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“La strage orribile di decine di innocenti nel parco di Lahore getta un’ombra di tristezza e di angoscia sulla festa di Pasqua”. Cosi p. Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, sottolinea in una nota. “Ancora una volta l’odio omicida infierisce vilmente sulle persone più indifese. Insieme al Papa, che è stato informato, preghiamo per le vittime, siamo vicini ai feriti, alle famiglie colpite, al loro immenso dolore, ai membri delle minoranze cristiane ancora una volta colpite dalla violenza fanatica, all’intero popolo pakistano ferito. Come il Santo Padre ha affermato ieri mattina, nonostante il permanere di queste manifestazioni orribili di odio, il Signore crocifisso per noi e risorto continua a darci il coraggio e la speranza necessari per costruire strade di compassione, di solidarietà con i sofferenti, di dialogo, di giustizia, di riconciliazione e di pace”.

Sono 72 le vittime (tra cui molte donne e bambini), e oltre 300 i feriti della fortissima esplosione, causata da un attacco suicida, avvenuta a Lahore nell'est del Paese, in un parco pubblico, gremito di famiglie cristiane che celebravano  la Pasqua. L’attentato è avvenuto vicino all’ingresso del Gulshan-i-Iqbal Park situato nell'area di Iqbal Town, dove si svolge un popolare ritrovo domenicale e al momento dell’attacco, era particolarmente affollato in occasione della festività pasquali. Le operazioni di soccorso continuano senza sosta, fa sapere Muhammad Usman, alto responsabile amministrativo della città di Lahore, comunicando di aver richiesto anche l'intervento dell'esercito. Le vittime sarebbero per lo più donne e bambini. La rivendicazione giunta è quella del gruppo Jamatul Ahrar, gia' legato al principale gruppo talebano pachistano Tehrik e Taleban Pakistan (Ttp). Per anni Talebani ed esercito hanno trovato un modo di vivere rispettando le proprie zone di influenze, fino a che i Talebani non hanno preteso un’area del Nord-ovest come loro territorio, stralciato al Pakistan. Nel 2014 l’esercito ha lanciato un’offensiva per ridurre il potere di al-Qaeda e Talebani nel Nordovest.

Il kamikaze si è fatto esplodere vicino a delle altalene in mezzo alla folla. E' stata una carneficina con oltre 300 feriti, rivendicata dai talebani del gruppo Jamatul Ahrar. Secondo quanto riferito all'ANSA da Xavier P. William, responsabile dell'ong Life for All Pakistan che si occupa di diritti delle minoranze religiose, almeno 51 vittime e 157 feriti appartengono alla comunità cristiana. I sopravvissuti hanno detto di aver visto i corpi smembrati dalla deflagrazione riversi in pozze di sangue. Per trasportare i numerosi feriti negli ospedali sono stati usati i taxi e gli autorisciò che erano parcheggiato all'uscita del parco. Il governo di Islamabad ha dispiegato alcuni reparti dell'esercito per facilitare le operazioni di soccorso. La polizia ha confermato la presenza di un kamikaze e anche l'uso di sfere metalliche nell'esplosivo per aumentare l'effetto letale. Al momento della strage c'era una grande folla nel parco a tal punto che le vie di accesso erano intasate dal traffico. E' emerso che non c'era alcun servizio d'ordine a protezione dei numerosi ingressi del parco pubblico che è uno dei più grandi di Lahore. Il massacro è stato duramente condannato da India, Stati Uniti e anche dall'Italia.

La polizia pachistana ha arrestato nelle ultime ore 15 persone. Lo riferisce oggi Geo Tv. Fra gli arrestati, si è appreso, vi sono anche tre fratelli del giovane kamikaze che si è fatto esplodere fra le famiglie che trascorrevano la Pasqua nel Gulshan-e-Iqbal Park della città. L'attentatore suicida è stato identificato come Yousuf, 28 anni, figlio di Ghulam Farid e residente nel distretto di Muzzafargarh.

Don Salvatore Lazzara

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