Chiesa

Genova11

Si è concluso ieri il Congresso Eucaristico Nazionale con una solenne Celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Genova e Presidente della CEI, Cardinale Bagnasco. Tre giorni di riflessioni, incontri e soprattutto preghiera ed adorazione del Santissimo Sacramento. Opere di carità unite alla dimensione di preghiera e devozione del Mistero del Corpo e sangue di Cristo centro della fede.  In Piazzale Kennedy, nel quartiere della Foce, sotto un sole tiepido,  più di 20mila presenti hanno partecipato alla messa. I numeri della celebrazione sono stati significativi: centinaia di sacerdoti e più di 100 vescovi concelebranti, 9600 posti a sedere, ma ventimila fedeli, 400 bambini della prima comunione. Infine due maxi schermi hanno agevolato la partecipazione di molti lontani dal palco dove era stato allestito l’altare e per seguire l’Angelus di papa Francesco. 

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gendarmeria11

Il Corpo della gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano, noto anche come Gendarmeria vaticana, è un corpo di polizia, dipendente dalla Direzione dei servizi di sicurezza e protezione civile, preposto a garantire la pubblica sicurezza e l'ordine pubblico, nonché a svolgere le funzioni di intelligence, polizia di frontiera, di polizia giudiziaria e di polizia della circolazione stradale nel territorio dello Stato della Città del Vaticano e nelle sue pertinenze extraterritoriali. Fu Papa Pio VII, con un Motu proprio del 14 luglio 1816, a istituire un Corpo, quello dei Carabinieri pontifici, modellato, disciolto e ricomposto più volte e con nomi diversi. Ma sempre rimasto fedele a due obiettivi fondamentali: la fedeltà al Papa e la solidarietà. All'inizio dell'Ottocento la necessità era quella di mantenere la sovranità dello Stato e di assicurare la difesa del territorio che gli era stato riconosciuto nel Congresso dalle grandi Potenze. Poi, con lo scorrere dei secoli, le responsabilità dei gendarmi si sono trasformate. A causarle il cambiamento in modo dirompente fu un avvenimento drammatico quando, il 13 maggio 1981, Giovanni Paolo II venne raggiunto in Piazza San Pietro da due colpi di pistola sparati dall'attentatore turco Ali Agca. Karol Wojtyla fu a un passo dalla morte ma sopravvisse, però da allora la sicurezza attorno alla figura del Papa si è rafforzata, acquisendo su diretta indicazione del Santo Pontefice polacco i metodi più moderni a disposizione delle forze di polizia internazionali. Appena in tempo: nel maggio successivo, il predecessore di Giani, Camillo Cibin, fermò a Fatima un esaltato che intendeva colpire Giovanni Paolo con una baionetta.  Il Corpo, diretto discendente del corpo militare della Gendarmeria pontificia, disciolto il 20 gennaio 1970 dal pontefice Paolo VI, nel corso della sua storia ha cambiato svariate volte denominazione. Con lo scioglimento dei corpi armati, si rese tuttavia necessario istituire un nucleo di polizia in grado di raccogliere, anche se in parte, le funzioni della disciolta Gendarmeria pontificia. A tale scopo venne quindi istituita una struttura denominata "Ufficio centrale di vigilanza", in cui confluirono gli ex gendarmi. Il 25 marzo 1991 si ebbe un nuovo cambio di denominazione in "Corpo di vigilanza dello Stato della Città del Vaticano" per poi assumere, con legge promulgata in data 2 gennaio 2002 dal papa Giovanni Paolo II, l'attuale denominazione di "Corpo della gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano”. Il 7 ottobre 2008 il Corpo è entrato a far parte dell'Interpol.

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amorth11

L'agenzia SIR, informa che è morto don Gabriele Amorth, sacerdote paolino ed esorcista della diocesi di Roma, ricoverato da alcune settimane per complicazioni polmonari presso l’ospedale della Fondazione Santa Lucia a Roma. L'eterno riposo dona lui o Signore e splende a Lui la luce perpetua. Ti accolgano i santi e la grande schiera dei martiri, e accompagnato dalla Vergine Madre, possa incontrare il Cristo che hai tanto amato sulla terra. Padre Amorth, è stato un grande uomo di Dio del nostro tempo che ha lottato contro il Demonio ogni giorno della sua vita. Negli ultimi anni non ha mai smesso, fino all'ultimo, di ricordarci che il Nemico esiste, è l'origine di ogni male e fa di tutto per portarci alla rovina. Padre Amorth ci ha ricordato quotidianamente che l'Inferno esiste ed è spalancato. Ora siamo certi, che questo grande sacerdote, inquieto per il male dilagante nel mondo, abbia trovato la Pace e sia alla presenza di Dio Padre a contemplare la sua Luce.

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bagna11

Nell’omelia con cui giovedì 15 settembre, alle 20.30, il Card. Angelo Bagnasco ha aperto a Genova (in piazza Matteotti) il XXVI Congresso Eucaristico Nazionale, l’Arcivescovo di Genova dà voce a una Chiesa che, dall’incontro con il suo Signore, si fa messaggera di luce e di speranza per tutto il Paese: “Affidarci al Sacramento ci fa creature nuove, capaci non solo di fare cose grandi, ma di vivere in modo grande le piccole cose di ogni giorno; di fare del poco che siamo un dono per gli altri”. È una Chiesa che si riunisce per “ritrovare una serena ansia apostolica, così da dire ovunque che Gesù è il Signore, senza preferenza di persone e senza equilibrismi di inutile prudenza”; una Chiesa dal “tratto largo e abbondante del braccio, e soprattutto del cuore”; una Chiesa che vive di quella carità che “non ha muscoli da esibire, ma piccole anfore da portare, anfore comunque capaci di dissetare la sete dei poveri nel corpo e nello spirito”.

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Dopo la Messa a Santa Marta con il Papa in suffragio di padre Jacques Hamel, il vescovo di Rouen, mons. Dominique Lebrun, è intervenuto assieme ad una sorella del sacerdote francese al briefing presso la Sala Stampa vaticana. Il Papa ha voluto mettere la foto di padre Jacques Hamel stamani sull’altare. Così il vescovo di Rouen, mons. Dominique Lebrun. Il vescovo racconta, infatti, che le suore e la coppia che il 26 luglio erano presenti alla Messa quando è stato ucciso padre Hamel, non sono potuti venire a Roma per motivi di salute ma hanno potuto seguire la Celebrazione Eucaristica grazie ai media “Volevo portare loro qualche ricordo, quindi ho fatto vedere la foto e volevo chiedere che la firmasse per portarla poi alle suore. Il Papa invece subito mi ha detto: ‘La mettiamo sull’altare’. Questo mi ha colpito. Dopo ci ha salutato molto fraternamente. Alla fine della Messa, dopo avere salutato tutti, mentre stava firmando, mi ha detto: ‘Ma tu puoi mettere questa foto in Chiesa, perché lui è beato adesso. E se qualcuno ti dice che non hai il diritto, gli dici che il Papa ti ha dato il permesso’”.

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