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A commento dell’articolo di Mario Adinolfi dal titolo “I cinque comandamenti del gender”, abbiamo ricevuto un commento interessante da parte di un lettore che volentieri proponiamo insieme alla risposta dello staff di allaquerciadimamre.it. Certamente, dopo le minacce del ministro Giannini di querelare quanti parlano di gender, è un  rischio molto forte. Ma siccome crediamo nella Costituzione, nella democrazia e nella libertà di pensiero e di espressione, vogliamo continuare quella dialettica culturale su uno dei temi d’attualità più scottanti. Distruggere il dialogo ricorrendo a metodi simili a quelli utilizzati dai regimi totalitari, è segno pericoloso che qualche cosa non va per il verso giusto.

Commento del lettore:

L'ignoranza è una brutta bestia. Provo a controbattere punto per punto sperando che i lettori di questo blog comprendano l'italiano:

1) la parità tra i sessi che viene rivendicata è un parità di diritti e di opportunità;

2) il sesso biologico è già modificabile oggi senza bisogno di nessuna ideologia nascosta. E non solo il sesso: se ammettiamo il cambio di organi vitali non capisco perché non approvare il desidero di cambio degli organi sessuali di un sparuta minoranza di persone.

3) la famiglia naturale è certamente un modello dominante ma non esclusivo. Da sempre esistono gli orfani, le famiglie allargate a nonni9 e zii, le coppie divorziate. Vogliamo considerare tutti questi cittadini di serie B? Se volete abolire il divorzio perché non lo dite chiaramente?

4) Allora l'adozione è un atto barbaro o la fecondazione assistita di genitori sterili perché il bambino non è stato concepito da una "coppia naturale"?

5) quindi picchiare i gay è un fatto "naturale"?

Risposte alle obiezioni:

"Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate". Ringraziamo il commentatore per le sue precisazioni, a cui noi rispondiamo:

1) La parità tra i sessi, non appartiene alla natura. Il creato è ordinato secondo il sesso maschile e femminile. Dunque affermare che “la parità tra i sessi che viene rivendicata è una parità di diritti e di opportunità”, è contrario al punto 1): ogni essere umano ha una identità naturale che deve essere tutelata, non perché è un desiderio del singolo, ma per affermare l’opportunità di avere una vita ordinata.  E’ contro i diritti umani affermare che se io voglio una cosa e non c’è l’ho devo esigerla perché a me piace e quindi faccio di tutto per trasformarlo in diritto. Poiché il diritto è dovuto, e il desiderio no, ecco l’astuzia: si trasforma il desiderio in diritto ed è obbligo che venga riconosciuto. Tra diritto e desiderio non c’è alcun punto di contatto, alcuna relazione.

2) L’ideologia del gender vede il sesso biologico come un dato originario modificabile, di fatto transitorio e “liquido”, piegandolo alla scelta del “genere” a cui appartenere, che può essere compiuta a qualsiasi età a partire da dati comportamentali. Gli ideologi del gender incoraggiano dunque il transessualismo come prova di libertà ed emancipazione dell’individuo e sostengono che la definizione dell’essere umano anche a livello burocratico non deve limitarsi alle due sessualità biologiche universalmente riconosciute (maschile e femminile) ma adeguarsi ad infinite e fantasiose sfumature del genere, arrivando a contarne fino a 56. Il desiderio non può modificare la natura. Se fosse così, immaginate cosa potrebbe accadere attorno a noi!

3) La famiglia naturale, non è solo un modello dominante, ma fondante. La natura ha creato un uomo e una donna, che insieme formano una famiglia, che è ordinata alla procreazione e alla continuazione della specie. Dunque è errato affermare che si tratti di un modello “non inclusivo”. Si può parlare di modelli matrimoniali diversi, ma in ogni cultura sono fondati sempre tra un uomo e una donna. Non esiste un diritto ad avere figli… Esiste invece il diritto del figlio ad essere il frutto dell’atto coniugale dei suoi genitori e anche il diritto di essere rispettato come persona dal momento del suo concepimento. C’è chi obietta che anche nell’adozione il figlio non è biologicamente proprio, ma comunque di sconosciuti, tentando così di equiparare l’adozione alla fecondazione artificiale. La differenza è però oggettiva: nell’adozione di parla di un bambino già in vita, solo, senza famiglia, a cui si dà amore e non di un bambino che si “crea”, manipolando quel che non è in nostro potere. E’ difficile riuscire a rimanere nella logica delle cose se si cerca di distaccare la procreazione dal diritto naturale che è quello iscritto da Dio in ogni uomo.

4) La Chiesa Cattolica, come la comunità civile e le grandi organizzazioni che si occupano dei bambini,  lodano e incoraggiano tutti coloro che non hanno figli, ad adottare. L’adozione è un vero e proprio «servizio alla vita, è espressione di fecondità”. L’adozione crea un vera paternità, «c’è una “generazione” che avviene attraverso l’accoglienza, la premura, la dedizione». Dunque l’adozione è l’estensione dell’amore familiare dei vincoli di carne e sangue, che caratterizzano una paternità biologica, e questo è un elemento importantissimo: permette infatti di non cadere nell’errore di intenderla come una semplice sostituzione, un mezzo atto solamente a risolvere i problemi dell’infertilità di una coppia. Correttamente intesa non ha nulla a che vedere con la compravendita di ovuli, con l’utero in affitto di povere ragazze indiane e nepalesi, trattate come incubatrici per nove mesi, per poi “cedere” a comando il bambino che portano nel grembo.

5) Nessuno ha mai dichiarato che picchiare i gay è un fatto naturale. Chiunque alza le mani contro i fratelli, non ha dignità. Qualsiasi sia la tendenza delle persone. Rispettare tutti, ma nella verità e nella chiarezza.

Staff allaquerciadimamre.it

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