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Alle 15:45, il Santo Padre Francesco si trasferisce alla scuola Nostra Signora Regina degli Angeli, accompagnato dall’affetto di centinaia di migliaia di persone in attesa del suo passaggio. La School of Our Lady Queen of Angels è un istituto con 282 alunni (dai 5 ai 14 anni) di cui il 69% studiano grazie a una borsa di studio. I bambini provengono da famiglie a basso reddito, i cosiddetti “dreamers”, immigrati adulti o minori non accompagnati dall’America Latina, rifugiati dall’Africa o dal Medio Oriente, e afroamericani. La scuola fa parte di una rete di sei scuole cattoliche nei quartieri disagiati di Harlem e del South Bronx, finanziate e gestite dalla fondazione caritativa cattolica “Partnership”, in stretto collegamento con l’Arcidiocesi di New York che è proprietaria dei locali. Nelle scuole citate, studiano più di 2.100 bambini, di cui quasi un quarto non parlano l’inglese.

La visita alla scuola segna il passaggio in “periferia”, dove è necessario andare per annunciare il Vangelo. Le periferie esistenziali sono i luoghi in cui “c’è sofferenza, c’è sangue versato, c’è cecità che desidera vedere, ci sono prigionieri di tanti cattivi padroni”; sono case abitate “da tutti coloro che sono segnati da povertà fisica e intellettuale”; sono i condomini dove sta “chi sembra più lontano, più indifferente”, dove “Dio non c’è”; sono “le piazze che hanno bisogno della luce del Vangelo”. Le periferie spirituali ed esistenziali in cui l’altro abita è il cammino compiuto da Gesù per raggiungere gli uomini: fino alla “discesa agli inferi”, come recitiamo nel Credo! Dunque, come esorta Francesco, è opportuno essere “chiesa in uscita”, in modo da lasciare Cristo al centro e da annunciare il Vangelo a tutti, in tutte le situazioni, senza repulsioni e senza paure.

Il Santo Padre, nelle periferie delle emarginazioni sociali, culturali e religiose, si rivolge ai bambini come fa un nonno con i propri nipotini: “mi hanno spiegato che una delle belle caratteristiche di questa scuola è che alcuni alunni vengono da altri luoghi, anche da altri Paesi. Che buona cosa! Anche se non è sempre facile doversi spostare e trovare una nuova casa, nuovi vicini, amici; non è per niente facile. All’inizio può essere un po’ faticoso, vero? Tante volte imparare una nuova lingua, adattarsi a una nuova cultura, un nuovo clima. Quante cose bisogna imparare! Non solo i compiti della scuola. Il bello è che incontriamo anche nuovi amici, incontriamo persone che ci aprono le porte e ci mostrano la loro tenerezza, la loro amicizia, la loro comprensione, e cercano di aiutarci perché non ci sentiamo estranei. Perché ci sentiamo a casa. E’ importante non solo per voi, ma per le vostre famiglie. In questo modo la scuola diventa una grande famiglia per tutti. Dove insieme alle nostre mamme, papà, nonni, educatori, insegnanti e compagni impariamo ad aiutarci, a condividere quello che c’è di buono in ciascuno, a dare il meglio di noi stessi, a lavorare in gruppo e a perseverare nei nostri obiettivi”.

Il diritto di sognare e il ricordo di Martin Luther King

Il Papa spiega ai bambini: “molto vicino a qui c’è una via molto importante con il nome di una persona che ha fatto tanto bene per gli altri, e che voglio ricordare con voi. Mi riferisco al Pastore Martin Luther King. Egli un giorno disse: “Ho un sogno”. Sognò che tanti bambini, tante persone avrebbero avuto uguaglianza di opportunità. Sognò che tanti bambini come voi avrebbero avuto accesso all’educazione. E’ bello avere dei sogni e poter lottare per essi”.

Oggi vogliamo continuare a sognare e “festeggiamo” tutte le opportunità che, tanto a voi quanto a noi grandi, permettono di non perdere la speranza in un mondo migliore, con maggiori possibilità. Ho saputo che uno dei sogni dei vostri genitori, dei vostri educatori è che voi possiate crescere con gioia. E’ sempre molto bello vedere un bambino sorridere. Qui si vede che siete sorridenti: continuate così, aiutate a contagiare la gioia a tutte le persone che avete vicino. Cari bambini, voi avete il diritto di sognare, e mi rallegro molto che possiate trovare in questa scuola, nei vostri amici, nei vostri insegnanti l’appoggio necessario per poterlo fare. Dove ci sono sogni, dove c’è gioia, lì c’è sempre Gesù. Perché Gesù è gioia e vuole aiutarci perché questa gioia duri tutti i giorni”.

Don Salvatore Lazzara
farodiroma.it

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