sirte

"Ci stiamo preparando per un'azione militare a Sirte", per combattere l'Isis, e il "livello di preparazione sul campo delle nostre forze armate è buono". Lo ha affermato ad Amman il generale Khalifa Haftar, comandante dell'esercito di Tobruk riconosciuto internazionalmente. Haftar ha poi aggiunto che le forze armate libiche stanno combattendo il terrorismo per conto del mondo: "abbiamo armi a sufficienza, ma se ne avessimo di più saremmo più forti", ha precisato. Lo riporta l'agenzia Mena. I seguaci del Califfo hanno creato un "emirato" a Sirte Ieri i seguaci del Califfo hanno creato a Sirte, città che diede i natali a Muammar Gheddafi, un "emirato", istituendo le Corti islamiche e la separazione dei sessi nelle scuole.

Nuove minacce all'Italia. Nel frattempo i jihadisti dell'Isis hanno lanciato sul web un ennesimo messaggio di minacce all'Italia. In un tweet, un combattente del sedicente Stato Islamico, Abu Gandal el Barkawi, ha lanciato l'appello ad "andare a Roma, o Romia, passando per la Libia, la porta per Roma". Nel testo il jihadista ha postato immagini che ritraggono la città eterna in fiamme, vista dal cupolone di San Pietro. "Le armi degli ottomani sono state lanciate e hanno accerchiato Roma dopo avere conquistato la Libia a sud dell'Italia - scrive Barkawi -. Chi vuole prendere Roma e l'Andalusia deve cominciare dalla Libia". Non è la prima volta che lo Stato Islamico intimidisce il cuore della cristianità. Nei mesi scorsi un altro account jihadista aveva avvertito: "stiamo arrivano a Roma", postando una foto che ritraeva un combattente armato che guarda il Colosseo ed un altro fotomontaggio con la bandiera nera issata sul monumento. Avvertimenti che necessitano di una verifica, ma che non vanno sottovalutati: i proclami dei fedeli di al Baghdadi risuonando sul web rischiano infatti di attirare nuovi adepti.

A Sirte si vive nella paura. I terroristi hanno annunciato la fine delle attività dei tribunali civili e la loro sostituzione con Corti islamiche che applicano la sharia. L'Isis ha anche messo le mani sull'istruzione, revisionando i programmi e separando uomini e donne nelle classi di scuole e università. Testimoni hanno riferito di volantini distribuiti dai jihadisti con un nuovo calendario che fissa ferree regole religiose. Disposizioni anche a commercianti, fabbriche e officine, schedati in un registro con timbro Isis e sottoposti a tasse e orari. La città costiera, a circa 500 km a est di Tripoli, si avvia così verso un tragico destino, seguendo le località siriane e irachene soggiogate dallo Stato Islamico. E preoccupano anche gli appelli sul web di un altro "quadro" dell'Isis, il saudita Ali el Gezrawi che ha invitato "i fratelli all'unità" in Arabia Saudita, Tunisia, Egitto e Sudan ad andare in Libia per combattere l'esercito, minacciando di morte Khalifa Haftar, comandante delle forze armate. Le speranze sono riposte nel nuovo round negoziale, giovedì in Marocco sotto la mediazione dell'inviato Onu Bernardino Leon, per arrivare ad un accordo condiviso mirato ad un governo di unità nazionale capace di gestire sicurezza e immigrazione. 

Fonte: rainews.it

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