Attualità e pensieri

laicito11

Piccola glossa sul concetto di laicità, su cos'è ma soprattutto su cosa non è non è. Per capirci, usiamo la macchina del tempo. Parliamo per esempio di ospedali e università. Se i credenti di allora avessero ascoltato le noiosissime fatwa laiche che declinano la laicità come espulsione della religione dal contesto pubblico intendendola solo come fatto privato (parlano di libertà ma quando se parla di Cristo l'Unione Sovietica non è poi così male) non avremmo avuto né i primi né la seconda essendo entrambi frutto di una fede non vissuta come faccenda privata tipo “annamo a messa na vorta a settimane e preghiere prima di coricarsi punto”; ma opere, testimonianza pubblica, fonte ispiratrice della nostra cultura anche in una prospettiva aconfessionale. Prodotti di una fede pensata e vissuta pubblicamente. Come non può che essere il cattolicesimo.

Nessuna società che si vuole bene ha mai inteso la laicità come privatizzazione del discorso su Dio e la vicenda di Rozzano introduce semmai un elemento paradossale alla sgangherata interpretazione della laicità come censura pubblica del fatto religioso: l'ateismo questa volta ha avuto bisogno di un'altra religione, l'islam presuntivamente discriminato, usata in modo strumentale per censurare la religione cattolica. Sono gli stessi islamici che hanno detto che per loro non c'è problema e che tutta questa vicenda è un'ossessiona paranoica di un uomo che intende l'esercizio delle sue funzioni dentro un neutralismo grigio e censorio che toglie anziché aggiungere. 

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Quando i terroristi colpiscono con inaudita violenza, tutti sono alla ricerca delle responsabilità da attribuire ai presunti colpevoli, per placare la personale coscienza ed affermare con assoluta certezza “io sono completamente estraneo alle vicende accadute”. I media, i politici, magari anche quelli che hanno permesso l’avanzata silenziosa del terrorismo travestita con gli abiti dell’accoglienza, dell’integrazione e del dialogo tra culture e religioni, non si rendono conto che silenziosamente hanno fatto crescere il tarlo del male, che in modo inaspettato rivela il suo terribile volto di morte e distruzione.  L’Europa stanca e ripiegata in se stessa, capace solo di produrre mostri, e di lottare contro il cristianesimo, dimentica che la “sapienza divina” su cui si è modellata la civiltà occidentale, è il principio di governo che serve per assicurare stabilità, sicurezza e tranquillità; in una parola, per costruire quella pace che trionfa assieme al bene comune, per un mondo dominato dalla giustizia e impregnato di solidarietà. Nelle condizioni attuali della società mondiale, dove si riscontrano tante iniquità e sono sempre più numerose le persone che vengono scartate, private dei diritti umani fondamentali, il principio del bene comune si trasforma immediatamente, come logica e ineludibile conseguenza, in un appello alla vera solidarietà, che non è buonismo accomodante e privo di valori, ma affermazione identitaria necessaria per non cadere nelle trame della conquista violenta e silenziosa del terrorismo.

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Che si tratti o meno di un messaggio choc noi non lo sappiamo. Quello che è certo è che, in 24 ore, ha calamitato l’attenzione di centinaia di persone su Twitter. E’ dal popolare social network, infatti, che don Dino Pirri, ha spedito un bel “vaffa”. Il messaggio, lanciato il 4 novembre, è il seguente: “Noi preti che stiamo in parrocchia e a stento arriviamo a fine mese, possiamo dire vaffanculo a un Cardinale? Oppure è peccato?”, riferendosi probabilmente alle vicende che hanno riempito le cronache degli ultimi giorni sugli affari vaticani. Non voglio entrare nel merito delle intenzioni con cui il sacerdote ha scritto quella frase; forse per attirare l’attenzione e denunciare un comportamento scorretto da chi deve dare l’esempio al gregge. Certamente la “qualità” sacerdotale non si misura con i “mi piace”, le condivisioni, e i retweet. Nella cultura odierna, le opinioni più “cliccate” nei social sono quelle che fanno tendenza, mentre quelle meno visitate, anche se hanno importanza maggiore, non vengono prese in considerazione perché, appunto, non hanno tanti “mi piace”. Scorrendo i motori di ricerca possiamo trovare addirittura siti a pagamento, che permettono di aumentare la “popolarità” e i "mi piace" alle pagine personali e ai relativi post o cinguettii. Questa operazione, però, falsifica la reale consistenza delle idee, e crea nell’immaginario collettivo posizioni che a volte non hanno una applicazione significativa nel vissuto della gente. La tentazione descritta, può portare a creare posizioni ed affermazioni che, pur avendo finalità di bene, aumentano il disorientamento nell’opinione pubblica e lo scandalo nella comunità dei credenti.

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Menzogna e ipocrisia. L’operazione di lancio dei due libri di Gianluigi Nuzzi (Via Crucis) e Emiliano Fittipaldi (Avarizia) che contengono documenti relativi alle finanze in Vaticano, è anzitutto una grossa menzogna. Perché l’immagine che si vuole far passare è quella di una Chiesa marcia contro cui combatte stoicamente papa Francesco, eroe solitario. È certo un approccio coerente con la narrazione che i principali quotidiani italiani – ormai costituitisi in cartello (dicono tutti le stesse cose allo stesso modo) – stanno facendo da tempo. Ma questa è una lettura caricaturale, addirittura “diabolica” l’ha definita ieri il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana. «Il Papa non è assolutamente solo – ha detto Bagnasco – è circondato e sostenuto cordialmente, affettuosamente, lealmente da tutti i vescovi. Per questo non ho nessuna preoccupazione circa questa immagine di divisione che si vuole accreditare presso l’opinione pubblica per creare ulteriore disorientamento».

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paqq

Don Maurizio Patriciello parroco di Caivano in provincia di Caserta, conosciuto dal grande pubblico per l’impegno nel difendere la terra dei fuochi dagli interessi della camorra a scapito della collettività, svela un periferico ma eloquente retroscena dei Vatileaks che ha intorbidito le acque intorno all’amministrazione delle risorse economiche e finanziarie della Chiesa. Si tratta di un “documento inedito esclusivo”, o meglio un “colloquio riservato”, che sarebbe dovuto rimanere segreto e invece – ironia della sorte – esce allo scoperto per suggerisce qualcosina sui reali moventi che si celano dietro l’ennesima fuga di notizie cominciata dagli uffici della Santa Sede e terminata in libreria. Quali sono le finalità e gli impieghi dei beni che appartengono al Vaticano? I Beni, presi nel loro complesso si presentano come ingenti, sono in realtà finalizzati a sostenere nel tempo attività di servizio vastissime gestite dalla Santa Sede o istituzioni connesse, sia a Roma, sia nelle diverse parti del mondo. Le origini delle proprietà di questi beni sono varie, e vi sono a disposizione da tempo anche strumenti adatti per conoscerne la storia e gli sviluppi: ad esempio, è bene informarsi sugli accordi economici fra Italia e Santa Sede nel contesto dei Patti Lateranensi e sulla opera di impostazione di una efficace amministrazione, svolta da Pio XI con l’aiuto di ottimi ed esperti collaboratori, opera comunemente riconosciuta come saggia e lungimirante anche negli aspetti di investimenti all’estero e non solo a Roma o in Italia.

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