Dopo la celebrazione dei vespri, nella Cattedrale dell’Avana, il Papa raggiunge l’antico edificio che ospita il famoso centro de Estudio P. Felix Varela, per incontrare i giovani. L’istituto è stato istituito nel 2011 in coordinamento con il Pontificio Consiglio della Cultura. Il centro comprende un centro di studi ecclesiastici che svolge anche corsi di filosofia, studi sociali, psicologia oltre a un master in Business Administration (MBA), detto “Cuba-Emprende”, finalizzato al sostegno di iniziative imprenditoriali private confacenti ai cambiamenti nella politica economica del Paese. Dunque, un luogo formativo di eccellenza, dove passano tanti giovani che rappresentano il futuro della società Cubana. Senza cultura e formazione, è difficile costruire il domani di un paese. Diceva San Giovanni Bosco, “un giovane senza cultura e preparazione è destinato a perdersi”.
La scuola non è solo trasmissione di conoscenze tecniche ma luogo di costruzione di relazioni educative “in cui ogni studente deve sentirsi amato e accolto con tutti i suoi limiti e potenzialità”. Nel discorso tenuto da Papa Francesco ai membri dell’Unione cattolica insegnanti, indica il duplice appello alla scuola a diventare riferimento positivo in una società che fatica a trovare punti di riferimento e agli insegnanti ad andare nelle periferie della scuola “che non possono essere abbandonate all’emarginazione, all’ignoranza e alla malavita. Il dovere di un buon insegnante è quello di amare con maggiore intensità i suoi allievi più difficili, più deboli, più svantaggiati. Gesù direbbe: se amate solo quelli che studiano, che sono ben educati, che merito avete? E ce ne sono alcuni che fanno perdere la pazienza, ma quelli dobbiamo amare di più! Quelli che non vogliono studiare, quelli che si trovano in condizioni di disagio, i disabili e gli stranieri”.
Le intuizioni pastorali del Santo Padre, erano state intuite da P. Felix Varela, a cui è intitolato il centro studi a La Havana. Il servo di Dio viene presentato nella guida pubblicata dall’Università de La Habana, come “il maestro dei maestri cubani”, e una delle vie principali nel centro della città porta il suo nome. Nasce nella capitale il 20 Novembre 1788 e manifesta, sin dall’infanzia, una chiara vocazione al sacerdozio, distinguendosi per intelligenza e pietà. Ordinato sacerdote a 23 anni, guadagna presto l’ammirazione di tutti. Insegna per una decina di anni al Collegio-Seminario di San Carlo contribuendo in modo notevole al progresso della scienza e delle lettere nell’isola caraibica. Scelto nel 1821 per rappresentare Cuba presso la corte di Spagna, vi reclama la libertà per gli schiavi neri. Al ristabilimento dell’assolutismo in Spagna, nel 1823, si trasferisce a New York dove proclama il diritto di Cuba ad essere una nazione indipendente e sovrana. Gli ultimi tre anni della sua vita sono segnati dalla malattia, la povertà e la solitudine, e muore il 25 Febbraio 1853 a Sain Augustin (Florida). Coloro che lo hanno conosciuto in vita lo considerano un santo. In corso la causa per la sua beatificazione.
Don Salvatore Lazzara
farodiroma.it