Il Washington Post in tre giorni ha già pubblicato una dozzina di articoli in cui il nuovo presidente è paragonato ad Hitler. Soros paga studenti e sottoproletariato per manifestare nelle piazze contro il nuovo comandante in capo. I grandi vip dello spettacolo (che si sono spesi per la vittoria della Clinton), si stanno mangiando il fegato. Hanno perso ma non sanno perdere. Ecco (nella foto qui sotto), come titolava il giornale del PCI "L'Unità" il 6 novembre 1980 all'indomani della vittoria negli Usa di Reagan. Quasi 40 anni dopo la sinistra e l'intellighenzia non sono cambiate: se il popolo vota come piace a loro è l'affermazione della democrazia e dei valori progressisti, se non lo fa è la vittoria dell'ignoranza, della paura e l'inizio della fine del mondo. E' doveroso chiedersi dove erano i manifestanti Usa di questi giorni (e i loro simpatizzanti europei) quando i "ribelli buoni" foraggiati dai loro politici preferiti sgozzavano innocenti in giro per il mondo o quando veniva bombardata la Libia, sempre su iniziativa dei loro idoli.
I leader abortisti e le organizzazioni che premono per promuovere l’aborto sono letteralmente “devastati” dalla vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Questi gruppi consideravano un dato di fatto la vittoria di Hillary Clinton e il conseguente trionfo delle politiche abortiste. Ma la batosta è stata terribile visto che il candidato repubblicano aveva annunciato che in caso di vittoria avrebbe ritirato i finanziamenti alla Planned Parenthood, il centro di pianificazione familiare ultimamente al travolto da molte polemiche e scandali legati alla vendita di organi dei feti abortiti. Trump ha anche promesso che, in caso di vittoria, avrebbe appoggiato le iniziative pro-life, grazie anche al sostegno di numerosi cattolici che lo hanno accompagnato nella campagna elettorale, a cominciare da Mike Pence, scelto da Trump come vice presidente, un evangelico, attivo sul fronte pro-life che nel suo intervento dopo l’elezione ha ringraziato Dio “per la grazia concessa”. Perchè i principali sondaggi negli ultimi mesi propendevano per una netta vittoria di Hillary Clinton? "le percezioni dell’opinione pubblica americana e internazionale sono state manipolate tramite la diffusione di sondaggi il cui esito veniva preventivamente concordato con i vertici della Clinton Campaign, afferma il prof. Germano Dottori, docente in Studi Strategici presso l’Università Luiss di Roma e consigliere scientifico di Limes. Dovevano rafforzare la sensazione di una Hillary presidente inevitabile. Soltanto il Los Angeles Times, i Rasmussen Report ed un istituto demoscopico legato alle imprese hanno fin dall’inizio dipinto un quadro diverso, con i due candidati appaiati. C’è poi da dire che se si continuerà a produrre stime sul voto popolare sganciate dall’andamento nei singoli Stati, avremo ancora pronostici inutili". E ancora: "Trump cercherà di concentrarsi sul rilancio della classe media e dei colletti blu, depressi a causa della stagnazione dei loro redditi, un male molto ben noto anche a noi europei. Non gli interessano le avventure militari, né i progetti più ambiziosi di democratizzazione del mondo. È uomo d’affari, che attribuisce gran valore alla stabilità. L’America cercherà di ritrarsi, ma senza lasciare il caos. Per questo, le altre grandi e medie potenze avranno maggiori spazi. Trump ne cercherà la collaborazione. E la Russia conterà molto. Non le si regalerà nulla, ma si smetterà di alimentarne la sindrome d’assedio. Mosca dovrà essere incentivata a cooperare. Ho la sensazione che al Cremlino si guardi con gran favore alla novità, anche se la diplomazia russa è prudente". Emerge un quadro totalmente diverso da quanto i media in questi giorni post elezione hanno presentato all'opinione pubblica.
a cura dello staff allaquerciadimamre.it