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Bambini abusati, torturati, ridotti a schiavitù sessuale e poi trafficati su web: il crimine della pedofilia e della pedopornografia cresce e continua a produrre profitti. Lo denuncia il Report 2015 dell’Associazione "Meter" di don Fortunato Di Noto, presentato nella sede di radiovaticana. Oltre un milione di foto e video segnalati, 125.000 siti denunciati in questi numerosi anni di attività. Centinaia di bambini coinvolti: dai neonati ai minori di 12/13 anni. L’esplosione dei social network (facebook, twitter, you tube, e tanti altri di nuova creazione), gli archivi cloud (che permettono di condividere materiale con estrema facilità), ma anche la faccia oscura del Deep Web, che potremmo dire è come il volto nascosto della luna: tutti sanno che c’è, ma nessuno l’ha mai vista. L’associazione Meter, commenta don Fortunato, “sta denunciando il graduale spostamento commerciale dei pedofili su questa nuova rete, e in particolare sugli archivi che si possono nascondere in essa. Scandagliare i meandri del dep web, è molto difficile da trovare ed esplorare. Le varie polizie del  mondo, non hanno idea di come intervenire, mentre la politica è completamente disinteressata ad un fenomeno così occulto eppure molto grave e pericoloso”.

Dunque, la “pedofilia deve essere intesa come una nuova forma di schiavitù. Abbiamo tantissimi bambini schiavi, anche neonati, che vengono violati in maniera aberrante, quasi indescrivibile. Allora, se questo non è un fenomeno criminale allora credo che dobbiamo tutti tirarci indietro”. E non vedere - perché pubblicare le foto di minori è reato - non può giustificare aggiunge don Fortunato-, il sottovalutare il fenomeno o l'essere indifferenti: “Non c’è un’attenzione globale: c’è un’indifferenza che ci sta rendendo complici e l’informazione non dà il giusto spazio a questo fenomeno. Basterebbe soltanto una foto di un neonato: cosa si solleverebbe? Se per il dramma di Aylan, il bimbo siriano, si è sollevato il mondo, tutti i capi di Stato del mondo sono intervenuti, di fronte a una violenza del genere quali tipi di capo di Stato devono intervenire? I bambini hanno bisogno che qualcuno dia loro una voce”.

Il podio della vergogna, vede il 51,92% delle segnalazioni (2.655) proviene dall’Europa; l’Oceania con il 1.90 (21,39%) e chiude il terzetto di testa l’Africa con 555 (10,85%) segnalazioni. Restano poi le Amercihe (437 segnalazioni 8,55%) e l’Asia (73 per un totale del 7,29%). L’Europa si conferma anche per il 2015 il “quartier generale” della cultura pedofilia, tutta quella produzione –anche documentale-, di propaganda online che vuole giustificare lo stupro di un bambino da pochi giorni di vita fino a 12 anni d’età come “amore” per i piccoli su basi storiche o pseudofilosofiche. Fondamentale la rete di segnalazioni instaurata da "Meter" con le polizie postali di tutto il mondo, anche se da molti Paesi spesso non c’è risposta, come dall'Oceania, dall'Argentina e dagli Stati Uniti. “L’Europa –commenta amaramente Di Noto-,  attualmente risulta in testa: è strano che da una parte vi sia l’impegno del contrasto, dall’altra parte la diffusione costante e continua di soggetti che non solo divulgano e diffondono, ma anche lucrano su questa foto, su questi video, ma anche alcuni – molti – producono”.

All’interno dell’associazione Meter, hanno dibattuto, ed è stato ricordato durante la presentazione del Report 2015, la possibilità, di rendere pubbliche delle foto pedopornografiche. Don Fortunato a precisa: “avremmo voluto mostrarvi queste foto, per informare e far prendere coscienza a tutti della drammaticità dell’abuso sui minori. Non possiamo farlo. Ma tutti possiamo vedere: c’è chi vede e si volta indietro con indifferenza. E questa indifferenza lo rende istantaneamente complice”. A margine di questa scelta però, possiamo dare i dati: nel 2015 abbiamo identificato questo materiale suddiviso per età. Foto: fascia di età da 0-3 anni 8.745; dai 04-13 anni 1.172.164; Mentre per i Video: da 0-3 anni 4.199; dai 04-13 72.001. Il silenzio e la censura legali, però sono paradossalmente un regalo per i violentatori di bambini. Sempre secondo Don Fortunato: “non riusciamo a comprendere quale sia la ragione del silenzio, che è diventato quasi connivente e compiacente, di fronte agli abusi sessuali su bambini piccolissimi (anche da chi è preposto alla tutela e alla garanzia dei diritti dell’infanzia). Non solo: intanto aumentano vertiginosamente video e foto pedopornografici che farebbero sobbalzare qualunque persona di buon senso, papà mamme e persino tutta la società. Nel silenzio colpevole e ipocrita di tutti noi”, conclude.

I pedofili utilizzano vari canali per lo smercio del loro materiale. I social permettono ai pedofili due tipi di godimento: attraverso la parola, perché rendono partecipi gli altri delle loro “imprese”; attraverso la visione, perché il pedofilo grazie al social trova e diffonde le immagini e la loro oscenità. Dunque, è importante ascoltare l’appello di Meter agli internauti a non “diffondere le immagini dei bambini sui social: sono il miglior regalo gratuito per i pedofili”. A noi basta che i bambini vengano aiutati a non cadere in queste trappole, trappole che non sono soltanto emotive, chiosa il sacerdote netino. Ma stiamo attenti a non arrivare alla deriva, che è la deriva del 'colonismo' pedofilo, cioè a dire la giustificazione che è possibile che questo fenomeno possa essere giustificato e naturalizzato. E questo non dovrebbe mai accadere, perché se accade anche questo veramente c’è un problema molto serio nella nostra società”.

L’incontro si chiude, con la presentazione di una bella iniziativa: “in riga su internet”. In occasione dei 25 anni della Convenzione dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, è stato realizzato da parte dell’Associazione una campagna nazionale di sensibilizzazione coinvolgendo un ampio numero di studenti in Italia per garantire il diritto di ogni fanciullo all’informazione e alla sicurezza. “In riga su internet” è una campagna informativa di educazione digitale con l’obiettivo di sensibilizzare i bambini e i ragazzi ad un uso consapevole e ragionevole dei nuovi media, facendo leva sulla responsabilità di ognuno. Pertanto, nel grande oceano del male che silenziosamente attacca la parte più debole della società, suonano profetiche le parole di Don Di Noto: “Io continuo a ripiantare gli alberi di ulivo che sono stati sradicati”. C’è ancora possibilità di lottare e sconfiggere il male, per il bene dei bambini, perché come ricorda un antico adagio: “chi salva un bambino salva il mondo e l’umanità intera”.

Don Salvatore Lazzara

 

Questo articolo potete trovarlo anche su: farodiroma.it

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