penalista - ho presentato istanza alla Corte d'appello per ottenere che il figlio agli arresti potesse partecipare ai funerali. Lo stesso giorno le forze dell'ordine hanno effettuato il sopralluogo nella casa”. Le forze dell'ordine su richiesta dell'autorità giudiziaria si sono recate nell'abitazione dove viveva Vittorio, insieme ai figli, per effettuare una sorta di controllo ed erano quindi perfettamente a conoscenza del fatto che il giorno successivo - conclude il penalista - si sarebbero svolti i funerali”. (Fonte: Tgcom24). 

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"Da ultimo. Nel giro di pochi giorni per tre volte in altrettanti quartieri di Roma è accaduto che agenti di polizia, impegnati a eseguire arresti di spacciatori, siano stati bloccati e malmenati da gruppi di abitanti dei quartieri stessi: fatti gravissimi, che avrebbero meritato riflessione e seguito operativo. Invece la loro eco è durata qualche ora sui media e non è successo nulla. Che cosa doveva accadere? Qualcosa che, ripristinando nel rispetto della legge l’autorità dello Stato, sconsigliasse per il futuro comportamenti simili ai responsabili, ai complici e ai conniventi: per esempio, l’esecuzione di perquisizioni a tappeto alla ricerca di armi nelle abitazioni dei pregiudicati dei quartieri stessi, controlli continui e serrati per strada, anche per violazioni amministrative… L’assenza di reazione trasmette un solo messaggio: si può fare; quindi, si può ripetere. Se lo sfarzoso funerale di Vittorio Casamonica resterà senza conseguenze, e se la reazione non avrà il medesimo impatto di immagine che ha avuto il rito blasfemo di due giorni fa, il messaggio sarà che Roma può essere oltraggiata e lo Stato italiano dileggiato senza pagare dazio" (Alfredo Mantovano). 

Conclusioni-. Alle reazioni contrastanti, incoronate dal classico scarica barile, non ci sono commenti da aggiungere.  Abbiamo ancora una volta dimostrato la debolezza della cosa pubblica nei confronti degli onesti cittadini. La mancanza di etica nella politica, genera quella forma di corruzione morale e pratica che incide nel tessuto sociale rendendolo disponibile alle varie forme di malavita organizzata, che si sostituiscono allo Stato e alle leggi. Ogni istituzione, non solo deve riconoscere le personali responsabilità senza cercare di scagionarsi, ma soprattutto devono avere il coraggio di ripulire dalle incrostazioni della corruzione, con una sana dose di legalità, tutti gli apparati che interagiscono con il popolo.

Quello che è accaduto giovedì mattina a Roma –continua Alfredo Mantovano-  è stato il festival del “non sapevo”, “non avevo informazioni”, “nessuno lo aveva segnalato”, “se mai me lo avessero detto…”: da parte delle autorità in qualche modo coinvolte, da quelle religiose a quelle della sicurezza. Il fatto è accaduto; è coinciso con una sconcertante affermazione di presenza mafiosa nel cuore della Cristianità, avendo come cornice una delle chiese più grandi della Capitale; non è stato né prevenuto né interrotto; ha realizzato oggi a Roma quello che da qualche anno è ostacolato a Vibo Valentia, a Castellammare di Stabia o a Trapani. A ogni romano e a ogni italiano interessa fino a un certo punto sapere di chi sono le colpe, pur se ci si augura che chi di dovere svolga gli accertamenti necessari; interessa di più capire come fare in modo che gesta simili non si ripetano in futuro”.

Intanto ironia della sorte, Casamonica è stato sepolto vicino a Roberto Mancini il super poliziotto morto per aver indagato sui veleni della terra dei fuochi. Sarà un'altra coincidenza? Da quando ho saputo, mi viene in mente la livella di Totò , che consegno a tutti volentieri affinchè possiamo riflettere sul futuro dell’Italia e quindi di ciascuno di noi….

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