Tra qualche momento Papa Francesco varcherà la porta della Casa Bianca, dove incontrerà il Presidente degli Stati Uniti. Terrà un discorso da molti osservatori ritenuto storico. Il Santo Padre, con la pastorale della prossimità e del sorriso, è riuscito a trasformare i cuori con gesti semplici e immediati. È la rivoluzione silenziosa del Vangelo che fa raggiungere mete insperate e fino a qualche tempo addietro impensabili.
Il primo storico incontro di un Papa di Roma con il Presidente Americano, avvenne il 16 Aprile 2008. Gli attori principali di allora erano Benedetto XVI e George Bush, il quale definì la visita "una splendida giornata per Washington". In 13mila salutarono il Pontefice, assiepati sul prato davanti alla facciata principale della residenza presidenziale. "Viva il Papa", gridarono gioiosi in lingua italiana molti dei presenti, sventolando bandierine a stelle e strisce e gialle e bianche, colori del Vaticano. Ventun salve di cannone salutarono Papa Ratzinger mentre nell'aria risuonavano gli inni nazionali. Quella giornata segnò l'ottantunesimo compleanno del Pontefice emerito. Una pasticceria di Washington offrì a Benedetto XVI una torta a forma di piazza San Pietro, una replica dolce alta 50 centimetri e larga 75 con il colonnato del Bernini e la facciata della basilica.
Insieme al presidente americano, alla moglie Laura e alla figlia Jenna, il Pontefice recitò una breve preghiera in favore della famiglia. Ma, nello studio ovale, Benedetto XVI e il leader americano parlarono a lungo mostrando un impegno comune in difesa della vita, sulla necessità di educare le nuove generazioni, tutelare i diritti umani e la libertà religiosa. I due leader sottolinearono l'urgenza di favorire uno sviluppo sostenibile nei paesi più poveri e di condurre una battaglia contro la povertà e le pandemie, specialmente in Africa. In merito a questo il pontefice si congratulò per i sostanziali contributi finanziari degli Stati Uniti in questa area. In quell’occasione chiese al popolo americano di trovare nella propria fede religiosa un criterio di "discernimento e di ispirazione" di fronte alle sempre "più complesse questioni politiche ed etiche". Non mancarono i riferimenti all’allora drammatica situazione internazionale, esprimendo la sua fiducia che la "preoccupazione americana per l'ampia famiglia umana, continuerà a trovare espressione nel sostenere gli sforzi pazienti della diplomazia internazionale volti a risolvere i conflitti e a promuovere il progresso".
Concludendo il suo storico intervento sul prato della Casa Bianca, prima del percorso nelle strade tra due ali di folla, il Pontefice invocò la benedizione sugli Stati Uniti: "Dio Onnipotente confermi questa Nazione e il suo popolo nelle vie della giustizia, della prosperità e della pace. Dio benedica l'America".
Don Salvatore Lazzara
farodiroma.it