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A parti invertite avremmo visto folle di fantomatici sotto ogni ambasciata, con tanto di tumulti e qualche bel tentativo di linciaggio, che non ci sta mai male. Suscita invece giusto qualche asettico trafiletto in cronaca locale la notizia dei tre nordafricani arrestati a Sarzana, in provincia di La Spezia, che avevano l'abitudine di utilizzare la Bibbia come carta igienica (...). Il raccapricciante dettaglio è contenuto nel verbale d'arresto che i carabinieri hanno firmato lunedì sera per fermare i tre. Scrivono i militari: "al fine di valutare la personalità dei tre soggetti consta segnalare come gli stessi utilizzassero pagine della Bibbia come carta igenica durante i loro bisogni corporali". Le prove della bestiale abitudine sono state ritrovate in un casolare abbandonato, utilizzato dai tre come base logistica per le loro attività criminali, assieme a un cristallo di cocaina da 25 grammi, altre tre dosi di stupefacente già confezionate e tredici telefoni cellulari di varie marche (...). Al di là del caso di cronaca, tuttavia, l'episodio è emblematico e allarmante, anche perchè testimonia quale sia la cultura dominante in certi ambienti dell'immigrazione, anche in quelli che sembrerebbero apparentemente lontani dal fondamentalismo religioso (...).

Nella cultura cristiana la Bibbia risulta essere la parola divina già meditata da fonti umane, non il Verbo dettato da Allah, che quindi ha tutt'altra sacralità per i musulmani. Certo, il libro fondamentale dei cristiani non è più da tempo alla base delle istituzioni civili -come avviene per gli stati ad ordinamento islamico, ndr-, in occidente, dove la laicità ha un valore riconosciuto e conclamato; certo, la critica della religione, anche feroce, così come la possibilità di ispirarsi ad altre fonti spirituali, o anche al più spiccato ateismo, sono tutte strade apertamente percorribili nelle nostre società. Insomma ci sono molte ragioni, per cui ci si possa sentire toccati in maniera molto relativa dal gesto volgare e sacrilego dei tre immigrati, come se, in fondo, non ci riguardasse davvero (...). Possiamo essere fan di Max o di Nietzesche, possiamo sentirci spiritualmente lontanissimi dalle Scritture, ma resta il fatto che "il gesto compiuto contro la Bibbia nella loro mentalità siamo noi, la nostra cultura, l'occidente, ndr". Certamente, non tutti i gli immigrati o i musulmani naturalizzati in Europa, compiono gesti blasfemi di questa portata. L'episodio, è indice di un malumore, capace di accendere micce assopite e mai del tutto spente. I "moderati" che vivono in occidente e anche nei paesi islamici, dovrebbero far sentire la loro voce di dissenso, condannando pubblicamente la blasfemia contro il cristianesimo, come prova tangibile della completa non condivisione di questi gesti inquietanti. 

Da tutto ciò -spiega Benedetto XVI-,  emerge chiaramente che non si può pensare di edificare un’autentica "casa comune" europea trascurando l’identità propria dei popoli di questo nostro Continente. Si tratta infatti di un’identità storica, culturale e morale, prima ancora che geografica, economica o politica; un’identità costituita da un insieme di valori universali, che il cristianesimo ha contribuito a forgiare, acquisendo così un ruolo non soltanto storico, ma fondativo nei confronti dell’Europa. Tali valori, che costituiscono l’anima occidentale, devono restare nell’Europa del terzo millennio come "fermento" di civiltà. Se infatti essi dovessero venir meno, come potrebbe il "vecchio" continente continuare a svolgere la funzione di "lievito" per il mondo intero? Non è motivo di sorpresa che l’Europa odierna, mentre ambisce di porsi come una comunità di valori, sembri sempre più spesso contestare che ci siano valori universali ed assoluti? Questa singolare forma di "apostasia" da se stessa, prima ancora che da Dio, non la induce forse a dubitare della sua stessa identità?

Ecco perché appare sempre più indispensabile che l’Europa si guardi da quell’atteggiamento pragmatico, oggi largamente diffuso, che giustifica sistematicamente il compromesso sui valori umani essenziali, come se fosse l’inevitabile accettazione di un presunto male minore. Tale pragmatismo, presentato come equilibrato e realista, in fondo tale non è, proprio perché nega quella dimensione valoriale ed ideale, che è inerente alla natura umana.Quando, poi, su un tale pragmatismo si innestano tendenze e correnti laicistiche e relativistiche, si finisce per negare ai cristiani il diritto stesso d’intervenire come tali nel dibattito pubblico o, per lo meno, se ne squalifica il contributo con l’accusa di voler tutelare ingiustificati privilegi. Nell’attuale momento storico e di fronte alle molte sfide che lo segnano, l’Unione Europea per essere valida garante dello stato di diritto ed efficace promotrice di valori universali, non può non riconoscere con chiarezza l’esistenza certa di una natura umana stabile e permanente, fonte di diritti comuni a tutti gli individui, compresi coloro stessi che li negano. L'Occidente si potrà rialzare, soltanto quando prenderà coscienza di aver intrapreso un cammino che porta alla distruzione e non all'edificazione di una società più giusta e armoniosa, dove le sfide culturali vengano vissute nell'ottica dell'identità da preservare, per continuare ad essere faro di speranza per tutte le genti. *

* Alcune riflessioni del presenta articolo sono tratte da "usavano la Bibbia come carta igenica", di Adriano Scianca per il quotidiano la Verità del 30 Settembre 2016, ed adattate dallo staff allaquerciadimamre.it 

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