Può un circolo intitolato a un intellettuale radicalmente contrario alla famiglia, che inneggiava apertamente e ripetutamente alla pedofilia e alla pederastia, diventare ente di formazione presso il Ministero dell’Istruzione?”. La domanda, apparentemente retorica, rappresenta il nocciolo di un’interpellanza a Stefania Giannini, vertice del dicastero dell’istruzione, e al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, da parte di quattro senatori: i forzisti Lucio Malan e Maurizio Gasparri e i due di Area Popolare Carlo Giovanardi e Roberto Formigoni.
Sfogliando l’elenco delle associazioni che l’Unar (Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali), che lavora presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, chiede siano accreditate presso il Miur come enti di formazione, i quattro senatori si sono accorti della presenza del “Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli”. Di qui le loro inquietudini e la scelta di rivolgersi con la massima urgenza presso il ministro dell’Istruzione e il presidente del Consiglio. Lucio Malan approfondisce la questione a ZENIT.
La politica del figlio unico, in Cina, checché ne dica la propaganda del Partito Comunista Cinese, continua a mietere vittime: donne e bambini. E soprattutto le bambine, -riferisce una nota redazionale di notizieprovita-, vista la smaccata preferenza per il maschio (se un solo figlio si può avere, allora che sia maschio. Altrimenti è un “disonore” per la famiglia). L’aborto forzato dei figli concepiti senza il permesso governativo è ancora una tragica realtà. I bambini che riescono a nascere senza tale permesso saranno senza identità, senza capacità giuridica, buoni solo a far gli schiavi (nel senso vero e proprio del termine).
Il governo portoghese, una coalizione tra il Partito Socialdemocratico (PSD) e il Partito Democristiano (CDS-PP), ha approvato nel Parlamento una legge che limita la normativa sull’ aborto del 2007 e impone nuove condizioni per quelle donne che vogliono porre fine alla loro gravidanza. Sotto il nome “Per il diritto di nascere”, sono stati approvati due testi che stabiliscono nuove condizioni per la pratica dell’aborto in Portogallo. Il provvedimento ha avuto il voto favorevole dei parlamentari conservatori del governo e il voto contrario dei partiti dell’opposizione, che hanno qualificato la misura come una battuta d’arresto per i diritti delle donne.
Pochi sanno che il ddl sulle unioni civili, noto come ddl Cirinnà, è stato il primo provvedimento di rilievo depositato come disegno di legge nelle aule parlamentari in questa legislatura. Ha infatti il numero 14 ed è in ballo dunque da due anni e mezzo, visto che la XVII legislatura repubblicana si è aperta il 15 marzo 2013. Cominciai ad analizzarne il testo subito dopo aver cominciato a scrivere Voglio la mamma, nel settembre dello stesso anno, trovandolo inconsistente e giuridicamente ai limiti del ridicolo. La prima stesura del ddl faticò per questo motivo ad imporsi e in un'intervista ad Avvenire dell'estate 2014 la bocciò lo stesso Matteo Renzi che parlò di un accantonamento di quel ddl, annunciando per l'autunno una "iniziativa governativa" sul tema unioni civili.
Dura dichiarazione dell’Arcivescovo di Boston Card. Sean Patrick O’Malley, presidente del Comitato pro vita della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, sullo scandalo che ha investito l'impero abortivo Planned Parenthood: “Papa Francesco ha definito l'aborto il prodotto di una 'diffusa mentalità dell’utile, la 'cultura dello scarto', che oggi schiavizza i cuori e le intelligenze di tanti'. Le notizie recenti su Planned Parenthood rivolgono la nostra attenzione a due questioni più ampie che coinvolgono molte istituzioni nella nostra società. La prima è l'aborto in sé: un attacco diretto alla vita umana nella sua condizione più vulnerabile. La seconda è la pratica ormai standard di ottenere organi e tessuti fetali attraverso l'aborto. Entrambe le azioni non rispetto l'umanità e la dignità della vita umana. Questo fatto dovrebbe essere al centro dell'attenzione nell'attuale controversia pubblica”.