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Channel 4, canale televisivo del Regno Unito, ha mandato in onda, un documentario intitolato “Secret Life of the Human Pups” i cui protagonisti sono i membri di una comunità molto particolare sorta negli ultimi anni in un certo ambiente della sottocultura britannica. “La Vita segreta dei cuccioli umani”, come riporta il quotidiano The Guardian, ha raccontato infatti la storia della comunità degli “uomini-cane”, un movimento, che oggi conta ben 10mila persone, sorto inizialmente all’interno dell’ambiente del sadomasochismo omosessuale e diffusosi rapidamente negli ultimi quindici anni attraverso la facilità di comunicazione resa possibile dall’avvento di internet. I membri di questa, a dir poco bizzarra e folle, comunità tendono ad essere di sesso maschile e omosessuali, amano vestirsi con costumi integrali di pelle che li facciano prendere le sembianze di cani, godono nell’assumere comportamenti e atteggiamenti “animaleschi”, come farsi accarezzare a pancia in su, afferrare i giocattoli con la bocca, mangiare a quatto zampe nelle scodelle e hanno spesso una relazione sessuale con i loro “padroni” umani. 

Nel documentario si vede Tom, aka “Spot”, uno degli uomini-cane intervistati, affermare che per lui scegliere di trasformarsi in un animale significa semplicemente tornare a uno stadio primordiale e più libero: “Non devi preoccuparti dei soldi, del cibo o del lavoro. Ti godi semplicemente la compagnia di una persona“, ovvero la compagnia del proprio padrone. In un’altra scena del filmato si vedono due cuccioli (umani) attraversare Londra fingendo di fare pipì su pali della luce per aumentare la consapevolezza della propria identità ed altri uomini-cane “zompettare”, abbaiando e scodinzolando le loro code meccaniche. Il movimento degli “uomini-cane” rappresenta l’approdo logico e coerente del processo di abbattimento di ogni tipo di barriera in nome dell’illimitata libertà dell’individuo. Esso costituisce solamente, per cosi dire, un azzardato ed inedito “salto di specie”. Se infatti la comunità LGBTQ teorizza e rivendica la transizione di genere attraverso il passaggio dal genere maschile al genere femminile, negando l’esistenza di una natura umana, la comunità degli uomini-cane teorizza e rivendica la transizione di specie, con il passaggio dall’uomo all’animale, negando, in una visione antispecista, l’esistenza di una specie umana distinta da quella animale.

Rielaborazione di un testo di Rodolfo De Mattei a cura dello staff allaquerciadimamare.it

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