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Certi che all’indomani del Family Day, comunque vada, prenderà avvio una spietata lotta di numeri per spiegare come, in realtà, i partecipanti alla manifestazione fossero infinitamente meno di quellipiazza dichiarati dagli organizzatori, quei mascalzoni, facendo le pulci alle loro stime, ricambiamo subito – senza polemica alcuna, sia chiaro – il favore guardando alla manifestazione di ieri a favore del ddl Cirinnà, “SvegliatiItalia”, presentata da diversi mass media come un autentico trionfo. Ebbene, partiamo da quanto dichiarato da Piazzoni (Arcigay): «Un milione di sveglie che suonano da tutto il Paese: il Parlamento le ascolti». Un milione di sveglie? No, scusate. Un attimo. Piano. Ieri i sostenitori delle unioni civili hanno riempito 98 piazze (7 erano all’estero, e sarebbe bello vedere con che oceaniche adesioni). Ora, la piazza più gremita pare fosse quella di Torino con 7.000 presenze (a Milano i partecipanti erano 5.000). Questo significa che, anche nell’ipotesi fantascientifica che tutte le 98 piazze fossero piene come la più piena – ma siamo, ripeto, nella pura fantascienza -, al milione di sveglie mancherebbero comunque oltre 300.000 partecipanti che nessuno può aver visto da nessuna parte. Lo stesso amore, dunque? Bene, allora le stesse pulci. Un consiglio: la prossima volta sparatela più piccola (Giuliano Guzzo).

In democrazia tutti abbiamo la possibilità di comunicare le personali convinzioni. Ma quando i raduni diventano luoghi per propagare odio, menzogne, sospetti, allora il tutto assume un colore e significato diverso. É possibile come ha fatto la giornalista de "l'espresso", tramite twitter invitare a PICCHIARE quanti non vogliono allinearsi al pensiero unico? Nel pomeriggio tantissime sentinelle in piedi hanno vegliato per la famiglia. Nessuno ne ha dato notizia. Perché? Se qualcuno del “Family Day”, scriveva qualcosa del genere sarebbero esplosi linciaggi mediatici di proporzioni epiche. Avrebbero gridato all'oscurantismo, e chissà a quale altra terribile manovra contro il progresso civile...

cir

 

piL'unico obiettivo era quello di guadagnare i titoloni dei media di regime, ed è stato centrato in pieno. Repubblica, Corriere della Sera, Stampa, Fatto Quotidiano, ce la mettono tutta per convincere i lettori del successo dell'iniziativa Lgbt. Del resto non è difficile organizzare le manifestazioni seduti davanti al computer. Si prende una cartina dell'Italia, si segnano 30, 40, 50, 80, 90 puntini rossi, poi si chiamano i giornalisti amici e tutto passa in redazione. I fotografi ricevono l'ordine di fare solo degli scatti ad altezza d'uomo, idem le due telecamere che si mandano, e il gioco è fatto.

E peccato se in due terzi delle città "mobilitate" c'è solo uno striscione arcobaleno, miserrimo presidio sostenuto da qualche extracomunitario bisognoso, tanto nessuno dei nostri amici giornalisti andrà a controllare, e se si accorgerà dei dati gonfiati, farà finta di nulla. Garantito. Ma va bene così. Che i giornali fossero schierati con la lobby gay non è una novità. Non importa.

La verità alla fine vince sempre, e al ‎Circo Massimo, il 30 gennaio, potrebbe addirittura trionfare sulla menzogna e sulla propaganda, anche se i media non saranno così felici di raccontare la più grande manifestazione della storia repubblicana moderna, che non è contro nessuno, ma a favore della bellezza eterna della famiglia.

Don Salvatore Lazzara

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