Casa Bianca USA

Nel luogo simbolo della democrazia, arriva Papa Francesco, dopo aver salutato un gruppo di fedeli alla Nunziatura Apostolica. Accolto dagli onori militari, e dall’esecuzione degli inni (statunitense e pontificio), davanti a una folla composta ed attenta di circa 15.000 persone, il Presidente Americano saluta con un discorso di benvenuto il Santo Padre. A seguire, Francesco pronuncia il suo saluto in inglese (la prima volta per il Papa), interrotto diverse volte dagli applausi dei presenti. A Washington, capitale americana e centro del potere democratico, il Pontefice, in perfetto stile “Laudato sii”, si presenta con un veicolo made in Italy, una 500L Fiat, targata SCV 1, quasi a simboleggiare il desiderio di quell’universalità di scambi, incoraggiati nel nome della casa comune che siamo chiamati a costruire, al di là delle diversità di ogni singolo popolo e nazione.

Ultimamente non sono mancati gli attriti tra l’amministrazione Obama e i vertici della Chiesa cattolica in materia di libertà religiosa. I vescovi americani hanno in precedenza attaccato pesantemente il Presidente sulla riforma sanitaria. La denuncia lanciata dalla conferenza episcopale è netta: nel Paese è a rischio la libertà religiosa. Il messaggio è altrettanto chiaro. È l’ora di agire, che i fedeli reagiscano, facendo sentire forte la loro voce. ”Il governo – si legge nel documento finale della Conferenza, emanato il 06 Novembre scorso – vuole forzare le istituzioni religiose a facilitare e finanziare una misura contraria al proprio credo morale”. Il riferimento è alla cosiddetta ‘Obamacare’. La legge prevedeva, tra l’altro, la possibilità di estendere l’assicurazione sanitaria alla contraccezione anche per i dipendenti delle istituzioni religiose. ”Si tratta di una misura – denunciavano i vescovi - che porta al rimborso per tutti i metodi contraccettivi, la sterilizzazione e la pillola abortiva”’.

Qualcosa però, sembra cambiare. Il giudice John Kane, del distretto del Colorado, ha emesso una sentenza definitiva con la quale ha riconosciuto piena tutela a quanti, in nome della propria fede, non intendano assecondare la legge liberticida che il Dipartimento Salute e Servizi Sociali intendeva loro imporre. Diktat per il quale qualsiasi datore di lavoro – che sia cattolico o meno – sarebbe stato costretto ad estendere la copertura assicurativa per i propri dipendenti anche alle pratiche di sterilizzazione ed agli anticoncezionali, abortivi compresi. Salate le multe previste per gli inadempienti, ma ottemperare alla normativa avrebbe significato calpestare la propria coscienza, oltre alla Costituzione americana. Questa sentenza, come detto definitiva, ha posto fine alla diatriba, ribadendo per gli imprenditori cattolici piena tutela in virtù della legge sulla libertà religiosa vigente negli Stati Uniti d’America.

Sulla scia della sentenza, nel discorso Pontificio, Papa Francesco ha chiesto la tutela dei diritti individuali e della libertà religiosa: “Signor Presidente, assieme ai loro concittadini, i cattolici americani sono impegnati a costruire una società che sia veramente tollerante ed inclusiva, a difendere i diritti degli individui e delle comunità, e a respingere qualsiasi forma di ingiusta discriminazione. Assieme a innumerevoli altre persone di buona volontà di questa grande democrazia, essi si attendono che gli sforzi per costruire una società giusta e sapientemente ordinata rispettino le loro preoccupazioni più profonde e i loro diritti inerenti alla libertà religiosa. Questa libertà rimane come una delle conquiste più preziose dell’America. E, come i miei fratelli Vescovi degli Stati Uniti ci hanno ricordato, tutti sono chiamati alla vigilanza, proprio in quanto buoni cittadini, per preservare e difendere tale libertà da qualsiasi cosa che la possa mettere in pericolo o compromettere”.

Auspico – ha sottolineato il Papa - che tutti gli uomini e le donne di buona volontà di questa grande e prospera Nazione sostengano gli sforzi della comunità internazionale per proteggere i più deboli nel nostro mondo e di promuovere modelli integrali ed inclusivi di sviluppo, così che i nostri fratelli e sorelle ovunque possano conoscere le benedizione della pace e della prosperità che Dio desidera per tutti i suoi figli”.

E, tra un lunghissimo applauso dei presenti, Francesco invoca in perfetto inglese: “God bless America!”. Obama e Francesco prima di lasciare il luogo della cerimonia, ascoltano un inno gospel che grida “amen, amen, amen”, in ringraziamento dei doni che il Signore elargisce a quanti lo invocano con semplicità ed umiltà. Poi il saluto dal balcone che segna il termine della prima parte della visita. Sì, Dio benedica l’America e quanti costruiscono nel silenzio e con sacrificio un mondo migliore.

Don Salvatore Lazzara
farodiroma.it

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