Dopo le recenti polemiche sulla preghiera dell’Alpino, è opportuno consultare la storia, per comprendere il cammino -a volte tortuoso-, dell’approvazione della stessa, come testo ufficiale degli alpini in servizio e in congedo. Prima di procedere nell’indagine è opportuno dichiarare alcune precisazioni: il seguente lavoro non vuole essere una interpretazione ufficiale della questione, ma soltanto un piccolo contributo di riflessione sulla preghiera dell’Alpino. Tutte le decisioni in merito, come ho puntualizzato negli articoli precedenti, sono di esclusiva competenza dell’Ordinario Militare, al quale spetta secondo la Costituzione Apostolica Spirituali Militum Curae, intervenire, modificare, approvare tutto ciò che riguarda la vita liturgica e spirituale dei militari. Dai diversi commenti all’articolo “La preghiera dell’Alpino: diciamo no al politicamente corretto”, raccolgo l’osservazione di un lettore, Massimo Scaglione:
Dopo le prime dichiarazioni da parte del responsabile ANA, e le prese di posizione della stampa locale e nazionale (qui potete trovare la cronaca dei fatti), circa la censura adottata da parte di un sacerdote da poco giunto nella diocesi di Vittorio Veneto, sulla preghiera dell’Alpino, alla tradizionale Messa dell’Assunta a cui non hanno partecipato solo gli alpini ma anche altri fedeli (non capisco questa distinzione: in tutte le Messe con le forze armate ci sono anche civili che partecipano senza sentirsi né il 30 né il 40%), il Vescovo Pizzolo in una nota chiarisce (secondo quanto gli hanno raccontato) gli avvenimenti:
“«Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra patria, la nostra bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana»: è la frase della Preghiera dell’Alpino che la diocesi di Vittorio Veneto, in nome del politicamente corretto, ha proibito alle "penne nere" di leggere in chiesa. Chiederei alla diocesi, per coerenza, di intimare ai fedeli pure di dimenticarsi, fra gli altri, di santa Caterina da Siena - patrona d’Italia che insistette non poco con Papa Gregorio XI affinché proclamasse una Crociata - di Pio V - papa (e santo) promotore della coalizione militare che nel 1571, in quel di Lepanto, sbaragliò la flotta turca - pure e di san Francesco d’Assisi (1182–1226), che al sultano Malik al-Kami, com’è noto, disse «i cristiani agiscono secondo giustizia quando invadono le vostre terre e vi combattono», anziché avvolgerlo in una profumata bandiera arcobaleno”, così commenta Giuliano Guzzo, dopo che si è diffusa l’incredibile notizia della censura della Preghiera dell’Alpino, da parte dell’Ufficio Liturgico di Vittorio Veneto, diocesi in passato guidata da un Papa, Giovanni Paolo I (Albino Luciani), il quale durante il suo servizio episcopale, più volte, per sedare situazioni difficili nel territorio, era stato aiutato dalle forze armate, verso le quali nutriva stima e considerazione.
1)"Nel frattempo molti cardinali denunciano la "teoria del gender", come se non sapessero che una "cultura del genere" è comunque all'opera nelle relazioni e che, senza teorie, ogni società adotta, insegna e rende giuridicamente operante una "cultura di genere" che o è fatta di eguaglianza o è fatta di quella sottomissione che non è "tradizionale" ma anticostituzionale e dopo la Pacem in terris perfino anticattolica".
Kayla Mueller, la cooperante americana prima rapita e poi uccisa dallo Stato Islamico, era di proprietà di Abu Bakr al-Baghdadi il quale prima di farla uccidere l’ha tortura e violentata. La storia, emersa ieri, non ha provocato reazioni particolarmente indignate o dure né negli Stati Uniti né in Europa. E’ come se fossimo tutti assuefatti a queste terribili crudeltà.
La società occidentale guarda in maniera molto distratta a quello che sta facendo lo Stato Islamico. Neppure la terribile situazione in Libia riesce a scuotere politici e popolazioni occidentali. Eppure il fatto di avere lo Stato Islamico a poche centinaia di Km dalle nostre coste (e quindi da quelle dell’Europa) dovrebbe provocare un minimo di preoccupazione. Invece no, è come se non si prendesse sul serio quello che stanno facendo i tagliagole del Daesh, come se si pensasse che le loro minacce di conquistare l’occidente siano solo uno scherzo. Nemmeno i sanguinosi attentati in Tunisia, che pure hanno deliberatamente colpito gli occidentali, sono serviti a scuotere il suicida torpore occidentale.