La realtà giovanile presentata dai media, non corrisponde a verità. Dalle vene della storia emergono figure di giovani fedeli al Signore e alla Chiesa, i quali non hanno esitato a donare la propria vita per la causa del Vangelo. José Luis Sanchez Del Rio nacque a Sahuayo, in Messico, il 28 marzo 1913 dai genitori Macario Sánchez e María del Río. Visitando la tomba del beato martire Anacleto González Flores, chiese a Dio di poter morire in difesa della fede. Appena quattordicenne, José fu assassinato il 10 febbraio 1928, durante la persecuzione religiosa messicana, in quanto appartenente ai “cristeros”, gli oppositori cattolici regime del presidente Plutarco Elías Calles. Un anno prima il giovane si era unito alle forze “cristeras” del generale Prudencio Mendoza. Gli domandarono di rinnegare la sua fede in Cristo sotto la minaccia della pena di morte, ma José non accettò l’apostasia. Sua madre era straziata dalla pena e dall’angoscia, ma sosteneva suo figlio.
Finalmente la Dominus Production, lancia in italiano il film censurato dal grande cinema: Cristiada. La pellicola è diretta da Dean Wright, già direttore effetti speciali del "Il Signore degli Anelli", "Titanic" e "Cronache di Narnia". Nel team tecnico si menzionano il film editor nominato al premio Oscar Richard Francis-Bruce, già editor di "The Shawshank Redemption", "Seven", "Harry Potter And The Sorcerer's Stone" e il responsabile della colonna sonora vincitore del premio Oscar James Horner, già compositore di "Avatar", "Titanic", "Braveheart". Il film racconta degli 85 mila cattolici, detti Cristeros, che combatterono contro il governo anti-cristiano per difendere la loro fede in Cristo Re. La storia è poco conosciuta. La violentissima persecuzione durò tre anni e alla tregua non seguì la piena libertà. Il martirio prima e le prove successive poi hanno rinforzato la fede del popolo messicano e generato moltissime vocazioni.
Se per qualcosa sarà mai ricordata la nostra epoca, sarà per l’indifferenza alle immani persecuzioni e alle stragi dei cristiani. Ucciso uno ogni quattro o cinque minuti, secondo le statistiche più aggiornate, in un sostanziale silenzio dell’opinione pubblica mondiale. Alcuni fatti si vengono a sapere perché sono riportati nei principali giornali, per esempio il rapimento a Qaryatain in Siria di 60 cristiani, qualche giorno fa; ma ci sono notizie che si possono leggere solamente su alcuni siti specializzati, per esempio quella della fine di agosto, riportata da Asia News, di una coppia di cristiani – scomparsi marito e moglie, ma sono stati ritrovati i vestiti macchiati di sangue – in un villaggio nel Kandhamal (Orissa, in India), probabilmente uccisi da guardie della Central Reserve Police Force: la comunità locale ha denunciato il fatto come omicidio, temendo un ritorno del clima che favorì i terribili pogrom contro i cristiani del 2008, proprio della zona di Orissa.
I rapporti tra Chiesa ortodossa russa e cattolica negli ultimi tempi stanno vivendo una «tendenza positiva», dovuta al «chiaro riconoscimento della necessità di unire le forze in difesa dei valori tradizionali cristiani e contrastare alcune minacce della modernità, come l'aggressivo secolarismo, che minaccia le base morali della vita sociale e privata, la crisi dei valori della famiglia e la persecuzione e discriminazione dei cristiani nel mondo». A fare il punto sullo stato del dialogo intercristiano, e in particolare con la Chiesa cattolica, è stato il patriarca di Mosca, Kirill, aprendo il 2 febbraio scorso, il Concilio dei vescovi della Chiesa ortodossa russa. Nel suo discorso, pubblicato sul sito del Patriarcato e ripreso dall'agenzia AsiaNews, Kirill ha ricordato alcuni degli eventi da inserire nel dialogo ecumenico con i cattolici.