Sono 21 le scuole che a settembre hanno deciso di attivare dei percorsi alla relazione di genere. Tutti i 21 istituti a settembre, faranno firmare alle famiglie e agli studenti il patto di corresponsabilità con il quale si svincoleranno dall’obbligo di dare puntuali comunicazioni alle famiglie sull’attività extracurricolare che ognuno di questi potrà intraprendere. Non è dato per il momento di sapere cosa succederà se qualche genitore deciderà di non far aderire il figlio a questo progetto. E crediamo che questo potrà succedere vista la netta frattura della comunità sul tema.
A Trento città le scuole che hanno fatto domanda per attivare il percorso sono solo cinque, l'istituto comprensivo 3 di via Vittorio Veneto, L'Enaip, l'istituto di formazione professionale S.Pertini, l'Istituto della Arti "Vittoria, Depero, Bomporti"e L'istituto tecnico tecnologico M.Buonarroti.
Volevo segnalare questo delirante articolo pubblicato oggi sul Corriere della Sera a firma di Maria Laura Rodotà, importante megafono delle lobby gay, che esalta una serie tv made in Usa espressione della più radicale ideologia gender. Nel pezzo è un tripudio di frasi come "capisce di essere genderqueer, non si identifica nelle tradizionali caratterizzazioni di genere", "nessuno, in Transparent (titolo della serie, ndr) è un personaggio monoblocco. L'identità sessuale viene raccontata come un processo fluido, in continua definizione", "il pensiero binario è una trappola per l'umanità", il tutto coronato dall'esaltazione di quello che viene definito nell'incipit un "capolavoro" a cui hanno lavorato più di 80 trans.
Una nota redazionale di libertà e persona, riferisce della coraggiosa omelia pronunciata dall’Arcivescovo di Ancona sul gender: “Chiede che ci si metta alla scuola di Maria nella “sapienza della normalità” il cardinale Edoardo Menichelli*, Arcivescovo di Ancona-Osimo e segretario della commissione episcopale CEI per la famiglia, che – su invito dell’arciprete decano di Rovereto, Mons. Sergio Nicolli – ha presieduto la Santa Messa nella Solennità dell’Ausiliatrice, patrona della Città della Quercia.
La mobilitazione internazionale contro il gender inizia a dare i suoi frutti e sembra preoccupare, non poco, i suoi promotori, al punto da spingerli a redigere un’approfondita ed allarmata analisi della situazione, per individuare le falle della propria strategia e passare al contrattacco.
In un interessante articolo, pubblicato sul sito dell’organizzazione non governativa con sede a Bruxelles, “European Dignity Watch”, dal titolo Gender Activists Alarmed: New Report on the Anti-Gender Mobilizations in Europe, la nota sociologa e saggista tedesca Gabriele Kuby ha infatti, reso noto la pubblicazione, con il sostegno finanziario del Parlamento europeo, di un corposo dossier di 146 pagine, intitolato Gender as simbolic glue. The position and role of conservative and far right parties in the anti-gender mobilization in Europe.
Nella questione della famiglia non si tratta soltanto di una determinata forma sociale, ma della questione dell’uomo stesso – della questione di che cosa sia l’uomo e di che cosa occorra fare per essere uomini in modo giusto. Le sfide in questo contesto sono complesse. C’è anzitutto la questione della capacità dell’uomo di legarsi oppure della sua mancanza di legami. Può l’uomo legarsi per tutta una vita? Corrisponde alla sua natura? Non è forse in contrasto con la sua libertà e con l’ampiezza della sua autorealizzazione? L’uomo diventa se stesso rimanendo autonomo e entrando in contatto con l’altro solo mediante relazioni che può interrompere in ogni momento? Un legame per tutta la vita è in contrasto con la libertà? Il legame merita anche che se ne soffra? Il rifiuto del legame umano, che si diffonde sempre più a causa di un’errata comprensione della libertà e dell’autorealizzazione, come anche a motivo della fuga davanti alla paziente sopportazione della sofferenza, significa che l’uomo rimane chiuso in se stesso e, in ultima analisi, conserva il proprio “io” per se stesso, non lo supera veramente. Ma solo nel dono di sé l’uomo raggiunge se stesso, e solo aprendosi all’altro, agli altri, ai figli, alla famiglia, solo lasciandosi plasmare nella sofferenza, egli scopre l’ampiezza dell’essere persona umana. Con il rifiuto di questo legame scompaiono anche le figure fondamentali dell’esistenza umana: il padre, la madre, il figlio; cadono dimensioni essenziali dell’esperienza dell’essere persona umana.