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Don Maurizio Patriciello parroco di Caivano in provincia di Caserta, conosciuto dal grande pubblico per l’impegno nel difendere la terra dei fuochi dagli interessi della camorra a scapito della collettività, svela un periferico ma eloquente retroscena dei Vatileaks che ha intorbidito le acque intorno all’amministrazione delle risorse economiche e finanziarie della Chiesa. Si tratta di un “documento inedito esclusivo”, o meglio un “colloquio riservato”, che sarebbe dovuto rimanere segreto e invece – ironia della sorte – esce allo scoperto per suggerisce qualcosina sui reali moventi che si celano dietro l’ennesima fuga di notizie cominciata dagli uffici della Santa Sede e terminata in libreria. Quali sono le finalità e gli impieghi dei beni che appartengono al Vaticano? I Beni, presi nel loro complesso si presentano come ingenti, sono in realtà finalizzati a sostenere nel tempo attività di servizio vastissime gestite dalla Santa Sede o istituzioni connesse, sia a Roma, sia nelle diverse parti del mondo. Le origini delle proprietà di questi beni sono varie, e vi sono a disposizione da tempo anche strumenti adatti per conoscerne la storia e gli sviluppi: ad esempio, è bene informarsi sugli accordi economici fra Italia e Santa Sede nel contesto dei Patti Lateranensi e sulla opera di impostazione di una efficace amministrazione, svolta da Pio XI con l’aiuto di ottimi ed esperti collaboratori, opera comunemente riconosciuta come saggia e lungimirante anche negli aspetti di investimenti all’estero e non solo a Roma o in Italia.

Ecco la testimonianza di Don Maurizio che svela la “cattiva fede” di Nuzzi nella gestione della fuga dei documenti riservati:

“Lunedì 12 ottobre, ricevo sul mio cellulare un messaggino da un numero sconosciuto: «Buongiorno, don Maurizio, sono Gianluigi Nuzzi, scrittore e conduttore di Quartogrado su Rete4. Volevo chiamarla per parlarle brevemente di una cosa. Quando posso disturbarla? Grazie. A presto». Chiamo io. Una chiacchierata cordiale. Nuzzi mi chiede se ho avuto modo di leggere qualche suo libro. Risposta affermativa. Aggiungo che non sono di quelli che a tutti i costi vogliono difendere chi si è reso colpevole di scandali e abusi nella Chiesa. Siamo servi della verità non della menzogna. Nuzzi mi propone di essere accanto a lui a Roma il giorno 9 novembre 2015 quando in una «importantissima conferenza stampa» presenterà il suo ultimo libro. "Perché mai avrà pensato a me?", mi domando. Gli chiedo, allora, di inviarmi subito il libro per poterlo leggere e meditare con serenità per poi decidere di conseguenza. Nuzzi si segna il mio indirizzo e-mail e ci salutiamo. Dopo qualche giorno ritelefona. Comprendo subito che ha difficoltà a mandarmi il libro, per cui senza perdere tempo gli dico: «Gianluigi, guarda che stai parlando con una persona seria…». Il libro non arriva. Ancora qualche giorno e richiama: «L’editore – dice – non è d’accordo sull’invio». Bene, possiamo anche salutarci. Invece mi propone di venire a Napoli personalmente per «spiegarmi» il libro. Resto basito. «Gianluigi, ma che dici? Tu che sei uno scrittore non sai che un libro si legge e non si spiega?». Insiste. Superfluo sottolineare che sulla base di quella "spiegazione" avrei dovuto a mia volta commentare il libro in una «conferenza stampa internazionale». Insisto anch’io: posso eventualmente parlare solo di ciò che conosco. Nuzzi annota di nuovo il mio indirizzo promettendo di inviarmi il libro. Il libro non è mai arrivato. E lo scrittore non si è fatto più sentire. Sono rimasto con la sensazione che volesse tirarmi un tiro mancino. Da questi strani modi di fare, naturalmente, sono distante mille miglia. Forse Nuzzi non poteva immaginarlo”.

Dalla descrizione accurata trasmessa da don Patriciello, sicuramente le buone intenzioni di aiutare il Papa, non sono presenti nei piani del giornalista. L’unico obiettivo è quello di fare scoop, ed avere il potere mediatico sotto i suoi piedi. Effettivamente l’operazione è riuscita. Dopo la pubblicazione dei libri sotto Benedetto XVI, non aveva avuto più “visibilità”. Ora è ritornato alla ribalta. Dispiace solo che parlando di Nuzzi e dei suoi libri, aumentiamo esponenzialmente la popolarità, e quindi secondo le tecniche comunicative, giunge all’obiettivo fissato: “non è importante dire la verità, basta che se ne parli e tutto si trasforma in verità”. Paradossalmente i giornalisti, che hanno amplificato le notizie, occupandosi delle finanze della Santa Sede, hanno omesso un piccolo particolare: la montagna di denaro che incasseranno con l’uscita dei loro libri, sarà data i beneficenza, come auspicano per le finanze della Santa Sede, oppure finirà nelle loro tasche per acquistare appartamenti, ville, macchine e vacanze di lusso?

Padre Federico Lombardi ha affermato che il Vaticano sta procedendo senza incertezze sulla strada della trasparenza e della buona amministrazione. La pubblicazione di due libri che hanno per argomento istituzioni ed attività economiche e finanziarie vaticane è oggetto di curiosità e di commenti largamente diffusi. Facciamo alcune osservazioni. Com’è noto, una buona parte di ciò che è stato pubblicato è il risultato di una divulgazione di notizie e documenti di per sé riservati e quindi di un’attività illecita che viene quindi perseguita penalmente con decisione dalle competenti autorità vaticane. Vedremo quali saranno le misure che la Santa sede deciderà di utilizzare nei confronti dei giornalisti implicati nel nuovo scandalo vaticano.

Da quale commissione sono partiti i documenti riservati? La COSEA (Commissione Referente di Studio e Indirizzo sull’Organizzazione delle Strutture Economico-Amministrative della Santa Sede) dal cui archivio proviene buona parte della informazione pubblicata, era stata infatti istituita dal Papa il 18 luglio 2013 a tale scopo e poi sciolta dopo il compimento del suo incarico. Non si tratta quindi di informazioni ottenute in origine contro la volontà del Papa o dei responsabili delle diverse istituzioni, ma generalmente di informazioni ottenute o fornite con la collaborazione di queste stesse istituzioni, per concorrere allo scopo positivo comune. Il Santo Padre, con la costituzione della COSEA, e con le decisioni e iniziative che sono tuttora in corso di sviluppo e attuazione, ha messo in atto la riorganizzazione dei Dicasteri economici, la nomina del Revisore generale, il funzionamento regolare delle istituzioni competenti per il controllo delle attività economiche e finanziarie, ecc., sono una realtà oggettiva e incontrovertibile.

La strada della buona amministrazione procede senza incertezze. Naturalmente, precisa Padre Federico Lombardi, ciò non rende in alcun modo ragione al coraggio e all’impegno con cui il Papa e i suoi collaboratori hanno affrontato e continuano ad affrontare la sfida di un miglioramento dell’uso dei beni temporali al servizio di quelli spirituali. Questo invece è ciò che andrebbe maggiormente apprezzato e incoraggiato in un corretto lavoro di informazione per rispondere adeguatamente alle attese del pubblico e alle esigenze della verità. La strada della buona amministrazione, della correttezza e della trasparenza, continua e procede senza incertezze. E’ questa evidentemente la volontà di Papa Francesco e non manca certo in Vaticano chi vi collabora con piena lealtà e con tutte le sue forze.

Don Salvatore Lazzara

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