Volevo segnalare questo delirante articolo pubblicato oggi sul Corriere della Sera a firma di Maria Laura Rodotà, importante megafono delle lobby gay, che esalta una serie tv made in Usa espressione della più radicale ideologia gender. Nel pezzo è un tripudio di frasi come "capisce di essere genderqueer, non si identifica nelle tradizionali caratterizzazioni di genere", "nessuno, in Transparent (titolo della serie, ndr) è un personaggio monoblocco. L'identità sessuale viene raccontata come un processo fluido, in continua definizione", "il pensiero binario è una trappola per l'umanità", il tutto coronato dall'esaltazione di quello che viene definito nell'incipit un "capolavoro" a cui hanno lavorato più di 80 trans.
Ancora una volta il principale quotidiano italiano si fa portavoce dell'ideologia gender, con la storia di Mort che diventa Maura (speculare al reality su Bruce che diventa Caitlyn), cercando ancora una volta di propagandare che il falso è vero, che l'identità non è precostituita dalla natura. La campagna offensiva delle lobby gay prosegue incessante anche in pieno agosto, diretta a plagiare le menti delle persone. Sono degli illusi: potranno avere dalla loro parte fiumi di denaro, media, giornali, politici prezzolati ma sono solo pochi membri di una intellighenzia che vuole plasmare a sua piacere l'umanità per soddisfare i propri egoistici desideri; noi avremo pure scarsi mezzi, un solo giornale (La Croce), ma siamo tantissimi, siamo un popolo che ha avuto nel milione di Piazza San Giovanni la sua punta di diamante, NOI SIAMO POPOLO!
Marco Rapetti Arrigoni