Attualità e pensieri

eutanasia11

In Parlamento nel silenzio assordante dei media, -che dirottano l’opinione pubblica sulla manifestazione nazionale pro lgtb svolta a Roma a piazza del Popolo; e alla guida del contingente militare in Libia da parte degli italiani nella guerra contro l’ISIS-,  è già in discussione il ddl eutanasia nelle Commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali alla Camera, per mano della solita maggioranza ideologica e opportunista: sostanzialmente PD e SEL, annaffiate e incoraggiate dall' associazione Luca Coscioni. Dopo la legalizzazione delle unioni fra persone delle stesso sesso, la priorità dei politici affondano gli artigli su argomenti “sensibili e non negoziabili” che erano stati accantonati dalle precedenti legislature. Non è un caso. Le due istanze sono una conseguente all'altra, figlie della stessa ideologia mortifera, che in nome della libertà di autodeterminazione si impone sui più deboli e quindi sulla società intera. Così, come per le unioni civili, si sentirà probabilmente ripetere il ritornello che “è impossibile opporsi” e che quindi “bisogna porre dei paletti”. Con la stessa logica di compromesso espressa anche dai parlamentari cattolici già cinque anni fa, la norma sulle “dichiarazioni anticipate di trattamento” passò al Senato alla fine del 2010 per poi essere affossata insieme al governo Berlusconi.

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family11

Da qualche giorno si dibatte sulla necessità o addirittura sull'opportunità che il popolo del Family Day dia vita a una specifica formazione politica. Ieri, la testata giornalistica online di riferimento, ha infiammato le attese annunciando la nascita del partito: "il popolo della famiglia". Ognuno è libero di intraprendere le strade che ritiene migliori in un dato momento storico, perché mezzi e strumenti diversi possono essere utili a portare avanti in maniera complementare la stessa causa comune. Mi sento, però, di ricordare a quanti sostengono che in Parlamento nessun partito abbia rappresentato le istanze del Family Day, che tale affermazione é errata. Una specifica formazione politica è stata l’unica a votare compatta contro le unioni civili targate prima Cirinnà, poi Renzi-Alfano-Verdini. La famiglia, non può rischiare di diventare monopolio assoluto di un unico simbolo o di un'unica sigla, ma deve continuare ad essere patrimonio di tante realtà diverse, che lavorano insieme, ogni giorno, per una grande battaglia comune: dal Comitato 'Difendiamo i nostri figli', dai cittadini ai rappresentanti delle istituzioni, laiche e cattoliche, che condividono principi e valori comuni considerati non negoziabili o sensibili.

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parlamento11

Avere nostalgia di un “partito cattolico” non è salutare, oggi. Ma richiedere un partito che sia fondato sulla “morale naturale”, certamente sì. La DC ha avuto un ruolo necessario ed utile nei primi anni post costituente. Anche perché molti dei suoi elementi avevano una solida formazione etica e sociale. Il tempo, il dare per scontato molte cose. Il sottovalutare il secolarismo liberalistico presente nel miraggio del “benessere”, la poca vigilanza personale dei suoi membri, ha fatto capitolare questa realtà politica italiana. Tuttavia un errore non piccolo in cui si potrebbe incorrere è quello di voler fare della “teologia politica”. Cioè voler attuare qui in terra, politicamente, il Regno di Dio, la Civitas Dei. Non è possibile e non è neanche giusto. Per più di un motivo. Anzitutto perché il Regno di Dio ha orizzonti ben più ampi di una risoluzione sociale attuabile qui sulla terra. Nella nostra condizione di pellegrinaggio e di persone ferite. Ogni eresia “sociale” massimalista ha cercato proprio di attuare queste dinamiche. Da quelle monarco-tradizionaliste a quelle socialistoidi come la “teologia della liberazione”. In entrambi i casi violenza all’incarnazione.

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giovanni

Un caro amico sacerdote che stimo molto dice - scherzosamente, ma non troppo - che Giovanni il Battista si è letteralmente giocato la testa per quattro parole: "Non ti è lecito". È quanto Giovanni ricordava a Erode, turbando la sua coscienza resa sorda dal peccato. "Non ti è lecito" è pure il senso delle parole rivolte da Dio ad Adamo ed Eva - e all'uomo di ogni tempo e luogo - che chiedevano  di non mangiare del frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male. Il dramma dell'umanità sta tutto e sempre nel superamento di questo limite. "Non ti è lecito": esiste cioè una legge morale oggettiva, un limite invalicabile che custodisce l'umanità e la indirizza al suo più genuino  compimento. Ma questo grande, autentico sì a Dio, alla verità, a se stessi, agli altri, al mondo, all'amore vero passa per alcuni no: "Non ti è lecito". Non si tratta di un limite di ordine tecnico, inerente cioè alla possibilità e capacità concreta di fare una cosa. È un “limite” che inerisce l’uomo nel suo dover essere, nella sua natura, nella buona realizzazione della propria umanità.

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terra

Sta girando su Facebook una letterina molto bella e commovente scritta da un bambino di nome Giuseppe. L'ha postata un giornalista di Casal Di Principe, Luca Coronella, e ha già avuto una diffusione di migliaia di condivisioni. Secondo quanto si intuisce dal post di Coronella, Giuseppe è un bimbo malato che ora non c'è più, e nella sua invettiva c'è tutta la delusione di una terra, quella che è stata ribattezzata 'Terra dei Fuochi', contro chi li ha condannati ad avvelenarsi giorno dopo giorno, commenta il sito viralnews24.

"Caro Gesù, ti prego fammi guarire perché per colpa mia mamma e papà piangono tutte le notti. Giuseppe"

Questo il post del giornalista a corredo della lettera:

"Agli industriali che mandavano qui i loro rifiuti, ai mafiosi che li seppellivano, ai politici che per troppi anni, nella migliore delle ipotesi, hanno fatto finta di nulla e a tutti quelli che ancora adesso girano la faccia dall'altra parte. A tutti voi vorrei che arrivasse questa lettera!!! Giuseppe era solo un bambino innocente, figlio di questa Terra e purtroppo non ce l'ha fatta... Forse nemmeno Dio potrà avere pietà di voi per tutto il dolore che avete causato ad un intero popolo!!"

 

a cura dello staff allaquerciadimamre.it

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