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Alcuni fatti sembrano esplodere come una bomba ad orologeria. In contemporanea alle incredibili dichiarazioni postate dal famoso cantante su Instragram contro Brugnaro, Sindaco di Venezia, colpevole di aver difeso i bambini dalla teoria del gender, i due grandi stilisti Dolce e Gabbana, dopo cinque mesi, dichiarano di essersi sbagliati circa le dichiarazioni sull’utero in affitto e i bambini sintetici. Sembra una strategia mediatica studiata a tavolino, per colpire mortalmente quanti non vogliono allinearsi al pensiero unico. L’altra tecnica utilizzata dai media foraggiati dalle lobby, è quella di insistere fino allo sfinimento che la “il gender non esiste, perchè è una favola inventata dalla Chiesa Cattolica per creare sentimenti di odio contro i gay”.  

Per non parlare del recente fatto di cronaca: il figlio appena nato di Martina Levato – la donna condannata a quattordici anni per aggressioni con l’acido – è stato allontanato dalla madre e il pm ne ha chiesto l’adottabilità. Benissimo, ma tutto questo fa sorgere – converrete – delle domande. Come mai, per esempio, -si chiede Giuliano Guzzo-, quando si tratta dei figli dell’utero in affitto, commissionati all’estero a donne con la sola condanna della povertà e strappati dal seno materno da ricchi signori occidentali, la grande stampa non difende il loro «diritto negato al primo abbraccio materno»? Per quale ragione il giudice responsabile dell’allontanamento del figlio della signora Levato viene dipinto come uno spietato inquisitore (HuffingtonPost.it), mentre le coppie che ricorrono all’utero in affitto (scusate, il dolcificante “maternità surrogata” proprio non mi va di rifilarvelo) vengono incensate per la loro vocazione alla genitorialità?

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Ma come sempre le bugie propagandate, hanno le gambe corte. I fatti smentiscono sempre i castelli di sabbia costruiti ad arte per allineare l’opinione pubblica al politically correct. D’altronde è la stessa strategia usata dai regimi totalitari per affermare il proprio potere sulla gente. Non possiamo dimenticare le campagne costruite ad hoc per convincere i tedeschi che gli ebrei non erano persone. Per non parlare dei campi di concentramento. Hanno negato fino alla violenza psicologica, per affermare che non esistevano. Dicevano: “sono bugie inventate contro il popolo tedesco”. La fine della guerra ad opera degli alleati e dei Russi, invece ha dimostrato la Verità.  I campi esistevano. Lì sono stati uccisi più di 6 milioni di ebrei. Oggi è usata la stessa strategia. 

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Negare la realtà, usando un linguaggio debole capace di suscitare sentimenti di repulsione e di condanna contro quanti lottano per sostenere e difendere i valori fondamentali dell’uomo. Invocano tolleranza, ma poi diventano intolleranti e violenti, quando non ci si allinea al loro pensiero. Sì, siamo in dittatura. Solo la resistenza compiuta nel nome del vero bene, alla fine trionferà. Non possiamo dimenticare i ragazzi della rosa bianca, i quali pagarono con la vita per aver contrastato il nazismo. Non hanno fatto un passo indietro. Anzi, davanti al tribunale del popolo hanno avuto il coraggio di guardare in faccia i propri carnefici. Oggi, ci sono tante rose bianche che nonostante le pressioni non si lasciano intimidire.  Seguiamo il loro esempio per non cadere nel precipizio del nulla. Di seguito due riflessioni in merito di Giuliano Guzzo e Filippo Savarese, sugli ultimi eventi che hanno coinvolto il sindaco Brugnaro e  Dolce e Gabbana.

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"Chi tocca la teoria del gender muore. E lui, Luigi Brugnaro, il sindaco di Venezia, oltre ad aver scippato alla sinistra un feudo storico, non ci ha pensato un attimo, una volta eletto, a sfidare l’«inesistente» ideologia dando disposizioni affinché fossero ritirati dalle scuole dell’infanzia quei libri che sono la quintessenza del gender, e che vorrebbero rieducare i più piccoli all’insegna dell’esistenza di molteplici modelli familiari e di papà e mamma come un’alleanza educativa fra le tante. E’ per questa ragione che s’è attivato nientemeno che Elton John emettendo una fatwa via Instagram con la quale ha fatto sapere ai seguaci che «la meravigliosa Venezia sta indubbiamente affondando, ma non tanto rapidamente quanto il bifolco e bigotto Brugnaro».

Capito? Per il solo fatto di ritenere che il primato educativo sui figli spetti ai genitori, e che il contrasto al bullismo con genitore 1 e genitore 2 non c’entri nulla, il sindaco di Venezia sarebbe «bifolco e bigotto». E’ il “metodo Barilla”, sempre lo stesso: dissenti dal Pensiero Unico e sei mediaticamente finito; per maggiori informazioni chiedere a Barilla o a Domenico Dolce, anche lui a suo tempo maledetto da Elton John e giunto in queste ore a scusarsi affidando l’abiura alle pagine di Vogue e precisando che non voleva «offendere nessuno». Le “cattivissime” affermazioni dello stilista le ricordiamo tutti – «Non c’è stato sociale che tenga: tu nasci e hai un padre e una madre» (Panorama, Anno LIII – n.11 (2547), 18.03.2015 p. 60), osò dire –, e così dopo cinque mesi, tardivo ma chiaro, il suo pentimento è arrivato.

Il punto è che Luigi Brugnaro, per i gendarmi del Pensiero Unico, per certi versi è perfino peggio dell’adesso redento Dolce: perché sindaco di una città fra le più belle del pianeta e perché, dicevamo, si è smarcato coi fatti e coi provvedimenti infischiandosene, non appena ha potuto, dalla giostra arcobaleno. Del resto, il fatto che si sia mosso, ruggendo forte e chiaro, un pezzo da novanta come Elton John – servilmente presentato al Tg1 serale come «papà di due figli avuti dal compagno David» (dunque gli uomini partoriscono: questa sì che è una notizia!) – è indicativo di quanto un certo mondo a prima vista tutto baci e abbracci tema il dissenso di un realtà istituzionale nella quale, anche in Italia, fra politici e magistrati ha pedine potentissime.

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Chi quindi pensa che il sindaco di Venezia combatta su questo una battaglia giusta farebbe bene a dirlo, a scriverlo, ad urlarlo forte prima che l’uomo non si senta solo e non alzi, pure lui, bandiera bianca. Occorre ricordare a Brugnaro che le sue posizioni saranno pure da «bifolco e bigotto», ma sono genuino pensiero di popolo – il caro vecchio buon senso  – e non pallino di club come quello portati avanti dalla consigliera progressista che la scorsa legislatura ha promosso la diffusione dei testi in salsa gender salvo poi, alle elezioni, non spingersi oltre un penoso 0,71%. Perché i cittadini italiani, di genitore 1 e genitore 2, famiglie multicolor e uteri affittati, non vogliono sentir parlare: è così, è una realtà che neppure i soldi di Elton John possono cambiare. Forza, dunque: siamo tutti bifolchi e bigotti, siamo tutti Brugnaro".

Il testo originale del post di Elton John "Here is one of the Furnish-John family's favourite storybooks. It champions an all-inclusive world where families come in all shapes, sizes and colours. And most importantly, that families are about love. Our boys adore it. And in the opposing corner we have Luigi Brugnaro, the extremely silly looking mayor of Venice. He's stupidly chosen to politicise children's books by banning titles that touch on same sex families living happily ever after. So instead of encouraging a world based on inclusiveness, tolerance and love, he's championing a future society that's divisive and fosters ignorance. Beautiful Venice is indeed sinking, but not as fast as the boorishly bigoted Brugnaro".

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"Ho letto le "scuse" di Domenico Dolce e le ho trovate davvero opportuniste, -commenta Filippo Savarese-,  di chi ha calcolato che era il momento di lanciare un segnale di distensione verso una certa ed influente parte dello star-system che ruota attorno al suo business. Ma proprio perché chiaramente "diplomatiche", è chiaro anche che non sono sostanzialmente vere. Potranno forse bastare alle folle bavose di Twitter che bramano la pubblica abiura degli "omofobi" di turno; io ho riletto però l'intervista di Dolce a Panorama, e quelle sì che sono dichiarazioni spontanee, di cuore, risolute. Giudizi franchi e oltremodo ragionevoli, fissati sul rispetto dei più deboli e non certo sulla discriminazione dei più potenti. Io credo che Domenico Dolce pensi ancora in cuor suo quel che ha dichiarato a Panorama, perché certe affermazioni sono innanzitutto constatazioni, ti precedono e ti vincolano, non puoi più ritrattarle: "Tu nasci e hai un padre e una madre". Punto. Non si può dire "ci ho ripensato", perche così è, così è sempre stato e per sempre sarà. Certo, amareggia il sistema che non ti nega la libertà di esprimere le tue opinioni ma ti nega quella di non dover poi chiedere scusa per esse, ma il nostro compito non è trovare eroi quotidiani e sventolarli al mondo come simboli antisistema; il nostro compito è conservare la fede nelle cose vere, giuste, buone. Imperiture, queste sì".

Tanto per ricordare, vi riproponiamo le frasi pronunciate dai due stilisti: “Non l’abbiamo inventata mica noi la famiglia. L’ha resa icona la Sacra famiglia, ma non c’è religione, non c’è stato sociale che tenga: tu nasci e hai un padre e una madre. O almeno dovrebbe essere così, per questo non mi convincono quelli che io chiamo figli della chimica, i bambini sintetici. Uteri in affitto, semi scelti da un catalogo. E poi vai a spiegare a questi bambini chi è la madre. Procreare deve essere un atto d’amore, oggi neanche gli psichiatri sono pronti ad affrontare gli effetti di queste sperimentazioni, la vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. E una di queste è la famiglia”.

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Per Dolce e Gabbana, valgono di più gli interessi, e gli applausi delle Lobby, il marketing,  Elthon Jhon e le sue impressionanti prese di posizione intrise d’odio (del quale tutti hanno paura perché  ha tanti soldi e influenza così le scelte sociali), piuttosto che la Verità. Pazienza. Spero che ne risponderanno alla loro coscienza (se la posseggono). Si dice: “è meglio un giorno da leoni, che cento giorni da pecora”.  Tutta questa brava gente, dimentica un aspetto fondamentale: non c’è potere, denaro, successo, che possano cambiare l’umanità. Ora, provate solo per un attimo a pensare se le stesse parole rivolte da Elton a Brugnaro, venivano dette a lui... Si sarebbero aperti i cieli e i media non avrebbero dato pace ai “bigotti”. Al famoso cantante brucia la Verità: non vuole accettare che ha comprato con tanti soldi due bambini, strappandoli alla madre, solo per il capriccio di avere dei figli. No, questo non è un diritto, è solo presunzione egoistica.

a cura di Don Salvatore Lazzara, Guliano Guzzo, Filippo Savarese

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