suora

Il Far-West lo hanno fatto i cow-boy, gli indiani, i missionari cattolici e le suore. Sì, le suore: energiche, coraggiose, talora eroiche e magari anche sante come suor Blandina Segale, per la quale – lo ha annunciato mons. Michael J. Sheehan, arcivescovo di Santa Fe, nel New Mexico – si apre ora, dopo il nulla osta della Santa Sede, la causa di beatificazione. Suor Blandina era italiana, nata a Cicagna, in provincia di Genova, il 23 maggio 1850 con il nome di Rosa Maria. Quando aveva quattro anni, i suoi genitori (Giovanna Malatesta e Francesco Segale) si spostarono a Cincinnati, in Ohio, è così la futura suora divenne americana. Blandina fu il nome della martire del II secolo che Rosa volle assumere entrando nelle Suore della Carità l’8 dicembre 1868, a 16 anni. Così fece subito dopo pure la sorella maggiore, Maria Maddalena, che, dopo avere rifiutato diverse proposte di matrimonio, la seguì nello stesso convento come suor Giustina (spesso anglicizzato in Justina).

La prima missione di suor Bladina fu l’insegnamento nelle cittadine di Steubenville (dove oggi sorge, fondata nel 1946, una ben nota università francescana, fiore all’occhiello della Chiesa statunitense) e di Dayton, in Ohio. Poi, il 27 novembre 1872, fu inviata in missione in Colorado, precisamente (fate caso ai nomi) nella cittadina mineraria di Trinidad, contea di Las Ánimas, valle del fiume Purgatoire (che gli spagnoli chiamavano “El Río de las Ánimas Perdidas en Purgatorio”) noto tra l’altro per le molte menzioni che gli tributa il classico del cinema western L’uomo che uccise Liberty Valance, diretto nel 1962 da John Ford, con John Wayne e James Stewart.

Il Colorado di allora non era quello di oggi, raggiungibile comodamente in areo, famoso per i resort e rinomato per alcune tra le piste da sci più belle del mondo. Era invece un territorio semiselvaggio di frontiera infestato da indiani e pistoleri. Suor Blandina non se ne accorse subito. Quando le dissero Trinidad, aveva pensato alla lussureggiante isola delle Piccole Antille davanti al Venezuela o all’omonima cittadina tropicale di Cuba. A bordo del treno che attraversava le polveri roventi del deserto si accorse invece che l’attendeva tutt’altro. Ventiduenne, viaggiò da sola nella desolazione e il 9 dicembre arrivò a destinazione: poche case al limite dell’ecumene umano che per i fuorilegge del West erano come la Tortuga per i pirati caraibici e dove il linciaggio era il modo usuale per regolare i conti. Suor Blandina insegnava ai ragazzi di quel mondo surreale, e una volta riuscì anche a salvare la pelle a un tale che aveva sparato a un tizio: la folla lo aveva strappato dalla cella in cui era rinchiuso per impiccarlo in piazza, ma suor Blandina convinse uno sceriffo attonito a farsi consegnare l’assassino, questi a chiedere perdono alla sua vittima e la folla, sbigottita, a tornarsene a casa.

Ben altra minaccia incombeva però su Trinidad e il suo nome (meglio, nomignolo) era Billy the Kid, il famoso ladro e assassino, al secolo Henry McCarty (1859-1881) ‒ e anche Henry Antrim o William Harrison Bonney ‒, reso celebre da cinema, tivù e fiction. Quelle erano le sue zone di bottino. Ma nemmeno per il più smaliziato dei criminali le cose filavano lisce sempre. Durante un alterco, uno della banda aveva sparato a Billy, che ora agonizzava in una baracca poco lontana da Trinidad. Appena lo seppe da un ragazzino della scuola, suor Blandina corse dal bandito: a dargli cibo e acqua certo, ma soprattutto a rispondere alle domande su Dio e sulla religione che quel furfante introverso e caratteriale non cessava mai di farsi. Poi Billy guarì, ma solo dalle ferite: l’aveva giurata ai medici che non lo avevano voluto curare perché era un brigante e così diede loro, anzi al loro scalpo, appuntamento per un assolato sabato alle 14,00 precise.

Blandina_03Giunto a Trinidad, però, Billy non incontrò i dottori, ma suor Blandina. La salutò con estrema cortesia, impegnandosi per riconoscenza a esaudire qualsiasi desiderio ella avesse espresso. E, ovvio, suor Blandina disse a Billy di lasciar stare lo scalpo dei quattro medici. Billy sussultò, si adirò meravigliato che la suora conoscesse il motivo del suo arrivo in città, ma poi si quietò e risparmiò le vite che aveva deciso di prendere. La storia della suorina genovese che nel selvaggio Ovest ferma il famoso “Attila” da film fece il giro del mondo e ancora oggi passa di bocca in bocca. Tanto da averle guadagnato il soprannome di “suora con gli speroni” e “suora più veloce del West”: più lesto il suo amore in Dio di qualsiasi revolver. Dopo Trinidad suor Blandina fu assegnata – era il dicembre 1873, a Santa Fe, nel New Mexico. Per arrivare laggiù, all’epoca si percorreva un bel tratto dei 1400 chilometri di pista per mandrie e carovane che partiva da Franklin, nel Missouri.

Nel mezzo del nulla; perché se qualcosa c’era, erano gli indiani. Il Colorado faceva ancora parte dei Territori non organizzati che erano di chi di fatto li occupava; il Texas aveva appena smesso di essere una repubblica indipendente; e la pista si snodava lungo la Comanchería, la patria dei non proprio amichevoli indiani omonimi. Una esodo, che la suora ricorda nel suo libro At the End of the Santa Fe Trail, pubblicato postumo per la prima volta nel 1932. Giunta a Santa Fe, andò subito a trovare un vecchio amico. Billy the Kid, che, catturato, se ne stava in prigione. Per poco, però, perché presto fuggì. Un giorno, a bordo di una diligenza, suor Blandina e altri furono molestati dai banditi.

All’avvicinarsi dei predoni, i viaggiatori tremavano e lei recitava il rosario. Poi il capo della banda gettò uno sguardo rapace dentro la diligenza, fece un gesto di riverenza col cappello e voltò il cavallo altrove. Era sempre Billy, e la presenza di suor Blandina ne aveva ancora una volta stemperato i propositi malvagi. Per un altro ventennio abbondante la vita della suorina genovese portò Gesù nel Far West, ma anche l’istruzione, l’educazione, la cura dei malati e la difesa dei diritti umani di indiani e d’ispanici, inaugurando scuole, ospizi e ospedali. Nel 1882 ricostruì il convento distrutto di Albuquerque e, sempre lì, nel 1901 portò a termine la costruzione del St. Joseph Hospital. Quando, a Trinidad, qualcuno le disse con disprezzo che con quell’abito da consacrata non poteva certo insegnare, suor Blandina sfoderò una copia della Costituzione federale degli Stati Uniti sventolandone il Primo Emendamento che definisce al libertà religiosa la prima libertà dei cittadini e americani, e continuò per la sua strada tipo “ragazzo scansati, che debbo lavorare”.

Poi la piccola grande suora rientrò, oramai anziana, a Cincinnati, dove, con la sorella suor Giustina, creò un centro di assistenza per italiani che le occupò gli ultimi anni di vita, appena prima di sapere che l’altrettanto famoso sceriffo Pat Garrett (Patrick Floyd Garrett, 1850-1908), da sempre alle calcagna di Billy the Kid, aveva finalmente ucciso il bandito. Il pensiero di suor Blandina tornò ai loro primi colloqui, chiedendosi se quell’assassino e ladro avesse avuto il tempo di trovare quella pace divina cui tanto bislaccamente da sempre anelava. A Cincinnati suor Blandina si spense il 23 febbraio 1941. Fu una delle prime donne a prendere la patente; ovviamente guidava una Ford.

Il suo nome, l’ennesimo nome italiano di un consacrato a Dio nel selvaggio West americano, è legato a storie di eroismo e di abnegazione vere che sono più affascinanti di qualsiasi romanzo d’appendice, tant’è che Rosa Maria Segale è persino finita in una puntata della serie della CBS Death Valley Days; negli anni 1960 è stata protagonista di due storie edite sul periodico cattolico di fumetti Treasure Chest of Fun & Fact, illustrate da Loyd Ostendorf (1921-2000) ‒ artista e storico, noto per le biografie del presidente Abraham Lincoln ‒; e anche in Italia l’editore di comics Bonelli l’ha immortalata in un albo della serie Magico Vento. Cosa non riesce a produrre l’amore dei santi per Cristo…

Marco Respinti

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Fonte: lanuovabq.it

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