“Non poteva che essere una preghiera, un canto: una danza. Sì, la vita che danza, osando un cammino prima verso l’alto, un salto perfetto in cuore al Cielo, il mio Spirito esulta in Dio. Avvolti di Infinito la danza può osare di sporgersi sul futuro, il corpo di Maria è uno slancio su ciò che sarà: d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. La danza rimane sospesa per un attimo, il corpo riacquista equilibrio e poi scende, a baciare la terra: …ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, ha rovesciato i potenti…. Infine, dopo aver raccolto la linfa del tempo presente e futuro, dopo aver danzato il limite di ciò che è e di ciò che sarà, il Magnificat torna a raccogliere ciò che è stato… perché l’amore non dimentica.

L’amore è memoria: come aveva promesso ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza. Per sempre. Sì, per sempre, l’amore è una danza che promette Infinito. Tutto poggia su quel per sempre. Io non so bene cosa significhi Assunzione di Maria però so che Maria si è assunta con coraggio la responsabilità di dirmi che l’amore è per sempre. E proprio per questo possiamo danzare” (Alessandro Dehò).

magnificat

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