Dopo aver celebrato i vespri nella cattedrale dell’Havana, papa Francesco, si è recato al Centro Varela, dove ha incontrato una moltitudine di ragazzi, giovani, e fedeli. Il clima di festa, tipico delle gente latinoamericana, ha fatto più volte fatto sorridere il Santo Padre, il quale non ha mancato di elargire benedizioni e saluti. Quando incontra i giovani, non ama il formalismo dei discorsi preparati. Così, anche questa volta, come ha fatto nel momento di preghiera con i consacrarti, ha abbandonato il testo scritto affidandosi agli appunti presi mentre ascoltava l’intervento di un ragazzo nel Centro culturale, nella piazza della Cattedrale dell'Avana. “L'inimicizia sociale distrugge. Una famiglia si distrugge per l'inimicizia. Il mondo si distrugge per l'inimicizia. E l'inimicizia maggiore è la guerra e oggi il mondo si sta distruggendo per la guerra perché non sono capaci di sedersi e parlare”. È uno dei passi appassionati del discorso pronunciato “a braccio” nell’ultimo appuntamento della sua seconda giornata cubana. Una riflessione corposa, capace di scuotere le menti e i cuori non solo dei presenti, ma di quanti avranno la possibilità di leggere e riascoltarla.
"Non so se a Cuba si usa la parola non ripiegarsi, ecco questo vi chiedo: non smettete di sognare. La capacità di sognare è quello che ci rende capaci di operare per un mondo migliore. Quanto più grande è la capacità di sognare tanto più saremo capaci di operare". Lo ha affermato Papa Francesco nell'incontro con la gioventù cubana, nella piazza della Cattedrale dell'Avana. "In Europa - ha aggiunto il Pontefice - esiste un'intera generazione che non ha speranza perché non studia e non lavora. Mi domando che paese sia quello dove non si offre un futuro ai ragazzi".
"Un popolo, non dico un governo, che non si preoccupa dei giovani, che non inventa una possibilità di lavorare per i suoi giovani, non ha un futuro", ha continuato il Papa descrivendo con dispiacere "il giovane e la giovane incapaci di dare vita, di creare amicizia sociale, di creare una patria", e che "evidentemente entrano a far parte della cultura dello scarto: la cultura che non ha speranza, nella quale si scarta l'anziano perché non produce, si pensa all'eutanasia in certi paesi, ma in altri c'è un'eutanasia nascosta, e si scartano i giovani". "Questa cultura dello scarto - ha scandito - sta facendo male a tutti toglie la speranza, una speranza che è sofferta, faticosa e feconda".
Don Salvatore Lazzara
farodiroma.it
La foto di papa Francesco è tratta da Government.ru (licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported)