Per il rilascio di Greta e Vanessa, le due ragazze italiane rapite in Siria lo scorso anno, è stato pagato un riscatto di circa 11 milioni di euro. Lo dicono fonti giudiziarie di Aleppo, secondo cui una delle persone coinvolte nel negoziato è stata condannata per essersi intascata circa metà del riscatto.
Il "tribunale islamico" del Movimento Nureddin Zenki, una delle milizie già indicata come coinvolta nel sequestro, ha condannato Hussam Atrash, descritto come uno dei signori della guerra locali, capo del gruppo Ansar al Islam. L’agenzia ANSA, ha ricevuto una copia digitale del testo della condanna emessa il 2 ottobre scorso dal tribunale Qasimiya del movimento Zenki nella provincia di Atareb. Secondo la condanna, Atrash, basato ad Abzimo, la località dove scomparvero Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, si è intascato 5 dei 12 milioni e mezzo di dollari, equivalenti a poco più di 11 milioni di euro. I restanti 7 milioni e mezzo - affermano fonti di Atareb- sono stati divisi tra i restanti signori della guerra locali.
Nella foto qui accanto potete vedere le ragazze con in mano un piccolo striscione che sostiene in lingua araba le azioni dei terroristi, e alle spalle la bandiera usata dai miliziani. Le due ragazze, sono partite dall'Italia, non per sostenere il popolo siriano, ma per regalare ai fondamentalisti vari kit di sopravvivenza. Ancora c'è un mistero da risolvere: come mai la Magistratura italiana non le ha indagate per sostegno al terrorismo internazionale?
a cura dello Staff allaquerciadimamre.it