Nella Festa della Santa Croce, i cristiani siriani hanno innalzato diverse croci luminose, come monito per i terroristi-fondamentalisti islamici e come protezione ai loro villaggi e città. Mentre in Occidente si cerca di abbattere il segno della croce, in nome di una falsa laicità travestita da odio anticristiano, in Medioriente la fede rappresenta l'àncora di salvezza per quanti sono perseguitati nel nome di Cristo. “Noi cristiani viviamo una grande inquietudine –dichiara il Patriarca Sako-, e ci chiediamo se è ancora possibile pensare a una convivenza armoniosa e degna del suo nome. Siamo delusi! La libertà religiosa non viene rispettata in modo eguale per tutti. Vi è la religione di Stato, che vale per tutta la regione del Medio Oriente, mentre le altre religioni sono “tollerate” nel senso dispregiativo del termine”.
Bashar Assad nega di aver usato armi chimiche contro il suo popolo. E lo fa in un'intervista alla televisione Cbs, che sarà diffusa oggi. Il presidente siriano afferma pure che non vi è "alcuna prova" che il suo governo abbia usato tali armi. Le sue dichiarazioni fanno a pugni con quelle di Barack Obama e del segretario di Stato Usa John Kerry, che stanno lavorando per accrescere l'appoggio internazionale per un attacco contro la Siria, rea di aver usato le armi chimiche. Nei giorni scorsi Kerry è stato a Parigi e a Londra per spingere i membri dell'Unione europea ad attaccare. Egli ha affermato che "le prove parlano da sé" e che il legame fra le armi chimiche e il governo di Assad sono "innegabili". In realtà, fonti dell'intelligence Usa, citate dal Washington Blog, dicono che le cosiddette "prove innegabili" sono state manipolate per giungere alla conclusione voluta, cioè l'attacco militare contro la Siria.
Sui flussi di immigrati diretti illegalmente in Europa, meglio ricordare che i siriani in fuga provengono per lo più dalle zone “liberate” da ISIS , qaedisti e salafiti e solo in minima parte (per lo più giovani che vogliono sottrarsi alla leva militare) dal quel 25 per cento circa di territorio controllato dal regime ma abitato da 12 milioni di siriani. Su 18 milioni di abitanti della Siria di prima della guerra 4 milioni sono fuggiti all’estero e 7 milioni sono sfollati all’interno del Paese. In Europa segnali di coerente pragmatismo giungono da Spagna e Austria. A Teheran il ministro degli esteri spagnolo, Josè Manuel Garcia Margallo, ha detto senza mezzi termini che “è giunto il momento di avviare negoziati con il regime di Bashar al Assad”. Gli ha fatto eco da Dubai il collega austriaco Sebastian Kurz:”abbiamo bisogno di un approccio pragmatico che includa il coinvolgimento di Assad nella lotta contro il terrore dell’Isis” aggiungendo che contro l’ISIS vanno coinvolti anche Russia e Iran.
La vera risposta dell’Occidente alla questione siriana e mediorientale -dopo l’ondata emotiva che ha portato la Germania ad accogliere i profughi siriani e non di altre nazionalità e religione-, la possiamo rintracciare nei divieti imposti dagli Stati Uniti alla Grecia e Bulgaria, per non far transitare nei cieli dei paesi citati, gli aiuti che la Russia manda per sostenere il governo di Damasco nella lotta contro l’isis.
Che ne dite se parliamo un po' di Serena Shim, la bella giornalista nella foto, uccisa per aver rivelato di aver visto miliziani Isis entrare in Siria nascosti in camion ONU? Interessante, no? Perchè tv e giornali non ne parlano? Chi ha ucciso Serena? Che cos'è l'Isis? A cosa serve? Perché la comunità internazionale non ha indagato? Come mai nessuno ha condannato questo gesto vile e disumano? Alla luce degli ultimi eventi, quali sono gli interessi della comunità internazionale sullla questione siriana e sull’ISIS? A quasi un anno dal delitto, le indagini a che punto sono?