Siria e Medio Oriente

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Dopo la macabra uccisione di Khaled Asaad, 82 anni, ex capo della direzione generale delle antichità e dei musei di Palmira, i terroristi dello Stato Islamico hanno distrutto il tempio di Baal Shamin, uno dei gioielli dell’antica città romana della Siria. Due notizie che hanno destato l’attenzione della comunità internazionale, dalla quale si è levato un coro unanime di condanna e di sdegno. La stessa comunità internazionale ha però taciuto sulle altre morti di Palmira, ignorando il sangue versato dai civili e dalle centinaia di soldati siriani che hanno combattutto per difendere il patrimonio Unesco dell’umanità dalla furia criminale dei jihadisti.

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Il Medio Oriente arde, precipita ogni giorno sempre di più nel caos. La carne degli innocenti brucia sul rogo dell'odio e della violenza. Gli interventi internazionali sbagliati e senza logica, aggravano i precari equilibri della zona. I cristiani e le minoranze subiscono le più atroci vessazioni: bambini costretti a combattere per l’is, donne stuprate, cristiani crocifissi, donne schiavizzate e vendute a 10 dollari al mercato, città secolari devastate, monumenti cancellati per sempre dalla memoria storica con le ruspe e le zappe. Lo stato islamico, fuori da ogni controllo, mostra al mondo con la sua strategia mediatica studiata ad arte, l’arroganza di chi vuole a tutti i costi conquistare il mondo nel nome di Allah.

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palmira

L’ipocrisia del Pd e di tutti gli altri sostenitori di guerre. Dopo l’ennesimo indicibile orrore, l’esecuzione a Palmyra dell’82enne archeologo siriano Khaled al Asaad, per mano dei terroristi del sedicente Stato islamico, in Occidente è una corsa da parte di tutti – governi, giornalisti, politici – a fregiarsi della sua memoria.  Strumentalizzando la sua morte. Ad esempio il martire sarà commemorato alle feste del Pd, ha comunicato il premier Renzi. Peccato che molte delle organizzazioni e persone che ora si dichiarano commosse e indignate, in testa a tutti il Pd, da anni sostengano in vario modo la guerra in Siria e nel 2011 abbiano appoggiato la guerra Nato in Libia. A questi smemorati va ricordato quanto segue:

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yazidi

E’ difficile quantificare il numero di Yazidi uccisi e/o catturati dallo Stato Islamico. Per cercare di farlo Rights Reporter si è avvalso della collaborazione dell’Ufficio degli affari Yazidi del Kurdistan e di alcuni media locali che hanno raccolto le testimonianze di coloro che sono scampati al massacro e al rapimento rifugiandosi sul monte Sinjar rimanendovi intrappolati senza cibo e acqua per diverse settimane mentre il mondo rimaneva semplicemente a guardare, sebbene si dicesse indignato.

Cerca di fare chiarezza il capo dell’ufficio per gli affari Yazidi del Kurdistan, Nouri Shingali, il quale precisa subito che quantificare il numero di Yazidi uccisi o catturati dallo Stato Islamico non è un lavoro semplice e occorre separare i dati certi da quelli supposti. Partiamo dai dati certi. Durante i primi giorni degli attacchi alla città di Shingal centinaia di Yazidi vennero giustiziati per la loro etnia, una vera e propria pulizia etnica. Furono oltre 5.000 gli Yazidi uccisi nei primi giorni dell’attacco a Shingal, per lo più uomini. Di questi almeno 1.800 vennero giustiziati a sangue freddo. I catturati e deportati in condizione di schiavitù nei territori dello Stato Islamico furono 4.800.

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Si chiamano Jaelyn Delshaun Young, di 20 anni, e Muhammad Oda Dakhalia, di 22. Lei è la figlia di un ufficiale di Polizia di Vicksburg, recentemente convertitosi all’islam. Lui, il figlio di un imam locale. Tutti e due erano studenti dell’Università statale del Mississipi. Lei con competenze di chimica, lui con competenze informatiche. Si sono conosciuti in aula e si sono sposati, lo scorso giugno. Ma per il loro viaggio di nozze, han scelto di raggiungere la Siria con l’intento d’unirsi ai terroristi dell’Isis.

Secondo quanto riferito dall’agenzia Médias-Presse-Info, avevano progettato di prendere un volo diretto verso l’Europa, poi di raggiungere la Turchia e, da qui, direttamente la prima linea, al fronte. Invece, sono stati fermati prima: sono stati infatti arrestati entrambi dalle forze dell’ordine all’aeroporto di Columbus. Avevano commesso l’ingenuità di comunicare i propri reali intenti sui social network, confidandosi in particolare con due poliziotti sotto copertura, presentatisi con una falsa identità, un avatar.

La loro luna di miele è provvidenzialmente finita prima di quanto avessero previsto. E non solo quella.

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Fonte: nocristianofobia.org

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