Buona fine settimana, Visitatore! Preghiera - "È bello cantare inni al nostro Dio, è dolce innalzare la lode. Il Signore Risana i cuori affranti, fascia le loro ferite. Egli conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome". Dal Vangelo di San Matteo - In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 9,35-10,1.6-8). Commento al Vangelo di oggi - Il Vangelo di oggi celebra l'amore gratuito di Dio. "Vedendo le folle stanche e sfinite" a forza di seguirlo, Gesù "ne sentì compassione". In questo brano, ritorna quel verbo assai raro, che esprime "le viscere di compassione" di una madre verso il figlio. Gli uomini, sono apparsi al Signore stanchi e sfiniti, "come pecore senza pastore". Ma nello stesso tempo l'umanità sembra al Maestro, come una messe promettente e pronta per essere raccolta, ma che attende invano i mietitori, perché gli "operai sono pochi". Tuttavia, non deve mai prevalere lo sconforto, ma l'umile e insistente preghiera: "Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!" Stiamo passando un periodo storico assai buio, come anche fatti assai spiacevoli all'interno della Chiesa. Non dobbiamo lasciarci prendere dallo sconforto. Nessuna epoca è troppo buia per la misericordia di Dio, nessuna tempesta potrà scuotere la comunità cristiana, fino a farla sommergere. Siamo certi che Dio ama e non abbandona: Egli rinnova sempre il prodigio della sua gratuità salvando la Chiesa nel momento stesso in cui essa pare che stia per affondare. Speciale Indonesia** Indonesia. Preghiera per la pace in tutto il paese, alla vigilia della protesta dei gruppi estremisti - Ribadire pacificamente i principi di tolleranza, amore, unità nella diversità, accoglienza dell'altro, legalità, pace: con questo spirito, indossando fasce rosse e bianche (colori nazionali dell'Indonesia) milioni di cittadini in tutto il paese, fedeli appartenenti tutte le comunità religiose, hanno simbolicamente condiviso una grande "preghiera per l'unità", ieri 30 novembre 2016, e sono scesi in piazza per lanciare un messaggio di pace. L’iniziativa giunge due giorni prima della nuova manifestazione, indetta da gruppi radicali islamici, che chiedono al governo e alla magistratura di arrestare il governatore cristiano di Giacarta, Basuki Tjahaja Purnama, detto “Ahok”, accusato di presunta blasfemia. Attivisti, leader religiosi, artisti, musicisti, funzionari pubblici, studenti, capi militari e rappresentanti della comunità cristiana (sacerdoti, religiosi e laici) si sono uniti alla manifestazione. “Indossiamo fasce rosse e bianche e preghiamo per la pace inIndonesia” ha detto il Generale Gatot Nurmantyo, tra gli organizzatori della manifestazione, durante un corteo che ha attraversato il centro di Giacarta, proprio negli stessi luoghi il 2 dicembre, hanno visto sfilare i gruppi radicali. La manifestazione è stata punteggiata da preghiere, canti, danze, discorsi, tutti centrati sul tema “unità nella diversità” e sull’urgenza di costruire la pace e il bene del paese. A Surabaya, dove sono scese in strada circa 10mila persone, vi erano molti fedeli cristiani nel corteo. Riconoscendo la presenza di numerosi cattolici, p. Budi Utomo ha spiegato che l’esperimento di questo corteo, diffuso capillarmente in tutto il territorio nazionale, “è interessante per testare il consolidamento della democrazia in Indonesia e la consapevolezza di questi valori nella vita della popolazione indonesiana. La gente ha confermato il proprio sostegno all'esercito e alla polizia, per salvaguardare il paese”. A Bandung, capitale della provincia di West Java, le persone in strada erano 15mila. Il corteo si è chiuso con una preghiera comune guidata da sei leader religiosi, in rappresentanza di confucianesimo, induismo, buddismo, protestantesimo, cattolicesimo e islam. Il 4 novembre scorso, una grande marcia di fedeli islamici è sfociata in episodi di violenza e ha subito le infiltrazioni di agitatori politici con l’obiettivo di screditare il presidente Joko Widodo, alleato del governatore Ahok. La manifestazione di ieri, dicono i partecipanti, è un messaggio diretto a quei partiti islamisti, per dire che ci sono molte più persone che difendono l’identità dell’Indonesia, fondata sul rispetto e sulla tolleranza della diversità. A Jakarta diverse personalità cattoliche (sacerdoti, suore e laici) si sono unite alla celebrazione di fronte al Monumento nazionale (Monas), fianco a fianco con esponenti dell’esercito e di diversi ambienti della società. Si tratta della seconda manifestazione di questo tipo dopo quella del 19 novembre scorso. Dal momento della sua indipendenza, il 17 agosto 1945, l’Indonesia riconosce sei religioni: islam, cattolicesimo, protestantesimo, induismo, buddismo e confucianesimo. Accanto a queste sono tollerate le “fedi ancestrali” professate da alcuni gruppi etnici. La nazione è stata fondata secondo i principi dei Pancasila, che il primo presidente Sukarno ha voluto inserire come preambolo alla Costituzione laica. Questi cinque pilastri sono: fede in un unico Dio; giustizia e civiltà umana; unità dell’Indonesia; democrazia guidata da saggezza; giustizia sociale (Le foto sono state gentilmente inviate da Jakarta da un lettore della newsletter. Lo ringraziamo per l'attenzione). Quello che i media non dicono** Siria. Mons. Khazen: i ribelli impediscono la fuga dei civili - “Nei quartieri di Aleppo ancora in mano ai ribelli e ai gruppi jihadisti sono stati nominati cinque rappresentanti che dovrebbero trattare con l'esercito siriano una sorta di accordo. Speriamo e preghiamo affinchè attraverso questa strada si possa arrivare a una soluzione che risparmi altre sofferenze e distruzioni per tutti”. Così il vescovo Georges Abou Khazen, vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino, riferisce gli sviluppi più recenti delle operazioni militari in atto presso la martoriata metropoli siriana, dove l'esercito governativo sta progressivamente riconquistando i quartieri dell'enclave orientale che da almeno 4 anni erano controllati dalle formazioni paramilitari ribelli, comprese le milizie jihadiste come Jabhat al Nusra. Riguardo alla situazione di Aleppo, il vescovo riferisce all'agenzia Fides, informazioni che si fa fatica a trovare nei report del mainstream mediatico internazionale: “Almeno 20mila persone sono fuggite dai quartieri controllati dai ribelli e sono state accolte dall'esercito siriano e dalle organizzazioni di assistenza. Altre 70mila sono rimaste nelle zone appena riconquistate dalle forze armate del governo, che hanno distribuito viveri e favorito il potenziamento dei soccorsi sanitari. Tra tutti questi si registra il sollievo per la fine di una pressione che durava da anni". Al Nusra usa anche le armi per impedire ai civili di fuggire: "Nelle zone ancora in mano ai ribelli - continua mons. Khazen - quelli di al Nusra non vogliono fare uscire la popolazione civile. In alcuni casi lo hanno impedito usando le armi. Sappiamo che in alcuni casi ci sono state manifestazioni popolari per chiedere alle milizie dell'opposizione di ritirarsi. Adesso speriamo tutti in una trattativa per arrivare a un accordo, e possibilmente anche a una riconciliazione, attraverso i negoziatori che ovviamente sono stati scelti con il consenso dei gruppi armati”. ** Francia. Aborto, approvata legge che vieta di difendere la vita su Internet - Con una votazione per alzata di mano, l’Assemblea nazionale francese ha approvato nella serata di giovedì 1° dicembre in prima lettura la norma che aggiunge agli "ostacoli all’interruzione di gravidanza" puniti dalla legge anche quello "digitale". La riforma, attesa ora dall’esame del Senato, nasce da un’iniziativa del governo socialista che punta a spegnere la voce dei siti Internet curati da varie associazioni a difesa della vita per sopperire agli effetti di un’altra legge fatta approvare esattamente un anno fa dalla maggioranza che eliminava la settimana obbligatoria di riflessione per le donne che stanno pensando di abortire. L’eliminazione di quello spazio nasceva dall’idea secondo la quale la donna non deve rendere conto a nessuno della sua decisione di abortire, che dunque da facoltà depenalizzata a certe condizioni diventa "diritto". La conseguenza della cancellazione di qualsiasi figura con la quale la donna possa confrontarsi prima di decidere ne era l’inevitabile conseguenza. L’ulteriore intervento normativo – apertamente liberticida – introduce una vera e propria repressione di presenze online che si propongono semplicemente di ascoltare e, se richieste, consigliare le donne alle prese con una scelta drammatica. Una riforma lungamente annunciata, contro la quale sinora non si è alzata nessuna tra le voci che abitualmente difendono la libertà di parola su Internet. A difesa dei siti per la vita, animati dal vivacissimo associazionismo sociale francese, si è schierata la Chiesa cattolica con la lettera del presidente dei vescovi Pontier al presidente Hollande, rimasta senza risposta. Ugualmente inascoltati gli appelli dell’opposizione parlamentare, spalleggiati dalla rete associativa Alliance Vita, che sino all’ultimo ha tentato di far recedere la maggioranza da un disegno di legge che sconfessa la "liberté" della laica Francia (di Francesco Ognibene). Il Santo del giornoSan Francesco Saverio, sacerdote - Studente a Parigi conobbe sant'Ignazio di Loyola e fece parte del nucleo di fondazione della Compagnia di Gesù. E' il più grande missionario dell'epoca moderna. Portò il Vangelo a contatto con le grandi culture orientali, adattandolo con sapiente senso apostolico all'indole delle varie popolazioni. Nei suoi viaggi missionari toccò l'India, il Giappone, e morì mentre si accingeva a diffondere il messaggio di Cristo nell'immenso continente cinese. "Virgolettato"** L'annuncio a sorpresa. Nico Rosberg si ritira dalla Formula UNO - Ritirarsi all'apogeo. È la sublimazione della carriera di uno sportivo, di una vita tutta tesa al raggiungimento di un obiettivo tenacemente, spesso sofferentemente perseguito. È una scelta difficile, perché proprio nel momento in cui sei sulla vetta tutte le porte si spalancano, e il sentiero – fino a quel momento impervio – sembra aprirsi alla discesa. Ma Nico Rosberg l’ha fatto, subito dopo aver vinto il titolo mondiale nella Formula 1. L’ha fatto a sorpresa, in un mondo – quello degli sport motoristici – dove i contratti con le scuderie e soprattutto gli sponsor sembrano totem impossibili da scalfire. L’ha fatto, perché "improvvisamente tutto era chiaro e giusto", ha detto nel suo breve messaggio. Il momento dell’illuminazione, se vogliamo chiamarla così, è venuto domenica mattina, subito prima dell’ultima, decisiva gara ad Abu Dhabi. Per assicurarsi il titolo, avrebbe dovuto salire sul podio: e sul podio è salito, a dispetto della tattica un pò meschina del suo compagno di squadra e rivale, Lewis Hamilton, che davanti a lui rallentava a bella posta nella speranza che gli inseguitori riuscissero a sorpassare Rosberg. Piano fallito, Rosberg secondo, titolo iridato assicurato. Come papà Keke, che quel trofeo l’aveva portato a casa nel 1982: anche quest’ombra, questo fardello c’era, nell’ascesa di Rosberg alla vetta: "Ho scalato la mia montagna e ora sono cima", le sue parole. E sulla cima resterà, senza declino, senza malinconico scendere gradini e gradini (di Edoardo Castagna). Dicono di noi - L'angolo del LettoreL. RH: "Felice ed onorato di essere tra i tuoi auditori. Un abbraccio in Cristo. Non nobis Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da Gloriam!"; I.E.: "Grazie mille, caro don!"; F.F.: "Grazie mille Don Salvatore. Santa Giornata". Questo spazio è riservato ai vostri commenti! Clicca qui per scrivere un tuo pensiero, e lo pubblicheremo! Campagna promozionale - Perché non inviti un tuo amico a iscriversi alla newsletter “Adveniat Regnum tuum”? E' molto semplice: fagli sapere che basta scorrere qualsiasi pagina del sito "Alla quercia di Mamre" per trovare, verso il fondo, l'apposito modulo d'iscrizione. Ci contiamo! Visita il sito www.allaquerciadimamre.it per le ultime notizie!
Avviso ai LettoriQuesta newsletter è uno strumento per crescere nella fede e ha carattere aperiodico. Se non vuoi ricevere i comunicati, utilizza i link più in basso (sotto alla scritta "Gestione dell'iscrizione alla newsletter") per rimuoverti dalla lista. Grazie per la collaborazione.
Questo messaggio è stato inviato a 743 iscritti. |
Fai conoscere questa newsletter ai tuoi amici, magari inoltrandogliela. Gestione dell'iscrizione alla newsletter Informativa sulla Privacy |
Caro lettore, la gestione di questo sito comporta diverse spese (libri, riviste, connessione internet, dominio Web ecc.). Se apprezzi il mio lavoro, puoi contribuire con una libera donazione.
Grazie.
Abbiamo 75 visitatori e nessun utente online