Circa la metà dei sessanta cristiani rapiti giovedì dall'Is a Qaryatain, nella provincia di Homs, sarebbero stati liberati e condotti nei villaggi vicini. Il gruppo è parte dei 230 civili siriani rapiti dai jihadisti dello Stato islamico dopo la conquista della città. Tra gli ostaggi, ci sarebbero anche 45 donne, 19 bambini e 11 famiglie, mentre altre centinaia di persone mancano all'appello.
Stando a quanto riferito dal sacerdote assiro siriano Gabriel Dawoud all'emittente libanese al- Mayadeen TV, due tra i cristiani sequestrati sarebbero disabili in sedie a rotelle. La popolazione di Qaryatain, un villaggio situato tra Homs, Palmira e Damasco, è di circa 40mila persone tra sunniti e cristiani, oltre alle migliaia di sfollati fuggiti da Homs. L'opinione di Edward è che l'Is si stia preparando ad attaccare anche Sadad dove attualmente vivono circa 4mila famiglie cristiane. La città era stata catturata dai miliziani di al-Qaeda già nel 2013 ma riconquistata poco dopo dall’esercito arabo siriano. Molti degli abitanti, scorgendo il pericolo imminente, sono già fuggiti.
Amnesty International, (di cui non condividiamo la politica a volte troppo sbilanciata pro ribelli, che non sono siriani ma mercenari da ogni dove che combattono per estendere il dominio dello stato islamico), ha condannato fortemente i rapimenti. Neil Sammonds, ricercatore in Siria per l'organizzazione, ha parlato di un "crimine esecrabile" e di una terribile emergenza per i civili coinvolti nel conflitto. E' necessario ogni sforzo possibile - continua - per identificare questi criminali e consegnarli alla giustizia". I cristiani, prima della guerra costituivano circa il 10 per cento della popolazione nel Paese. Solo nel febbraio scorso l'Is ne ha rapiti più di 200, solo una piccola parte è stata rilasciata.