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Una fotografia di Alan Kurdi, un bambino siriano di tre anni, a faccia in giù e senza vita nella sabbia di una spiaggia turca, ha generato rabbia e dolore in tutto il mondo nei giorni scorsi. Cosa spinge una famiglia come quella di Alan a lasciare la Siria e imbarcarsi in un viaggio che si è concluso con la morte sua e dei suoi congiunti? Anzitutto, fuggono dalle persecuzioni scatenate dai miliziani dell’isis contro le minoranze cristiane e yazide. I fedeli sono sottoposti a torture e violenze indicibili. Rimanendo in Siria Alan avrebbe rischiato di diventare uno delle centinaia di altri bambini di tre anni uccisi dallo stato islamico.

Dall’inizio della guerra si parla di almeno 232 bambini trucidati dai jhiadisti. Il numero reale potrebbe essere molto più alto. Di questi minori citati, quasi metà sono stati uccisi da colpi di artiglieria. L’immagine di Alan Kurdi nella sabbia è stata così forte che sembra avere dato una scossa al mondo nella sua inattività sulla crisi dei profughi. Ma in ogni caso, migliaia di altri bambini sono morti senza cambiare niente, e la loro morte è diventata solo, al massimo, una statistica. In Siria la guerra è principalmente fra i fondamentalisti islamici e l’esercito di Assad. I terzi incomodi, i curdi, difendono il Kurdistan e sono riusciti nell’impresa di cacciare l’Isis da Kobane e, più recentemente, da Tal Abyad. E cosa fa l’Occidente in tutto questo? Assolutamente niente se non qualche bombardamento nelle zona di Kobane quando i curdi e i tagliagole se la stavano combattendo.

umanitaria11I bambini cristiani, non sono morti affogati perché una famiglia da tre anni residente in Turchia ha deciso di venire in Occidente senza documenti, quindi illegalmente su un barcone. No, questi sono stati ammazzati. La loro colpa? Essere cristiani. Per questi bambini e per tutte le minoranze perseguitate dagli islamisti nessun servizio, nessuna commozione. Loro rappresentano le radici cristiane, rifiutate e combattute nel nome del progresso e della civiltà, perciò vanno ignorati. Loro suscitano un sentimento di repulsione verso l'islam, perciò contro l'immigrazione clandestino-musulmana di massa, ecco perché non ce li fanno vedere, come non mostrano le donne yazide, stuprate, schiavizzate e trucidate. L'Occidente non si è fatto nessun problema a mandare soldati a destabilizzare tutta l'Africa, ma l'ISIS, che potrebbe essere annientato istantaneamente con uno schiocco di dita, è lasciato libero di minacciare, massacrare e annientare la storia.

Perché l’occidente non interviene? Quali sono gli interessi nascosti dietro la guerra al governo siriano? Chi sono, infatti, i ribelli che in Siria vogliono cacciare Assad? Inizialmente ebbe un ruolo di primo piano il Free Syrian Army (Esercito Siriano Libero), la cosiddetta “ala moderata” dei ribelli, che poi nel corso del tempo ha assunto la sua vera fisionomia: cacciare Assad non per portare la democrazia, ma per realizzare i progetti geopolitici dell’occidente dei dei paesi del golfo, loro alleati . Ben presto, nell’estate del 2013, le forze islamiche radicali presero il sopravvento. Fra queste al-Nusra, cioè gli affiliati di Al-Qaida, e l’autoproclamato Stato Islamico. Attenzione alle date, quando Kerry paragonò Assad a Hitler già era chiaro che in Siria i ribelli non erano solo moderati ma anche, se non soprattutto, jihadisti. Il 12 luglio 2013 reuters.com riportava che uno dei migliori comandanti dei ribelli era stato ucciso da soggetti legati ad Al-Qaida e che l’Isis considerava i combattenti dell’Esercito Siriano Libero degli eretici. Insomma, c’erano già abbastanza elementi per capire che il nemico da abbattere era chi combatteva per imporre la shari’a. Ma si preferì comunque dire che il problema era il governo di Damasco, fino a prova contraria l’unico governo legittimo della Siria.

L’Occidente ha sbagliato tutto. Ha considerato Assad, uno dei pochissimi capi di governo laici del Medio Oriente, un nemico. Lo stesso Occidente che è storicamente alleato con l’Arabia Saudita, paese che basa le proprie leggi sul Corano. Ed ora addirittura il presidente francese, dichiara che Assad “deve andarsene, la soluzione non passa attraverso di lui”. Dunque Hollande, ha superato addirittura il popolo siriano, ergendosi a giudice politico di una nazione stremata dalla guerra voluta proprio dagli alleati occidentali e combattuta dai tagliagole dell’isis. Gli occidentali hanno prima armato i nemici moderati del governo legittimo di Assad (chissà in seguito quelle armi nelle mani di chi sono finite) e poi non hanno aiutato il governo di Damasco a liberarsi dai fondamentalisti islamici (però quando si trattò di andare a fare la guerra a Gheddafi in Libia, ai talebani in Afghanistan e a Saddam Hussein in Iraq non si fecero problemi). Nei prossimi mesi gli Stati Uniti e l’Europa decideranno di intervenire o continueranno a stare con le mani in mano? Perché non parlano dei migliaia di bambini e famiglie uccisi ogni giorno a causa delle politiche portate avanti proprio da chi ora a mani aperte accoglie non tutti gli immigrati, ma soltanto i profughi siriani?

Don Salvatore Lazzara

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