Osservatorio gender

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Dopo l’esclusione delle conferenze sulla teoria gender al Meeting di Rimini, gestito da Comunione e Liberazione, per evitare conflitti e tensioni, con evidente imbarazzo da parte di quanti lottano quotidianamente per proteggere la società dalla “colonizzazione ideologica”, più volte denunciata da Papa Francesco, arriva nelle scrivanie dei fedeli della diocesi di Padova una nota esplicativa e illustrativa che “apre” al gender. E’ evidente la direzione intrapresa dal movimento fondato da Don Giussani, in contrapposizione con lo “spirito delle origini” sempre più allineato al politicamente corretto. La strategia utilizzata dai responsabili, “evita accuratamente di affrontare argomenti che possano creare polemiche o strumentalizzazioni da parte del mondo laico o anche all’interno della Chiesa; evita qualsiasi intervento che possa essere etichettato come battaglia culturale e che possa essere considerata una forma di contrapposizione. L’obiettivo è invece affrontare quella che viene individuata come la radice del problema umano. È così che anche quando si mette a tema l’uomo, l’antropologia, l’io si evitano accuratamente incontri che diano un giudizio su quanto sta dividendo la società italiana: il gender, la definizione della famiglia, la vita, e così via. Questo solo per spiegare il contesto in cui si sviluppano i fatti di questi giorni”. Non si spiegano altrimenti le indicazioni da tabella di marcia e le censure rivelate da “Repubblica” sulle attività del meeting. Ops… forse dimentichiamo che il quotidiano di regime sostiene economicamente la chermesse, per tenerla sotto controllo e pilotarne i contenuti e le scelte. 

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“Non si annuncia nulla di buono per la democrazia quando il desiderio di mantenere buoni rapporti – soprattutto con le persone troppo “suscettibili” – spinge a cancellare la libertà intellettuale. Ma ancor peggio è forse spingere a provare vergogna per aver voluto dire ciò che si ritiene vero, buono e giusto" (Andreas Hofer).

La considerazione appena citata, è la radiografia del grave atto dittatoriale deciso dai responsabili del meeting, di non procedere, per accontentare il politicamente corretto, alla discussione libera sulla questione del gender. La radice cattolica dell’evento sembra assottigliarsi sempre di più, e con la scusa del dialogo, della tolleranza, dell’ascolto, il messaggio del Vangelo viene annacquato e aggiustato a secondo delle preferenze dei potenti di turno che finanziano la chermesse ciellina. E’ sconcertante il clima di silenzio e di chiusura creatosi dopo l’annuncio da parte della direzione, di rimuovere dal programma gli interventi sulla teoria gender. Dai commenti stupiti nei social, viene denunciata la passiva omologazione al pensiero del mondo da parte di “Comunione e Liberazione. Sempre dalla parte del potere. Per il momento comandano comunisti, cattofobi, anticlericali, lobby gay e loro si adeguano. Non mi sono mai piaciuti e mai mi piaceranno”. Cosa avrebbe detto Don Giussani, il fondatore di Comunione e Liberazione?

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gender

Riporto l’intervento dell’Avv. Giancarlo Cerrelli (qui sotto è visibile nel video), lanciato due anni addietro su Rai Uno, nel programma Uno Mattina, per ricordare come è iniziata la lotta contro la teoria gender allora ai più sconosciuta, ma da tempo ben radicata e strutturata nelle menti di quanti avevano pianificato il progetto di decostruzione antropologica, di cui oggi vediamo purtroppo i risultati. Le recenti polemiche sull’introduzione del gender nel sistema scolastico, sono state soltanto la conclusione amara di ciò che già negli istituti educativi italiani accadeva: i libri  -cosiddetti anti discriminazione-, introdotti arbitrariamente nelle elementari di Venezia dalla Seibezzi, i “giochi del dottore” praticati ai bambini all’insaputa dei genitori, le linee educative emanate  dal fantomatico UNAR insieme alle disposizioni impartite ai giornalisti ad usare un linguaggio alternativo e liquido per non turbare l’opinione pubblica, e tante altre tristi storie, sono il frutto di una lunga stagione di manipolazione mentale e sociale. Non sono mancati gli attacchi a quanti hanno messo in luce la pericolosità del gender per il futuro dell’umanità. Ora siamo arrivati alla lotta a viso scoperto: quanti nel passato sono stati i fautori e i sostenitori della teoria gender, oggi, ne negano l’esistenza, attaccando la Chiesa Cattolica di aver inventato il gender per creare e seminare un clima di odio e disperazione. Ecco il resoconto dell’Avvocato Cerrelli:

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Alcuni fatti sembrano esplodere come una bomba ad orologeria. In contemporanea alle incredibili dichiarazioni postate dal famoso cantante su Instragram contro Brugnaro, Sindaco di Venezia, colpevole di aver difeso i bambini dalla teoria del gender, i due grandi stilisti Dolce e Gabbana, dopo cinque mesi, dichiarano di essersi sbagliati circa le dichiarazioni sull’utero in affitto e i bambini sintetici. Sembra una strategia mediatica studiata a tavolino, per colpire mortalmente quanti non vogliono allinearsi al pensiero unico. L’altra tecnica utilizzata dai media foraggiati dalle lobby, è quella di insistere fino allo sfinimento che la “il gender non esiste, perchè è una favola inventata dalla Chiesa Cattolica per creare sentimenti di odio contro i gay”.  

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L’ideologia gender e l’omosessualismo che le è contiguo hanno pervaso la nostra cultura. Se i genitori devono vigilare su ciò che viene insegnato a scuola ai loro bambini, ancor più è necessario fare attenzione ai programmi – anche ai cartoni animati – che essi vedono in TV. E’, infatti, la televisione una baby sitter troppo comoda e a buon mercato e troppo spesso gli si affidano i ragazzini per parecchie ore ogni giorno… Quando la serie animata americana “The legend of Korra Ended” è arrivata alla terza stagione, le due eroine si tengono per mano, manifestando un amore omosessuale che fino a quel momento era stato nascosto. Questa è la TV per bambini.

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