La politica del figlio unico, in Cina, checché ne dica la propaganda del Partito Comunista Cinese, continua a mietere vittime: donne e bambini. E soprattutto le bambine, -riferisce una nota redazionale di notizieprovita-, vista la smaccata preferenza per il maschio (se un solo figlio si può avere, allora che sia maschio. Altrimenti è un “disonore” per la famiglia). L’aborto forzato dei figli concepiti senza il permesso governativo è ancora una tragica realtà. I bambini che riescono a nascere senza tale permesso saranno senza identità, senza capacità giuridica, buoni solo a far gli schiavi (nel senso vero e proprio del termine).
Le bambine, poi, sono considerate un peso economico e sociale. L’infanticidio delle femmine è sempre stato una piaga sociale in Cina. Da quando – 40 anni fa – è stata introdotta la politica del figlio unico si è acuito. Nei giorni scorsi la polizia di Pechino è stata allertata dai passanti che sentivano piangere e ha trovato una neonata a testa in giù nel WC di un bagno pubblico.
“Stava testa sotto e scivolava nello scarico. Dall’alto vedevamo appena i piedi” ha detto Qian Feng, capitano della polizia locale al Beijing Times. “Continuava a piangere, ma non c’era tempo di smantellare la toilette. Sicché abbiamo tentato di tirarla su dai piedi, anche se sapevamo che rischiavamo di ucciderla.” Bludental. Ma la bambina ce l’ha fatta. Ora si cerca di ritrovare la madre (per farle pagare la multa esorbitante per “nascita senza permesso”!).