Papa Giovanni XXIII

A commento del Viaggio Apostolico del Santo Padre Francesco, vogliamo ricordare non solo le due storiche visite di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ma anche l'intervento radiofonico di Papa Roncalli, e l’esortazione a margine della crisi missilistica che coinvolse gli Stati Uniti e la Russia nel 1962. Dunque a Cuba, ben 55 anni fa, vi giunse anche la voce di Giovanni XXIII. E’ domenica 29 novembre del 1959, pochi mesi dopo la vittoria della rivoluzione cubana, guidata da Fidel Castro. A Plaza de la Revolución, i fedeli riuniti ascoltano con emozione le parole di Papa Roncalli, che indirizza un saluto per il Congresso Nazionale Cattolico. E’ la prima volta che la voce del Pontefice arrivava a Cuba:

Habla Radio Vaticana, desde del Palacio Apostólico del Vaticano. Trasmitimos en audiciones extraordinaria el Radiomensaje de Su Santidad Juan XXIII dirigidos a los fieles de Cuba”.

Giovanni XXII rivolgendosi ai fedeli disse: “La faz del mundo podría cambiarse si reinara la verdadera caridad... La faccia del mondo potrebbe cambiare se regnasse la vera carità; quella del cristiano che si unisce al dolore e alla sofferenza dell’infelice, che cerca per questa persona la felicità, la sua salvezza tanto quanto la propria; quella del cristiano convinto che i suoi beni hanno una funzione sociale e che impiegare il superfluo a favore di chi manca del necessario, non è una generosità facoltativa, ma un dovere".

Si el odio ha dado frutos amargos de muerte, habrá que encender de nuevo…Se l’odio ha dato frutti amari di morte, si dovrà di nuovo accendere quell’amore cristiano che è l’unico che può limare tante asprezze, superare tanti tremendi pericoli e addolcire tante sofferenze. Quest’amore consoliderà la pace sociale”.

Papa Roncalli, sottolineava che tutte le istituzioni impegnate a promuovere questa collaborazione, per ben concepite che sembrino, ricevono il loro principale punto di forza dal reciproco vincolo spirituale, che deriva dal sentirsi membri di una grande famiglia per il fatto di avere lo stesso Padre. Quindi, le parole d’ordine per promuovere il coordinamento di tutte le attività apostoliche, con l’intento di salvare la pace cristiana di Cuba e di assicurare le sue tradizioni cattoliche: "avranno un comun denominatore e raccoglieranno maggiore efficacia dalla carità vissuta da ciascuno di voi".

Un altro episodio lega il Papa buono a Cuba: Pochi giorni prima dell'intervento radiofonico per sollecitare la pace e la concordia, il mondo sembrava essere precipitato nel baratro di un conflitto nucleare. Il 22 ottobre precedente, infatti, il Presidente degli Stati Uniti d'America, John F. Kennedy, aveva annunciato alla nazione la presenza di installazioni missilistiche a Cuba e l'avvicinamento all'isola di alcune navi sovietiche con a bordo le testate nucleari per l'armamento dei missili. Il presidente statunitense aveva immediatamente imposto il blocco navale militare a 800 miglia dall'isola, ordinando agli equipaggi di essere pronti ad ogni eventualità, ma le navi sovietiche sembravano intenzionate a forzare il blocco. Di fronte alla drammaticità della situazione, Giovanni XXIII sentì la necessità di agire per la pace, rivolgendo un discorso alle parti interessate e all'umanità, per scongiurare l'imminente pericolo di guerra.

Il Radiomessaggio per l'intesa e la concordia tra i popoli fu pronunciato in lingua francese, alle ore 12.00 di giovedì 25 ottobre 1962, dai microfoni della Radio vaticana da Papa Giovanni XXIII, che si rivolse ai governanti della terra e "a tutti gli uomini di buona volontà" per scongiurare il pericolo di guerra atomica, conseguente alla crisi di Cuba tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Il messaggio era stato già consegnato - poche ore prima - all'ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede e ai rappresentanti dell'Unione Sovietica accreditati presso il governo italiano. Ecco il testo delle parole pronunciate dal Pontefice:

"Signore, ascolta la supplica del tuo servo, la supplica dei tuoi servi, che temono il tuo nome. Questa antica preghiera biblica sale oggi alle nostre labbra tremanti dal profondo del nostro cuore ammutolito e afflitto”.

La crisi iniziò il 15 ottobre 1962 e durò tredici giorni, in seguito alla scoperta dei missili, il 14 ottobre, da parte di un aereo americano Lockheed U-2, in volo da ricognizione sopra il territorio cubano. Dopo giorni di tensione, Nikita Chruščëv, vista la fermezza di Washington e di John Fitzgerald Kennedy, ordinò il ritiro dei missili in cambio della promessa di non invasione dell'isola e del ritiro dei missili Jupiter installati nelle basi di Turchia e Italia (Basilicata e Puglia), avvenuto sei mesi più tardi.

Il grido della pace ha avuto il sopravvento sugli interessi di parte perché, come avrebbe ricordato Papa Francesco, l’umanità non è chiamata a costruire muri, ma ponti di amicizia e solidarietà.

Don Salvatore Lazzara
farodiroma.it

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