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Dopo l’esclusione delle conferenze sulla teoria gender al Meeting di Rimini, gestito da Comunione e Liberazione, per evitare conflitti e tensioni, con evidente imbarazzo da parte di quanti lottano quotidianamente per proteggere la società dalla “colonizzazione ideologica”, più volte denunciata da Papa Francesco, arriva nelle scrivanie dei fedeli della diocesi di Padova una nota esplicativa e illustrativa che “apre” al gender. E’ evidente la direzione intrapresa dal movimento fondato da Don Giussani, in contrapposizione con lo “spirito delle origini” sempre più allineato al politicamente corretto. La strategia utilizzata dai responsabili, “evita accuratamente di affrontare argomenti che possano creare polemiche o strumentalizzazioni da parte del mondo laico o anche all’interno della Chiesa; evita qualsiasi intervento che possa essere etichettato come battaglia culturale e che possa essere considerata una forma di contrapposizione. L’obiettivo è invece affrontare quella che viene individuata come la radice del problema umano. È così che anche quando si mette a tema l’uomo, l’antropologia, l’io si evitano accuratamente incontri che diano un giudizio su quanto sta dividendo la società italiana: il gender, la definizione della famiglia, la vita, e così via. Questo solo per spiegare il contesto in cui si sviluppano i fatti di questi giorni”. Non si spiegano altrimenti le indicazioni da tabella di marcia e le censure rivelate da “Repubblica” sulle attività del meeting. Ops… forse dimentichiamo che il quotidiano di regime sostiene economicamente la chermesse, per tenerla sotto controllo e pilotarne i contenuti e le scelte. 

Le pressioni esercitate dalle lobby, su tutte le agenzie educative presenti nel territorio, sono molto simili alle intimidazioni utilizzate dalla gestapo per manipolare la mente dell’opinione pubblica. Negare l’evidenza e la verità, anche quando questa è inequivocabilmente sotto gli occhi di tutti, è la strategia utilizzata per “combattere” i liberi pensatori che non si allineano alle disposizioni del pensiero unico. Per contrastare l’”offensiva” contro il gender, circola da qualche settimana la questione del profitto che ne trarrebbero le scuole cattoliche e tutte quelle organizzazioni impegnate sul fronte del no. Ecco una semplice dimostrazione della propaganda pro gender: “Il gender, infatti conviene. Conviene alle scuole private (soprattutto a quelle cattoliche) perché si iscrivano sempre più alunni con rette sempre più alte, invece di frequentare la scuola pubblica. L'opera di demonizzazione, infatti, ha preso di mira soprattutto la scuola e gli insegnanti. Conviene alle associazioni cattoliche, affini o similari per la raccolta di fondi e donazioni. L'idea che ci sia bisogno di una sorta di "Fronte di Liberazione dal Gender" porta con sé anche il fatto di dover contribuire concretamente alla causa”.

La prova più evidente, è la presa di posizione della diocesi (nel caso specifico Padova), tramite l’ufficio scuola, che cedendo alle pressioni ha ceduto ha emanato un comunicato (clicca qui), dove viene illustrato come deve essere trattata la questione del gender.  Leggiamo la nota per ricavarne le seguenti conclusioni:

“in alcune parrocchie si sono fatte delle serate sul gender e all’Ufficio scuola sono giunte richieste di chiarimento da parte di vari fedeli. Per questo motivo, l’Ufficio scuola ha diramato la nota suddetta che dice tre cose: a) il gender non è un’ideologia ma un insieme di teorie anche diverse tra loro di cui non è corretto fare ogni erba un fascio, non è il nemico da combattere ma un interlocutore con cui dialogare e discernere, informandosi correttamente e formandosi alla logica di Cristo; b) l’articolo 16 della legge sulla buona scuola non ha niente a che fare col gender e quindi è pretestuoso contestare su queste basi la legge stessa raccogliendo firme per la sua abrogazione; c) il ministro Giannini ha emanato delle circolari che possono rassicurare i genitori. Infine, la nota diffida dall'organizzare incontri senza avere informato il Vescovo e, per quanto riguarda le tematiche connesse con l’educazione, l’Ufficio Scuola”. (Fonte: lanuovabq.it)

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A leggere la prima parte della nota, -commenta Stefano Fontana-, “sembra che per l’Ufficio scuola della diocesi di Padova l’ideologia gender sia un’invenzione. Esisterebbero solo varie teorie in discussione su libri e su riviste di cui la stessa nota fa qualche esempio. Però Papa Francesco dice che esiste. Però Benedetto XVI ha detto che esiste. Ambedue hanno messo bene in guardia e ne hanno indicato l’estrema pericolosità. L’Ufficio scuola di altre diocesi ha licenziato documenti sul gender in cui si evidenziano i pericoli e si indicano le vie per contrastarlo. Sono stati tutti vittime di allucinazione?” (se vuoi approfondire la cronaca degli eventi clicca qui).

Il 04 Aprile 2014, il Vescovo Camisasca, si poneva in una linea totalmente opposta a quella intrapresa ufficialmente dalla diocesi di Padova: “Il Magistero non vuole solo proporre una propria visione dell’uomo e della donna, radicata nella rivelazione cristiana. Sa di parlare in questo modo di alcuni elementi antropologici che hanno una valenza universale. Ha detto a questo proposito il cardinale Gerard Müller nella sua lectio magistralis con cui ha inaugurato l’Anno Accademico della Facoltà Teologica di Milano: «Il concetto di “natura” rappresenta quel fondamento indisponibile senza cui l’uomo non riuscirebbe più a fissare, oltre i labili e volubili contorni delle maggioranze di ogni tempo, i confini non negoziabili della sua dignità e identità, e quindi dei suoi diritti e doveri. Una dignità e identità che sono “donate” all’uomo, che l’uomo è chiamato dapprima a riconoscere e poi ad attuare, e che nessuno può auto-fabbricarsi, pena lo smarrimento di quelle identità e dignità e un fraintendimento di quei diritti e doveri: ciò che appunto oggi è già accaduto ed avviene”. Emblematiche, a questo proposito, anche le parole che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha pronunciato il 24 marzo scorso nella sua prolusione al Consiglio Permanente della CEI: «La lettura ideologica del “genere” – una vera dittatura – vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni”. (la lettura della nota per intero la puoi trovare qui).

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Papa Francesco si è più volte pronunciato su questa tematica condannando l’ideologia del gender come “uno sbaglio della mente umana” una “colonizzazione ideologica” (…) “che crea tanta confusione” (frasi pronunciate a marzo del 2015 durante la Visita Pastorale a Pompei e Napoli). Rivolgendosi alla Conferenza Episcopale del Porto Rico, il Pontefice ha affermato che “la complementarità tra l’uomo e la donna (…) è oggi messa in discussione dalla cosiddetta ideologia di genere, in nome di una società più libera e più giusta”. Durante l’udienza generale del 15 aprile, riferendosi alla differenza sessuale tra uomo e donna, papa Francesco si è chiesto “se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa”. Sono solo alcuni esempi tra i tanti pronunciamenti di papa Francesco sul tema delle teorie gender e della “colonizzazione ideologica” a cui sono sottoposti i bambini.

Era il 21 dicembre del 2012 quando il Santo Padre Benedetto XVI, rivolgendosi alla Curia Romana in occasione degli auguri natalizi, condannò fermamente la teoria gender. Nel suo discorso il papa Benedetto si volle soffermare su alcuni “momenti salienti” del suo ministero accaduti durante l’anno che stava per terminare. Tra i vari avvenimenti ricordò la sua visita pastorale all’arcidiocesi di Milano e la sua partecipazione alla “festa della famiglia” ossia l’VII Incontro Mondiale delle Famiglie, avvenuto nel mese di giugno.

Dunque, alla luce dei pronunciamenti pontifici, e di quelli di alti esponenti del Magistero ecclesiale, risulta incomprensibile la posizione della diocesi di Padova. Alla fine, cosa rimane impresso di una nota come questa dell’Ufficio scuola? Che chi si è mobilitato contro il gender ha sbagliato (quindi anche Papa Benedetto e Papa Francesco hanno preso un colossale abbaglio sulla questione). Risultato: non c’è da allarmarsi, è indispensabile dialogare e confrontarsi, e per ultimo, il gender è solo una serie di teorie da discutere. In pratica, la diocesi apre al gender. Complimenti.

Don Salvatore Lazzara

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