Allo scambio dei doni, a margine della visita di cortesia al Presidente Raul Castro, il Santo Padre, Francesco, ha regalato un quadro raffigurante un Mosaico della “Virgen de la Caridad del Cobre”.
Dopo la messa a Plaza della Revolucion, il Papa, accompagnato dal Nunzio Apostolico Mons. Giorgio Lingua, si è recato nell’abitazione privata di Fidel, dove si è trattenuto circa 40 minuti, in clima di fraterna cordialità. All’incontro hanno partecipato la moglie e alcuni parenti. Francesco, ricordandosi della richiesta avanzata nella precedente visita di Benedetto XVI, ha regalato al lider maximo alcuni libri di spiritualità: del sacerdote italiano Alessandro Pronzato ha regalato un libro dal titolo “La nostra bocca si aprì al sorriso”; un libro e due CD di Padre Lorente; l’enciclica "Laudato si’", su cui hanno discusso per alcuni minuti. Durante il discorso di benvenuto a Cuba, il Santo Padre aveva chiesto al Presidente di portare il suo saluto augurale al fratello: “vorrei chiederLe di trasmettere i miei sentimenti di speciale considerazione e rispetto a Suo fratello Fidel”.
Un dissidente è riuscito ad avvicinarsi alla papamobile, poco prima della Messa, nella Piazza della Rivoluzione, dopo aver saltato cinque cordoni di sicurezza. Il Papa ha fatto fermare la papamobile donandogli la benedizione. Gli agenti letteralmente lo hanno spostato con la forza per paura di eventuali aggressioni al Pontefice. Il momento concitato è stato catturato dalla giornalista Maria Antonieta Collins, vaticanista, che ha raccontato l’episodio in esclusiva per Univision.
Era il 19 novembre 1996 quando Fidel Castro venne ricevuto per la prima volta in Vaticano da Papa Wojtyla. L’udienza si tenne all’interno della Biblioteca privata in forma cordiale e i due si trattennero a colloquio per circa 35 minuti. Al termine della visita Castro espresse il vivo desiderio di ricevere presto il Papa a Cuba; Wojtyla ringraziò e rivolse la sua benedizione al popolo cubano. Così, si è aperto il dialogo fra il vecchio rivoluzionario Fidel e il papa operaio venuto dalla fredda Polonia. Woityla si impegnò ad appoggiare l’isola caraibica ad alcune e precise condizioni: uno Stato non più ideologico, la possibilità per cittadini di ogni credo di occupare posizioni dirigenti senza subire discriminazioni, un avvio di pluralismo politico e sociale, libertà d’azione per la Chiesa e le sue organizzazioni, riconciliazione fra tutti i cubani. L’aver già deciso il periodo è segno speciale. “Spero di vederla presto all’Avana”, ha esclamato Castro al termine dell’incontro. “La mia benedizione al popolo cubano”, ha risposto fiducioso Giovanni Paolo II.
Papa Francesco è accolto alla Plaza de la Revolucion, prima della celebrazione della Messa, tra canti e cori festosi. Una moltitudine di fedeli riempie la famosa piazza, simbolo delle vicende storiche del paese. Lo speaker invita a battere le mani al Vescovo venuto da Roma, con la bellissima frase di accoglienza: “Benvenuto a casa tua”, secondo le migliori tradizioni del luogo, a cui fa eco il famoso detto popolare: “la mia casa è la tua casa”. Nessuno è estraneo, tutti facciamo parte della grande famiglia di Dio. Non ci sono barriere, muri, o confini geografici che possono intrappolare il desiderio di vivere insieme, non da nemici, ma da fratelli. Il Santo Padre, scende dalla papa mobile per salutare i fedeli raccolti nella piazza. Francesco, primo tra i credenti, accarezza l’umanità con le sue mani, per far sentire la vicinanza “fisica” del Signore in mezzo al suo popolo. Come avveniva al tempo della predicazione di Gesù, il Santo Padre, passa attraverso l’umanità sofferente e bisognosa di riscatto, per donare la gioia della misericordia e del perdono. Come la donna emorroissa, la gente cerca di toccare la veste bianca di Bergoglio, per sentire quella forza divina di cui è testimone. Forse per essere guariti da qualche male fisico, ma soprattutto per ritrovare la strada della fede che porta alla salvezza. Alla Celebrazione Eucaristica partecipa con rispetto il Presidente Cubano Raul Castro con altri esponenti del governo.