Preghiere e manifestazioni all’insegna dello slogan “Mai più violenza”: così la comunità cristiana in India vive il settimo anniversario dei massacri sui cristiani che attraversarono il distretto di Kandhamal, nello stato di Orissa, il 25 agosto del 2008 e i giorni seguenti. Come appreso dall’Agenzia Fides, preghiere e manifestazioni si tengono non solo in Orissa, dove la giornata-clou sarà il 31 agosto, ma in diversi altri stati indiani. In Kerala il Movimento giovanile, unito al Forum nazionale di solidarietà (National Solidarity Forum) ha organizzato tre giorni di eventi (23-25 agosto) con l’intento di mostrare solidarietà alle vittime, fare memoria di quei giorni bui e invocare “mai più violenza”.

“Il nostro obiettivo principale è creare consapevolezza sulla violenza avvenuta a Kandhamal e preservare giustizia, pace e armonia”, ha spiegato a Fides Dhirendra Panda, coordinatore del Forum e attivista per i diritti umani. Il Forum, coalizione di organizzazioni per i diritti umani, attivisti, giornalisti, ricercatori, giuristi, artisti, scrittori, scienziati e associazioni, ha organizzato diverse azioni di solidarietà per sostenere le esigenze delle vittime e i sopravvissuti del Kandhamal.

Dhirendra Panda ha aggiunto a Fides: “Abbiamo constatato che il risarcimento alle vittime è stato minimo dalla parte del governo. Esprimiamo profondo shock sull’amministrazione della giustizia penale. Consideriamo tale violenza su una specifica comunità come una eterna macchia sulla democrazia indiana, sul suo impegno di garantire i diritti umani ai suoi cittadini, in particolare alle minoranze. Mentre i colpevoli sono da biasimare in primo luogo, ogni spettatore silenzioso di questi eventi è di fatto complice della brutale violenza sui tribali cristiani”. La "Giornata della memoria" serve allora, anche a fare pressioni sulle istituzioni politiche e giudiziarie.

Il 25 agosto 2008 è avvenuta la più grande ondata di violenza su una specifica comunità, dopo quella sui musulmani del Gujarat del 2002. Oltre 350 tra chiese e luoghi di culto cristiani furono rasi al suolo, circa 6.500 case distrutte, decine di scuole e istituti saccheggiati. I morti furno quasi cento e oltre 40 donne furono vittime di stupri, molestie e umiliazioni. Più di 56.000 cristiani furono sfollati e sono stati riportati diversi casi di conversioni forzate all'induismo.

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