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La vicenda del terrorista marocchino fermato da tre «eroi» americani e uno britannico mentre si apprestava a trasformare in mattatoio il treno Amsterdam-Parigi, è il segnale di un'Europa avviata a diventare il tiro al bersaglio del fanatismo e dell'odio islamista. Un'Europa imbelle che, dopo aver flirtato con l'integralismo e aver assistito alla sua diffusione facilitata da un'immigrazione fuori controllo, sconta ora i sette «peccati capitali» commessi negli ultimi anni.

1) Il peccato originale risale al 2011, quando i governi europei, con Francia e Inghilterra in testa e il nostro Partito democratico al seguito, «scambiano» le insurrezioni fondamentaliste dei Fratelli Musulmani in Tunisia, Egitto, Libia e Siria per rivoluzioni democratiche e liberali.

2) Grazie a quella svista, i Fratelli Musulmani e gli altri gruppi fondamentalisti acquisiscono piena legittimità, muovendosi in libertà nelle società europee. Tra il 2011 e il 2013 i servizi segreti della Nato arrivano perfino ad aprire centri di coordinamento per addestrare, d'intesa con Ankara, i ribelli islamisti in lotta con il regime di Bashar Assad.

3) Sfruttando complicità e miopie occidentali, la Turchia agevola il passaggio di 5000 militanti islamisti partiti dall'Europa per combattere sui fronti siriani. Oggi gran parte di quei militanti combattono con lo Stato Islamico.

4) Nel 2013 Stati Uniti ed alleati europei erano pronti a bombardare la Siria di Bashar Assad, accusata di aver usato le armi chimiche contro i ribelli. Oggi il Pentagono ammette che il vero utilizzatore di armi chimiche in Siria è lo Stato Islamico. E, nell'agosto di due anni fa, probabilmente non esitò a utilizzarle sui territori delle fazioni rivali per spingere l'Occidente a dichiarare guerra a Damasco.

5) Assistiamo senza muovere un dito alla «guerra dei migranti» condotta contro di noi dalla Turchia del presidente Recep Tayyp Erdogan e dalle milizie islamiste di Tripoli protette da Ankara. Una Turchia efficientissima nel sigillare i confini quando si tratta di bloccare i rifornimenti ai curdi assediati dallo Stato Islamico in Siria e Irak, ma assai distratta di fronte ai 130mila immigrati traghettati in Grecia da inizio anno. Una Turchia che arma e finanzia gli islamisti al potere a Tripoli, ma si guarda bene dal chiedere loro di fermare i traffici di uomini. Una Turchia ben felice, in definitiva, d'inondarci d'immigrati musulmani pronti a stravolgere le componenti etnico-religiose delle nostre società

6) Il Belgio, dov'è salito il mancato attentatore del treno Amsterdam-Parigi, è il Paese con la più alta percentuale di combattenti (500 circa) tra le file dello Stato Islamico, a fronte di soli 11 milioni di abitanti. Bruxelles e altre zone, dove la popolazione musulmana è al 25 per cento, sono già oggi il volto del futuro «Europistan», un'Europa invasa da un'immigrazione islamista fuori controllo. Un humus di emarginazione e risentimento dove il fanatismo avrà sempre più facile gioco nel trovare nuove reclute pronte a sparare contro chi li accoglie.

7) Il marocchino responsabile dell'attentato era, come altri protagonisti di precedenti massacri e uccisioni, un reduce della Siria. Sulla rotta Turchia-Grecia si muovono ogni giorno migliaia di migranti fuori controllo. La rotta è già ora il collettore attraverso cui rientrano i reduci «europei» dello Stato Islamico pronti - dopo essersi fatti le ossa in Siria - a colpire le nostre città. Dove non sempre troveranno quattro «eroi» pronti a fermarli.

Gian Micalessin

Fonte: il giornale.it

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