SIRIA LIBANO aleppo devastata

Nelle ultime ore, ha fatto molto scalpore la notizia lanciata dai media circa i presunti bombardamenti russi nei pressi della città martire di Aleppo. Due raid aerei hanno colpito altrettanti ospedali della Siria settentrionale, causando decine di vittime civili fra cui medici e volontari. Il primo edificio colpito è ad Azaz, sul confine turco: qui sono morte almeno 10 persone, quasi tutti pazienti ricoverati; il secondo è a Maarat al-Numan ed è gestito da Medici senza Frontiere. Il gruppo umanitario parla di almeno sette vittime accertate e di altri otto dispersi. La Russia, è stata indicata responsabile degli attacchi aerei, con altrettanti comunicati delle vittime, anche se tempestivamente il ministro degli esteri, ha smentito ogni responsabilità delle forze armate russe, nei raid. Contemporeanamente, la Turchia ha accusato le forze aeree russe del primo attacco, mentre MsF ritiene che dietro il secondo vi siano le forze governative siriane fedeli al presidente Bashar al Assad. Tuttavia non vi sono ancora conferme sulle reali responsabilità. Mosca non ha risposto alle accuse mosse da Ankara, ma ha affermato che “non cesserà di combattere i terroristi dello Stato islamico”.  Allo stesso tempo però nessuno ha dato notizia dei razzi lanciati dai cosiddetti “ribelli moderati”,  sostenuti dall’Arabia Saudita e dell’America, nonché dai paesi del golfo alleati, causando decine di vittime.

Il vicario apostolico di Aleppo dei Latini, mons. Georges Abou Khazen, parla dei cosiddetti “moderati” e di ciò che fanno per destabilizzare la pace in Siria: “Ad Aleppo da qualche giorno siamo sotto continui bombardamenti sui civili, che causano morti, feriti e distruzione”, spiega il presule. La scorsa notte “nei nostri quartieri abbiamo avuto quattro morti e più di 15 feriti, oltre a case ed edifici danneggiati”. E dietro gli attacchi mirati vi sono i cosiddetti gruppi “di opposizione moderata”.   Sono “i terroristi stranieri” e non i siriani a voler continuare il conflitto.  Il Presule, racconta che “i jihadisti stranieri avrebbero ricevuto il disco verde per intensificare i bombardamenti sui civili”. Per il Vicario Apostolico, dietro questa escalation vi sarebbe (forse) la volontà di “far fallire i negoziati di pace” e “far intervenire le forze regionalida settimane Arabia Saudita e Turchia premono per l’invio di truppe di terra – sul terreno”. “Dietro questa strategia – si chiede mons. Khazen – vi è forze la volontà di impedire all’esercito regolare di avanzare e liberare la regione dal terrorismo e dai jihadisti?”. Di qui l’auspicio del vicario apostolico affinché cessino questi bombardamenti e si torni al tavolo delle trattative.

Padre Samir Khalil Samir, a proposito del ruolo dell’Arabia Saudita  nella questione siriana e mediorientale,  ha dichiarato durante un’intervista rilasciata per asianews: “Se vogliamo la pace in Siria, occorre incontrarsi a a Ginevra o altrove. Ma chi non vuole partecipare? Proprio i ribelli sponsorizzati dall’Arabia saudita.  Ora i Sauditi, come i Turchi vogliono fare attacchi di terra “contro il terrorismo”, ma in realtà vogliono combattere contro Assad, o meglio contro il governo sciita. L’alleanza fra Stati Uniti, Turchia, Arabia saudita, Qatar è un’alleanza di interessi economici e militari. Gli Stati Uniti hanno un accordo stabile con l’Arabia saudita e il Qatar. Non parliamo poi degli interessi turchi: sono legati alla Nato, giocano in modo ambiguo con Daesh (comprano il loro petrolio, fanno passare nuove reclute dello Stato islamico, combattono i curdi, i quali sono gli unici armati che lottano contro Daesh,….), minacciano l’Europa con le ondate di profughi…

Quanto all’Arabia, sta programmando di intervenire in molti Paesi arabi musulmani, come ha fatto in Yemen e in Bahrain, ma sempre per colpire gli sciiti presenti in quelle nazioni. Nessuno vede (o confessa) che la causa fondamentale di tutto questo caos è l’ideologia fondamentalista e la sua fonte ideologica è l’Arabia saudita, che difende il suo islam wahhabita (l’interpretazione più radicale dell’Islam) come il vero islam. La soluzione per la pace in Siria e in Medio oriente è anzitutto fermare la guerra e dare una tregua al Paese; poi eleggere un presidente, chiunque esso sia, Assad o altri, senza trucchi elettorali; la terza è la ricostruzione. Più si aspetta e più ci sono migranti che l’Europa ormai non riesce ad integrare. Perfino la Germania, che ha fatto un gesto eroico (pronta ad accettare 800 mila rifugiati siriani), ora si è fermata. Occorre fermare la guerra: del governo, dei ribelli, di Daesh”.

“C’è una mancanza di chiarezza nell’informazione e non vi è collaborazione fra le forze che dicono di combattere il terrorismo –afferma padre Samir- . La Russia ha chiesto collaborazione, ma è rimasta sola. L’errore che i Paesi implicati stanno facendo è di aver messo come scopo il cambiamento della leadership in Siria: è lo stesso errore fatto in Iraq e in Libia, che ha creato disastri ancora maggiori. Davvero non capisco perché l’occidente prenda sempre dei simboli da eliminare per “portare la democrazia”. Ma la democrazia in Medio oriente non esiste (e anche in Europa scricchiola). Certo, speriamo che possa realizzarsi in futuro, ma oggi sono importanti la sicurezza e la giustizia. Gli occidentali sono chiamati a scegliere bene i loro obiettivi: prima di tutto va garantita sicurezza e giustizia e non attaccare qualche leader. Perché se cambi il capo, la società rimane uguale e il caos prende il sopravvento” (…). E bisogna poi avere il coraggio di dire: la causa di questa guerra ha un’origine più remota ed è il fondamentalismo islamico radicale sostenuto dall’Arabia saudita. Nessuno mai osa dirlo. Riyadh compra le armi all’occidente, per i ribelli e per Daesh, e con i suoi soldi compra il silenzio dell’occidente, Europa e Stati Uniti. L’ideale della democrazia in Medio oriente è diventato solo un paravento per interessi ideologici ed economici”.

Don Salvatore Lazzara

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