“C’è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato alla morte di Cristo: «Da mezzogiorno al le tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra». Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. Per me, commenta don Tonio Bello-, è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo in cui è concesso al buio di infierire sulla terra. Ecco le sponde che delimitano il fiume del le lacrime umane. Ecco le saracinesche che compri mono in spazi circoscritti tutti i rantoli della terra. Ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo”. E’ proprio dentro questa misteriosa cornice che si compone nella tela dello sgomento umano, la scomparsa di due presbiteri di Rossano Cariati e Bologna: Don Gianni Nigro e Don Marco Mantoni, che tanto ha impressionato le Comunità cristiane coinvolte. Servi del Signore, lavoratori nella sua vigna, in queste ore di passione, sono stati associati a Cristo. Probabilmente nemmeno si conoscevano. Eppure la strada del sepolcro, li ha uniti in attesa della Risurrezione. La loro morte ricorda, la parabola del chicco di grano, che se non cade a terra e non muore, non può produrre frutto.
Grande gioia oggi nella famiglia Salettina per il 170.mo dell’apparizione della Madonna de La Salette. Il 19 settembre 1846, su una montagna vicina al villaggio francese di La Salette-Fallavaux, due pastorelli di quindici e undici anni, Mélanie Calvat e Maximin Giraud, ebbero l’apparizione della Bella Signora. La Madonna avvolta dalla luce, piangente, seduta su un masso con la testa tra le mani si alzò consegnando un messaggio che invitava il popolo di Dio alla conversione del cuore. Nel Santuario oggi la cerimonia di apertura della Porta Santa giubilare.
Con la Domenica delle Palme, ha inizio la Settimana Santa ma non termina la quaresima, che finirà solo con la celebrazione dell'ora nona del giovedì santo, giorno in cui, con la celebrazione vespertina si darà inizio al sacro triduo pasquale. Nella forma ordinaria del rito romano essa è detta anche domenica De Passione Domini (della passione del Signore). In questo giorno la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella a un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma 12,12-15). La folla, radunata dalle voci dell'arrivo di Gesù, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi intorno, e agitandoli festosamente gli rendevano onore.
Continuiamo a contemplare con gli occhi della fede, accompagnati dall’insegnamento di Benedetto XVI, il grande mistero della morte e risurrezione di Gesù. Guardare il Signore mentre “cammina decisamente” verso Gerusalemme, per portare a compimento l’opera della redenzione, è fondamentale per rispondere alle domande più intime che ciascuno di noi porta nel suo cuore. Il cristiano è chiamato a identificarsi con il “re della gloria”, che entra trionfalmente nella città Santa, accompagnato dall’esultanza dei bambini. Ma a cosa serve la gloria del mondo, se poi perdiamo la vita eterna? Quale Cristo riconosciamo come salvatore? Ci lasciamo trasformare da Lui, oppure siamo noi che vogliamo trasformarlo a nostra immagine e somiglianza?
Ormai è vicina la Pasqua. Ogni anno la Chiesa invita i fedeli a rivivere il mistero pasquale iniziando dalla grande Domenica delle Palme, quando Gesù, entrò a Gerusalemme accolto dalla folla degli ebrei che cantava: “Osanna al Figlio di David”. Identificarsi con il Signore nel cammino verso la croce, è il punto di partenza nella vita del credente: “chi vuole venire dietro di me, rinneghi se stesso e mi segua”. Guidati dalle riflessioni pronunciate dal Papa Emerito Benedetto XVI, in occasione delle Celebrazioni della Settimana Santa, ripercorriamo i punti salienti del percorso di fede dei cristiani alla luce della Passione di Gesù: