"Impicchiamo i marò". È questa la pagina Facebook che ha raccolto in poche ore 150 like e una raffica di commenti. La pagina è piena di insulti ai due fuclieri di marina. Mentre c'è attesa per il verdetto del Tribunale di Amburgo che si esprimerà domani, una parte del popolo del web corre ad insultare Latorre e Girone. Sulla pagina appare di tutto: foto dei marò impiccati, insulti e fotomontaggi. La più terribile li ritrae col cappio al collo seguita da una didascalia agghiacciante: "Qui in India siamo pronti. Stiamo aspettando la burocrazia". Diversi utenti hanno segnalato, come ricorda il Tempo, la pagina a Facebook per chiederne la rimozione e la chiusura. L’iniziativa ha anche ferito le famiglie dei fucilieri, con la sorella di Massimiliano Latorre, Carolina, solidale con la richiesta di chiusura della pagina avanzata da decine di internauti.
Nella serata l’amministratore della pagina ha affermato: "La pagina chiude. Questa misera pagina Facebook, come molte storie d’amore, è nata per gioco ed è diventata qualcosa di più. No, non c’entrano le minacce e nessun True Marò Lover si è appostato armato sotto casa mia. Il problema è legale". Sulla bacheca del gruppo anche il commento di Elio Vito, parlamentare di Forza Italia e componente della Commissione Difesa della Camera che prontamente aveva commentato la presenza online della pagina come "vergognosa e da chiudere subito". Ma dopo la segnalazione è arrivata la doccia fredda da Facebook: "Abbiamo controllato la Pagina che hai segnalato perché rappresenta un contenuto indesiderato - è scritto in social-burocratese - e abbiamo stabilito che rispetta i nostri Standard della comunità". La pagina dunque resta online.
La decisione del Tribunale del Mare di Amburgo-. Lo ha deciso oggi con una sentenza che ha diviso i giudici: 15 voti a favore contro 6. Il presidente del Tribunale si è espresso a favore. La motivazione della decisione risiede nella necessità di preservare i diritti delle parti. Entro il 28 settembre Roma e New Delhi dovranno presentare un rapporto di ottemperanza con le misure previste. Il Tribunale internazionale del mare di Amburgo delude le speranze di un rientro immediato in Italia di Salvatore Girone. Con una decisione approvata da 15 giudici contro sei, letta dal presidente Vladimir Golitsyn, l’Iclos ha stabilito che Italia e India devono sospendere ogni procedura sul caso e astenersi dal presentarne altre. Le due parti devono ora presentare un rapporto sulla vicenda. L’Italia aveva chiesto all’Iclos di permettere il rientro in Italia di Girone e confermare la permanenza in patria di Massimiliano Latorre. Ma l’Iclos ha escluso misure temporanee in proposito.
Visto che sarà compito dell’arbitrato internazionale all’Aja "giudicare nel merito del caso", il Tribunale del Mare "non considera appropriato prescrivere misure provvisorie riguardo la situazione dei due marine italiani poichè questo toccherebbe questioni legate appunto al merito del caso". Un solo punto dà soddisfazione ai legali che rappresentavano l'Italia, il fatto che la giurisdizione sul caso sia stata tolta all'India. "Bene lo stop del tribunale del mare alla giurisdizione indiana, delusione per la mancata adozione di misure per Girone e Latorre e intenzione di «rinnovare le richieste relative alla condizione dei fucilieri davanti alla Corte arbitrale", questa in sintesi la posizione dell’Italia espressa dall’agente del governo italiano ad Amburgo Francesco Azzarello sul verdetto sui marò.