meeting

“Non si annuncia nulla di buono per la democrazia quando il desiderio di mantenere buoni rapporti – soprattutto con le persone troppo “suscettibili” – spinge a cancellare la libertà intellettuale. Ma ancor peggio è forse spingere a provare vergogna per aver voluto dire ciò che si ritiene vero, buono e giusto" (Andreas Hofer).

La considerazione appena citata, è la radiografia del grave atto dittatoriale deciso dai responsabili del meeting, di non procedere, per accontentare il politicamente corretto, alla discussione libera sulla questione del gender. La radice cattolica dell’evento sembra assottigliarsi sempre di più, e con la scusa del dialogo, della tolleranza, dell’ascolto, il messaggio del Vangelo viene annacquato e aggiustato a secondo delle preferenze dei potenti di turno che finanziano la chermesse ciellina. E’ sconcertante il clima di silenzio e di chiusura creatosi dopo l’annuncio da parte della direzione, di rimuovere dal programma gli interventi sulla teoria gender. Dai commenti stupiti nei social, viene denunciata la passiva omologazione al pensiero del mondo da parte di “Comunione e Liberazione. Sempre dalla parte del potere. Per il momento comandano comunisti, cattofobi, anticlericali, lobby gay e loro si adeguano. Non mi sono mai piaciuti e mai mi piaceranno”. Cosa avrebbe detto Don Giussani, il fondatore di Comunione e Liberazione?

Secondo Riccardo Cascioli, “come ormai è noto da alcuni anni il Meeting di Rimini – seguendo le indicazioni dei vertici di Comunione e Liberazione – evita accuratamente di affrontare argomenti che possano creare polemiche o strumentalizzazioni da parte del mondo laico o anche all’interno della Chiesa; evita qualsiasi intervento che possa essere etichettato come battaglia culturale e che possa essere considerata una forma di contrapposizione. L’obiettivo è invece affrontare quella che viene individuata come la radice del problema umano. È così che anche quando si mette a tema l’uomo, l’antropologia, l’io si evitano accuratamente incontri che diano un giudizio su quanto sta dividendo la società italiana: il gender, la definizione della famiglia, la vita, e così via. Questo solo per spiegare il contesto in cui si sviluppano i fatti di questi giorni”.

Pertanto l’edizione di quest’anno del Meeting di Rimini non prevede incontri ufficiali dedicati ai pericoli dell’ideologia gender ed al violento attacco che - nel nostro Paese e, più in generale, in Occidente – è in atto contro la vita e la famiglia. Tale carenza era in parte compensata dalle iniziative di altre realtà partecipanti alla manifestazione, tra cui segnalavamo le conversazioni quotidiane dei Padri Domenicani, al Padiglione C5. E così è stato, almeno sino ai giorni scorsi, con incontri sul gender seguitissimi, segno manifesto che la carenza del programma ufficiale impediva di soddisfare il desiderio di conoscenza dell’argomento da parte di molti visitatori.

Evidentemente la cosa non è piaciuta a qualcuno, cosicché ieri pomeriggio la Direzione del Meeting di Rimini ha ritenuto opportuno invitare i frati a non tenere la conversazione sul tema “Le bugie del gender. Attacco a natura umana, matrimonio e famiglia”, che prevedeva la partecipazione di Raffaella Frullone, giornalista inviata di Radio Inblu, Benedetta Frigerio, nota firma della rivista ciellina Tempi, e Padre Giorgio Maria Carbone, frate domenicano, sacerdote, professore stabile di Bioetica, Antropologia Teologica e Teologia morale presso la Facoltà di Teologia di Bologna.

Secondo il sito web del quotidiano La Repubblica, la giustificazione ufficiale sarebbe quella di “Evitare la sovrapposizione di dibattiti ed eventi nel già ricco programma della manifestazione”, ma non è credibile, visto che non era mai accaduta una simile iniziativa nelle scorse edizioni del Meeting (assai più ricche della presente di dibattiti ed eventi), durante le quali i padri domenicani hanno tenuto incontri pubblici senza che fosse sorto alcun problema di presunte sovrapposizioni. Del resto, il loro programma non era certo segreto, essendo stato pubblicizzato da tempo anche nel loro sito web delle Edizioni Studio Domenicano e sicuramente conosciuto con congruo anticipo dalla direzione della manifestazione.

C’è da temere che le ragioni siano altre e che derivino piuttosto dalle reazioni polemiche di alcune testate giornalistiche alla citazione da parte di Padre Carbone – nel corso dell’incontro del 22 agosto dal titolo “Gender e diritti civili?, inganni e verità sulla persona e sul matrimonio” – dei risultati di una ricerca, svolta durante “30 anni di osservazione su sei milioni e mezzo di persone”, che dimostrerebbe come “le coppie eterosessuali sono esposte a minori rischi cardiovascolari, respiratori, suicidio, tentato suicidio e Aids, infinitamente minori delle coppie dello stesso sesso conviventi o sposate nel Regno di Danimarca”.

Al Meeting di Rimini si discute di tante cose meravigliose, non c’è pregiudizio verso nessuno, tant’è che i suoi organizzatori hanno addirittura invitato a presentare l’edizione del 2013 una protagonista storica nella promozione di leggi e progetti contrari alla vita ed alla famiglia quale è Emma Bonino, così come hanno invitato musulmani integralisti a parlare di dialogo. Con rammarico, si deve peraltro prendere atto che non è luogo ove si possa discutere sulla grave emergenza educativa che deriva dal tentativo di attuare un’artificiosa rivoluzione antropologica attraverso l’imposizione ideologica delle teorie del gender e del matrimonio omosessuale (con annesso sviluppo delle varie pratiche fecondazione assistita, tra cui il cosiddetto utero in affitto).

Nel video l’annuncio della sospensione delle conferenze sul gender

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Don Salvatore Lazzara

Per approfondire: notizieprovita.it; lanuovabq.it 

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